ALLE CAMERE PENALI

Il Nordio-show: “I potenti sono più intimoriti dai pm”

CARTABIA – “L’improcedibilità in appello va riformata”

DI A. MASC.
11 FEBBRAIO 2023

I ricchi sono al centro dei pensieri del Guardasigilli Carlo Nordio. Ieri, nel video messaggio all’Unione delle camere penali, l’ex magistrato “con famiglia di avvocati” si è lasciato andare a considerazioni compassionevoli verso i potenti messi sotto inchiesta, pensando forse di essere ancora un editorialista e non il ministro della Giustizia. Ha anche annunciato che metterà mano all’essenza della riforma penale di Marta Cartabia: l’improcedibilità in Appello. Si torna, ha detto, alla prescrizione, senza specificare in che termini. Certo non a quella della Spazzacorrotti dell’ex ministro Alfonso Bonafede che la bloccava dopo la sentenza di primo grado. Piuttosto la ex Cirelli, una delle leggi ad personam di Berlusconi, che ha dimezzato i tempi di prescrizione per reati come quelli fiscali, la corruzione e la corruzione in atti giudiziari.

Quanto alla difesa dei ricchi, Nordio la fa parlando della “nobile professione” dell’avvocato che difende “sempre il debole”. L’imputato “è sempre debole davanti al magistrato inquirente”. Ma il debole “non è solo il diseredato, il povero e l’emarginato. Paradossalmente le persone più potenti sono quelle più intimorite davanti al magistrato”. Cioè i colletti bianchi, i politici che sono sempre stati salvati dalla vecchia prescrizione e che, ora, se per caso definitivamente condannati per reati corruttivi non andranno in carcere. Questa maggioranza ha cancellato la norma della Spazzacorrotti che aveva inserito nell’elenco degli ostativi ai benefici per chi non collabora anche i reati contro la Pa.

La narrazione di Nordio trasforma, però, i quasi sempre impuniti in vittime: “In quarant’anni di lavoro come pm ho visto imputati di reati gravi, con un certificato penale abbastanza ricco, che nemmeno si presentavano all’interrogatorio, mentre imputati ricchi e potenti tremavano come foglie e non dormivano da giorni perché avevano molto da perdere davanti al magistrato”. Poi, il ministro annuncia il ritorno alla prescrizione e conferma di voler separare le carriere dei magistrati. Il preambolo è sul governo unito: “Il nostro è un governo solido, la maggioranza è compatta, quindi penso che queste riforme potranno essere attuate”. Per motivare la cancellazione dell’improcedibilità, che ammazza i processi in Appello dopo 2 anni e in Cassazione dopo un anno (con tempi un po’ più lunghi per reati gravi) Nordio spiega cosa intende per diritto penale: “Non bisogna lasciare impunito il delitto e non bisogna condannare l’innocente e non sottoporlo a un processo inutile, lungo e costoso. Soprattutto bisogna attuare il principio della ragionevole durata del processo. Senza incidere sulle garanzie della difesa e modificando la legge sulla prescrizione che ha introdotto un principio di improcedibilità”. Il ministro, inoltre, ha ribadito l’intenzione di dar vita a un tavolo tecnico su decreti attuativi della riforma Cartabia, una riforma che andava nella “giusta direzione ma con una serie di limitazioni” dovute anche alla “debolezza della coalizione” che sosteneva Draghi.

Su uno dei suoi “pallini”, la separazione delle carriere, pur sapendo che c’è nei fatti, per il numero meno che residuale di passaggi di funzioni di pm e giudici, fa un auspicio: “Quando porremo il problema, speriamo di poterlo affrontare con tutte le parti senza pregiudizi ideologici”.

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