La denutrizione nel mondo

di Bartolomeo Valentino

Nei precedenti articoli abbiamo ribadito che una dieta rigidamente vegetariana  non consente di un apporto  di un aminoacido particolare ,detto triptofano e ,quindi, la sintesi della catecolamina denominata Serotonina  coordinatrice  delle nostre strutture nervose. Ed una loro disfunzione può causare l’impossibilità di interpretrare le emozioni , la postura, di eseguire una analisi morfopsicologica, Può causare la comparsa di aggressività, violenza, cannibalismo. Ritengo opportuno, pertanto accennare ad una serie di informazioni che riguardano la denutrizione a livello mondiale.Partiamo dal “Rapporto sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” .Questo rapporto fu redatto nell’anno 2019 e ad esso contribuirono diversi  organismi internazionali con competenze specifiche. Questo l’elenco:

1-Agenzia ONU per l’alimentazione e l’agricoltura(FAO)

2-Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo(IFAD)

3-Prpgramma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite(WFP)

4-UNICEF(Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia)

5 -Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS)

La premessa al rapporto delle cinque agenzie partecipanti al progetto  è stata:” per porre fine alla fame nel mondo, all’insicurezza  alimentare e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030,siamo ancora lontano dal raggiungere questo obiettivo”. Riportiamo alcune cifre di persone denutrite nei diversi continenti. Al primo posto c’è l’Asia con un numero di denutriti  pari a 381 milioni.Segue l’Africa con 250 milioni e poi l’America Latina con 48 milioni. Il tasso globale della   denutrizione è  intorno al 89%.Percentualmente l’Africa è al primo posto e lo sarà anche nel futuro(19,1%).L’Asia è intorno al 8,3%,mentre l’America Latina intorno al 7,4%.La previsione è che nel 2030 oltre la metà degli affamati cronici del nostro pianeta  riguarderà l’Africa. In questo rapporto si accenna anche all’influenza della Pandemia da Covid 19 sulla denutrizione. E’ apparso evidente che non basta fornire alle popolazioni cibo quantitativamente sufficiente per debellare la denutrizione. Esso deve essere “nutriente”, soprattutto nel caso dei bambini, organismi in via di sviluppo. Ma una dieta sana ed equilibrata è anche più costosa rispetto ad un’altra abbondante ma squilibrata. Anche una dieta completa, la più economica, costa cinque volte di più di una carente. Un’alimentazione ,per esempio, ricca di amidi è meno costosa rispetto ad una ottimale alimentazione con latticini, frutta, ortaggi, proteine animali o vegetali. E’ stato sottolineato come una conversione totale ad una alimentazione sana ed equilibrata sortirebbe l’effetto di combattere il dilagare della fame, ma anche un notevole risparmio per la comunità. Questo cambiamento di rotta sarebbe in grado di compensare le spese sanitarie per far fronte alla denutrizione e patologie varie ad essa connessa.

*già Professore di Anatomia II Università di Napoli-Cultore di Morfopsicologia e linguaggi extraverbali

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