Pulci di notte di Stefano Lorenzetto

Maria Egizia Fiaschetti e Rinaldo Frignani si occupano, sul Corriere della Sera, di Martina Scialdone, avvocata di 34 anni, uccisa a Roma dal compagno. Del quale scrivono: «Il 60enne ancora si esercita al poligono di Tor di Quinto: è proprio quello chiuso a dicembre dai carabinieri dopo che Claudio Campiti, l’autore della strage sempre a Colle Salario, si è appropriato di una Glock per uccidere quattro donne». Ma se il poligono è chiuso, come fa a esercitarsi ancora lì? Più avanti, i due cronisti specificano che l’avvocata era «rimasta a vivere con il fratello e la madre 94enne». Ma se la vittima aveva 34 anni, la madre quando la partorì? A 60 anni?

Maria Laura Rodotà sulla Stampa dedica un articolo a Shakira, nel quale si legge: «Lei è colombiana famosa ovunque e ha cantato la canzone delle Olimpiadi in Sudafrica (Waka Waka) e ha fatto due figli con un divo del calcio». Ci spiace per Rodotà, ma i Giochi olimpici non si sono mai tenuti in Sudafrica, dove invece nel 2010, come sappiamo persino noi che non abbiamo mai messo piede in uno stadio, hanno avuto luogo i Mondiali di calcio, celebrati da Shakira con il singolo Waka Waka (This Time for Africa).

«Del resto il biblista dice “Settanta sono gli anni della vita dell’uomo”», osserva Massimo Fini in un editoriale sul Fatto Quotidiano. Ma il biblista è uno studioso di biblistica, mentre la citazione in questione è del Salmista (per antonomasia, David, re d’Israele vissuto nei primi decenni del X secolo avanti Cristo): «Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via». (Salmi, 90, 10).

Alessandro Sallusti, direttore di Libero, firma in prima pagina un editoriale dal titolo zoppicante: «I consigli ai ladri del magistrato». Una banda ha rubato un magistrato? Oppure il medesimo è capo di una banda di ladri? Equivoco evitabile in questo modo: «I consigli del magistrato ai ladri». Nel testo, poi, si legge: «Non serve una laurea per sapere che i grandi gruppi internazionali che gestiscono grandi hotel o importanti boutique nel nostro paese lo fanno attraverso consociate di diritto italiano (esistono, per esempio Hermes Italy piuttosto che Louis Vuitton Italia)». Tu quoque, Alexander! Come avverte un «Nota bene» dello Zingarelli 2023, che evidentemente non viene notato dai giornalisti, «il significato corretto di piuttosto che è “anziché”. L’uso di piuttosto che con il significato di “oppure” è da considerarsi improprio, anche per gli equivoci che può creare, per esempio nelle frasi: faremo stampare il libro a Padova piuttosto che a Bologna (con il significato corretto di: “a Padova, non a Bologna”; e non, improprio, di: “a Padova o a Bologna”); oppure: al sabato sera vado al cinema piuttosto che a cena fuori (con il significato corretto di: “al cinema, non a cena fuori”; e non, improprio, di: “al cinema o a cena fuori”». Quanto a Hermes, ha l’accento grave sulla seconda e, dal cognome del fondatore Thierry Hermès.

Luigi Ippolito, corrispondente da Londra del Corriere della Sera, riferisce dei party negli uffici governativi, svoltisi durante il lockdown, che sono costati il posto al premier Boris Johnson: «Si è scoperto adesso che erano dei fescennini a base di alcol e sesso a gogò». Tralasciando la scorretta grafia (si scrive à gogo), ci pare piuttosto ardito l’utilizzo del sostantivo fescennini, propriamente «carme fescennino», dove l’aggettivo designa il carme popolare degli antichi Latini, eseguito durante feste agresti e avente carattere salace, sfrenato, licenzioso. Nessun dizionario lo definisce festa o festino.

Il Foglio pubblica un’intera pagina a firma di Michele Masneri su «Napoli technicolor». Peccato che questo titolo (con riferimento nel sommario al Centro direzionale del capoluogo campano) sia sormontato da una grande foto di scena tratta dal film È stata la mano di Dio del regista Paolo Sorrentino, raffigurante la Torre vicereale di Cetara, centro della Costiera amalfitana che si trova in provincia di Salerno e dista da Napoli quasi 60 chilometri.

Caterina Soffici sulla Stampa: «Non è il vaccino contro il cancro, insomma». Ne siamo più che convinti. Il vaccino combatte una malattia infettiva e il cancro non lo è.

L’articolo dal titolo «Enrico Rovelli, l’arte dell’anarchico re del rock: “Vasco? Da due mesi abbiamo riallacciato”» compare sul sito del Corriere della Sera con la firma Mario Luzzato Fegis. Ci pare strano che in redazione non sappiano che uno dei giornalisti storici della testata si chiama Mario Luzzatto Fegiz, con doppia t nel primo cognome e z finale nel secondo.

«Una ex parlamentare del Pd, Alessia Morani, posta una foto di capodanno effettivamente un po’ da sito di incontri, ma insomma ordinaria, innocua, da panterona con labbri infiammati», scrive Iuri Maria Prado su Libero. In senso anatomico, il plurale di labbro è solo labbra. Il plurale labbri si usa nel significato di «margine, bordo di una ferita: i labbri sono ancora aperti» oppure di «orlo, bordo con risalto, ciglio: il labbro di un vaso, di un pozzo, di una conca», come attesta Lo Zingarelli 2023.

Romina Marceca sul sito della Repubblica: «È l’ultimo sfregio a Alessia Sbal, la donna uccisa sul Gra di Roma la sera del 4 dicembre da un tir che l’ha travolta sulla carreggiata di emergenza. Qualcuno ha staccato lo striscione sistemato dalla mamma e dalla sorella subito dopo i funerali della ornicotecnica di 43 anni». C’entrerà la zoologia? La vittima si sarà forse occupata di ornitorinchi? No, era un’onicotecnica, cioè una professionista specializzata nell’applicazione e decorazione di unghie artificiali (dal greco ónyx, unghia).

Il sito del Corriere della Sera riporta la notizia di uno chef trovato morto in un fossato a Viadana (Mantova). Nel titolo si legge: «Sul corpo nessun segno di violenza. L’uomo sembra che stesse camminando a piedi». Se avesse camminato sulle mani, sarebbe ancora vivo e con un posto assicurato nel circo Togni.

SL

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