GIALLO DI ARCE OMICIDIO SERENA MOLLICONE, un delitto del 2001 irrisolto grazie alla fortuna del soggetto ignoto o “combinazione criminale” ed alla “non perfetta” capacità investigativa analitica degli Inquirenti.

 

Ci auguriamo tutti che gli Italiani capiranno, una volta per tutte, che gli imputati (Franco Mottola, Marco Mottola, Annamaria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo) sono innocenti e che gli Inquirenti hanno sbagliato: punto: fine della storia.

In Italia il concetto e il principio della presunzione d’innocenza sono continuamente calpestati e vilipesi: ISTINTO CON RAGIONE, e il doppio processo di Arce per l’omicidio di Serena Mollicone, prima contro Carmine Belli che facemmo assolvere nel 2007, poi contro la famiglia Mottola che abbiamo fatto assolvere nel 2022 è l’esempio evidente e totale di quanto ho detto: buttati sulla graticola ed esposti alla gogna pubblica da parte dei tifosi di impianti accusatori sgangherati e perdenti, tanto che sono stati sconfessati. Naturalmente nel caso di Arce esistono formazioni umane che hanno scommesso faccia, immagine, prestigio, soldi, tempo e il MALE AL fegato sulla bontà dell’impianto accusatorio…. quindi non li schiodiamo nemmeno a cannonate, mai ammetteranno di avere sbagliato, anzi, si coalizzano, se la cantano e se la suonano, e strumentalizzano il dolore e la sete di giustizia e di verità dei famigliari di Serena. E tutti questi soggetti amano la gogna, il patibolo, la forca, il “dalli all’untore” della Colonna infame di Alessandro Manzoni.

A tal proposito mi piace ricordare che una mia amica di FB, Daniela Nutini, ha pubblicato il seguente post che condivido in pieno:
“Vi comunico che la PENA di MORTE nelle pubbliche piazze non fu abolita per volere del popolo che anzi si divertiva moltissimo ma per il volere di qualche statista illuminato. Quando poi fu resa privata nei cortili delle prigioni c’era chi pagava fior di quattrini per assistervi di straforo.”
E io mi sono permesso di aggiungere “Sarebbe il caso di approfondire. E’ un argomento interessante e molto forte. Occorre comprendere a fondo la libidine forcaiola voyeristica sadica della folla che gode dall’accusa alla condanna sino al patibolo… per poi dimenticare ed attendere un altro scempio.”
Questa sera sabato 10 giugno sarà trasmessa la prima puntata di Un giorno in Pretura, conduttrice Roberta Petrelluzzi: programma serio e imparziale, giornalista obiettiva ed analitica: nulla a che vedere con i pennivendoli caproni della falsità spacciata per verità. E noi del Pool di Difesa diremo la nostra dopo ogni puntata …
Ci auguriamo tutti che gli Italiani capiranno, una volta per tutte, che gli imputati (Franco Mottola, Marco Mottola, Annamaria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo) sono innocenti e che gli Inquirenti hanno sbagliato: punto: fine della storia.