Marco TravaglioDirettore del
Fatto Quotidiano
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Il Sommo Vate

15 GENNAIO 2023

La notizia che Nordio prepara un decreto per cancellare un bel pezzo di schiforma Cartabia, quello che manda liberi e impuniti i delinquenti che non vengono denunciati, ci riempie di gioia. Il 31 ottobre, appena planato in via Arenula, Nordio aveva rinviato di due mesi l’entrata in vigore della Cartabia perché era scritta coi piedi e avrebbe partorito un’ondata di scarcerazioni. Ora annuncia “interventi urgenti che la recentissima segnalazione di talune criticità sembra rendere senz’altro opportuni” per “riconsiderare alcune scelte di rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza”. Noi quelle “criticità” le avevamo segnalate in beata solitudine fin da quando (8 luglio 2021) Draghi portò la schiforma in Cdm, ospitando vari giuristi e magistrati che le spiegavano con dovizia di particolari. Ma allora non si poteva dirlo senza venire insultati da chi, il 26 luglio 2021 in stereo su MessaggeroMattino e Gazzettino, irrideva “la rapsodia di critiche” di chi “agita lo spettro dell’impunità per i mafiosi” ed esaltava Mattarella che “giustamente bacchetta… la parte più vociferante delle toghe” critica sulla mirabile riforma. Ma che dico riforma: “colpo di genio”, “minimo sindacale per ottenere gli aiuti dall’Europa”, rimediare alla “lentezza della giustizia” e neutralizzare il “mostro” della “sciagurata legge Bonafede” che bloccava la prescrizione dopo il primo grado e che “l’Europa non avrebbe tollerato” (infatti l’Ue l’aveva elogiata e promossa, ma lui non lo sapeva). L’aedo chiudeva con un peana di pura saliva: “È un importante esempio di coraggio innovativo. Come quello di Neil Armstrong sulla Luna: un piccolo passo verso una giustizia giusta, ma un balzo enorme nella giusta direzione”. E chi era questo Vate Cartabiano? Carlo Nordio, lo stesso che ora da ministro smantella la schiforma che esaltava perché, con comodo, l’ha capita. O gliel’hanno spiegata

Un ingenuo domanderà: ma come può fare il ministro della Giustizia uno che ignora i rudimenti basilari del diritto penale e deve aspettare di vedere decine di criminali impuniti a piede libero per accorgersi delle voragini di una riforma e correre ai ripari? Ottima domanda, che vale anche per la sua incompetentissima predecessora. Ma, se è per questo, vien da chiedersi come abbia potuto Nordio fare il magistrato per 40 anni. Nello stesso articolo proponeva per i suoi ex colleghi un “esame psichiatrico o almeno psicoattitudinale”. L’idea (peraltro copiata dal Piano di Rinascita di Gelli) allora non ci convinse, ma la stiamo rivalutando. Purché valga anche per i magistrati che vanno in pensione e poi diventano ministri della Giustizia.

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