Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

In un editoriale di prima pagina sulla Stampa, Lucia Annunziata sostiene, a proposito dell’Unione europea, che «gli anni ’70 sono forse i migliori, con la prima impennata di adesioni (a Italia, Germania e Francia, si uniscono i Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Regno Unito)». Sbagliato. Quando il Consiglio delle Comunità europee il 22 gennaio 1972 decise l’ammissione di Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Irlanda nella Comunità economica europea, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo ne facevano già parte sin dalla firma del Trattato di Roma, avvenuta il 25 marzo 1957. Più avanti, Annunziata scrive che «il 13 giugno del 1987 nasce Ermasmus». Dovrebbe essere l’Erasmus, se non ha cambiato nome nel frattempo. Infine Annunziata conia due neologismi: lobbysti (in italiano si scrive lobbisti, in inglese lobbyists) e sottoboschisti. Per l’ex presidente della Rai vale sempre lo slogan «Di tutto, di più».

Secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’invocare una tregua di Natale in Ucraina avrebbe detto: «Non ci abituiamo alla guerra e speriamo che ogni giorno sia l’ultimo». Ha fretta di lasciarci, Eminenza?

«Urso, ministro delle politiche industriali, manterrà il controllo delle telecomunicazioni, delega nevralgica per Forza Italia e per Berlusconi, cui dovrà rinunciare», scrive Marcello Sorgi in un editoriale sulla Stampa. Messa così, sembra che Adolfo Urso debba rinunciare a Silvio Berlusconi. Ci pare più plausibile la forma «cui quest’ultimo dovrà rinunciare», cioè Berlusconi dovrà rinunciare alla delega nevralgica. Oppure: «Urso, ministro delle politiche industriali, manterrà il controllo delle telecomunicazioni, delega nevralgica per Forza Italia e per Berlusconi, il quale dovrà invece rinunciarvi».

Andrea Galli sul Corriere della Sera: «Era stato il passato da sindacalisti a far conoscere Panzeri e Luciano Giorgi che, intravisto l’altro giorno nella villetta ad Abbiategrasso, è eroso dalla vergogna per le malefatte del suo ragazzo». Siamo erosi dall’invidia per questa proprietà di linguaggio.

Tonia Mastrobuoni sul sito della Repubblica si occupa dello scandalo scoppiato a Bruxelles, che ha coinvolto anche la greca Eva Kaili, vicepresidente dell’Europarlamento: «Il leader del Pasok Nikos Androulakis l’ha definita un “cavallo di Troia” del governo, in sostanza un’agente all’Avana dei conservatori di Nea Dimokratia e del premier Mitsotakis». A che serva un cavallo di Troia (che prende il nome da quello di legno con cui i Greci penetrarono nascostamente nella città) è arcinoto: infiltrarsi nelle file avversarie con l’inganno. Ma chi abbia letto Il nostro agente all’Avana di Graham Greene, o anche solo visto il film con Alec Guinness, ricorderà che è l’esatto contrario: un maldestro cittadino britannico viene arruolato dai servizi segreti di Sua Maestà, ma, essendo appunto pasticcione, s’inventa di tutto pur di assecondare il ruolo assegnatogli, e così inganna il proprio Paese. Dunque appare improprio (soprattutto «in sostanza», come scrive Mastrobuoni) accostare questa figura a un cavallo di Troia.

Dal sito del Corriere della Sera: «Andy Hackett stava pescando nei Bluewater Lakes a Champagne, in Francia, quando ha catturato il pesce di circa 30 kg». Champagne non è una città, bensì una regione della Francia. I laghi in questione si trovano a Rosnay-l’Hôpital, nel dipartimento della Aube, che fa parte della Champagne.

Incipit di un articolo di Aldo Torchiaro sulla prima pagina del Riformista: «Tetto al prezzo del gas, aiuti all’Ucraina, stretta sull’Iran. E migranti: “Su cui servono passi avanti”, ha detto Giorgia Meloni. La scaletta degli interventi al Consiglio d’Europa era densa. Il primo per la neo premier». Resterà anche l’ultimo, visto che Meloni partecipava al suo primo Consiglio europeo, che è tutt’altra cosa rispetto al Consiglio d’Europa. (Il Consiglio d’Europa è l’organismo internazionale consultivo, con sede a Strasburgo, istituito con il Trattato di Londra del 1949, cui appartengono quasi tutti i Paesi europei. Il Consiglio europeo è l’istituzione dell’Ue formata dai capi di Stato o di governo dei Paesi membri e dal presidente della Commissione europea, che si riunisce almeno due volte ogni semestre nel territorio della nazione di provenienza del presidente di turno).

Sul Corriere della Sera, intervistando Daniele Vecchioni, ex manager divenuto runner, Stefano Lorenzetto gli fa dire: «Ho vissuto tra gli San, boscimani della Namibia, che stanno lì da 22.000 anni». Assurdo. L’articolo determinativo maschile plurale si usa davanti a s impura, cioè la lettera s seguita da una consonante. La s di San è seguita da vocale, quindi richiedeva l’articolo determinativo i.

«Affrontare la sfida di salvare Venezia nel secolo XXI°», scrive Paolo Costa, ex sindaco della città lagunare, ex ministro ed ex europarlamentare, sul Corriere del Veneto. Stupisce che Costa, il quale è stato anche rettore dell’Università Ca’ Foscari, ancora ignori che i numeri romani non richiedono mai l’esponente (°), essendo già espressioni grafiche dei numerali ordinali. L’esponente si utilizza solo con le cifre arabiche. Quindi doveva scrivere «secolo XXI» oppure «secolo 21°».

«Think thank», si legge in un titolo nelle pagine culturali del Corriere della Sera. Ma in italiano (e in inglese) si scrive think tank, senza la seconda h, cioè serbatoio (tank) di pensatori (il verbo to think significa pensare).

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