GERMANIA
“Wanted” tedeschi: gli evasori ricercati come gli assassini
SANZIONI PENALI E NON SOLO – Dovere morale. Basta un euro non pagato o non dichiarato al fisco per essere accusati Previste ricompense per individuare i sospettati
DI COSIMO CARIDI
28 DICEMBRE 2022
Berlino. Negli aeroporti tedeschi c’è una bacheca con le foto segnaletiche dei ricercati: assassini, terroristi, ma anche evasori fiscali. Pagina bianca, cornice rossa, in alto in grassetto la scritta “evasore” e sotto le due foto del sospettato. La polizia federale Bundeskriminalamt (Bka), corrispondente tedesca del Fbi, ha diffuso il poster di Orhan Ünal accusato di falsa fatturazione per un giro d’affari, tra il 2015 e il 2019, di circa 45 milioni di euro. Sullo stampato si possono leggere alcune informazioni sommarie sul caso, il rimando alla pagina web della polizia e il numero di telefono per fornire notizie utili a individuare il ricercato, garantendo l’anonimato.
In Germania basta un euro non pagato o non dichiarato al fisco per incorrere in sanzioni penali. Non pagare le tasse è considerato alla stregua di un crimine violento. La Bka si concentra sui grandi evasori e aggiorna regolarmente il proprio sito internet con foto e informazioni dei ricercati ritenuti più pericolosi. Con un menu a tendina si può selezionare il tipo di reato: omicidio, terrorismo, rapina, ma anche frode ed evasione fiscale. A ogni persona sono accoppiate le informazioni sul reato contestato, segni particolari, lingue parlate e possibili collegamenti con altri Paesi. In alcuni casi la polizia offre una ricompensa alle informazioni fornite per individuare il sospettato. Al fondo di ogni profilo c’è il link per scaricare, in diverse lingue, il poster segnaletico. Sulla bacheca dell’aeroporto di Düsseldorf, accanto alle foto di Ünal, ci sono quelle di un altro ricercato per una frode fiscale: Robert Paul Mora. Nel profilo diffuso dagli inquirenti si legge che l’uomo “è fortemente sospettato di aver pianificato e realizzato transazioni negli anni 2006 – 2008” attraverso una rete di istituti finanziari e avvocati “nella sua funzione di capo dipartimento di una grande banca” portando a un rimborso di plusvalenze “per oltre 113 milioni di euro senza alcuna ritenuta d’acconto corrispondente”.
In tedesco c’è una parola per indicare il dovere e il valore della denuncia morale, dell’impegno privato cittadino: zivilcourage. Per i detrattori è un residuato della Ddr, dove il vicino di casa o un familiare poteva essere un informatore della Stasi. Un’altra lettura, probabilmente più vicina alla realtà, vuole che il senso civico sia fortemente legato all’idea di società tedesca: il bene pubblico va difeso da tutti ed è un dovere dei cittadini fare il possibile per aiutare lo Stato nella gestione corrente. Quindi nessun tedesco si stupisce se in un aeroporto, o in altro luogo pubblico, viene affisso un poster per indicare un omicida o un evasore. E a guardare i numeri sembra che in Germania la lotta all’evasione funzioni. Come ricordato a più riprese dalla premier Meloni, i tedeschi non hanno un tetto al contante, ma hanno anche un atteggiamento diverso rispetto alle tasse.
Per fare un paragone tra i vari Paesi europei, un dato paragonabile e indicativo è quello dell’Iva. In particolare si può confrontare la differenza tra l’Iva dovuta e quella versata. Per il 2020, ultimo dato disponibile, in Italia sono stati pagati circa 26 miliardi in meno di quelli dovuti. Per la Francia la cifra scende a 14 e poi si arriva agli 11 della Germania. Berlino ha un Pil circa il doppio di quello di Roma. Facendo quindi un rapporto si può osservare che per ogni euro evaso da un tedesco, in Italia ne mancano alle casse dello Stato oltre cinque.