Caserta (lettere in redazione) Voglio condividere con voi la mia esperienza per poter aiutare noi poveri comuni mortali, quando ci si trova ad affrontare un imprevisto di salute , Cosa facciamo? Ci rivolgiamo al medico.
Maggio 2023, a seguito di sforzi, ho iniziato ad avere mal di schiena. Ecco il mio primo tentativo fai da te: un anti-infiammatorio via orale. Dopo 7 giorni, ho ottenuto l’unico risultato che non avrei voluto: un forte mal di stomaco.
A giugno 2023, il dolore era ancora sopportabile e continuavo a praticare alcune attività sportive senza sforzi. Non ricordo di aver fatto sforzi a giugno. Verso la fine del mese, decido di consultare un ortopedico. Non avendone mai conosciuto uno, mi rivolgo all’ospedale di Caserta per una visita privata tramite CUP.
Salgo in reparto e il medico mi riceve. Ho difficoltà ad apprendere ciò che diceva a causa della mascherina e della sua veloce esposizione. Mi dice che ho una lieve lombosciatalgia e che non dovevo preoccuparmi. La terapia prescritta era: Orudis + Muscoril, fiale intramuscolare due volte al giorno per 5 giorni; Mepral 20 mg, una compressa al giorno per 5 giorni; 10 sedute di massaggi, infrarossi e laserterapia per la colonna lombare. Non mi ha chiesto una radiografia o altri esami. Non mi ha convinto, ma ho deciso di provare. Le iniezioni erano dolorose e le sedute di massaggio presso il centro fisioterapico non hanno sortito effetto.
Nei giorni successivi, nonostante la terapia il dolore aumentava e sentivo che dovevo fare qualcosa. Inizia il calvario della ricerca su Internet e l’intervista con amici e parenti sulle loro esperienze e su come hanno risolto problemi simili. Leggo e ascolto storie di chiropratici, osteopati, agopuntura cinese e ozonoterapia, ma non ho una chiara comprensione delle figure professionali da consultare. In passato per i miei problemi alla schiena mi sono rivolto a un osteopata, che attualmente è un docente che stimo. Decido quindi di prendere un appuntamento con lui per una sessione.
Durante l’incontro mi dice che mi serviranno solo 3 sedute . Dopo la prima seduta, ricordo ancora la pressione sul corpo e leggeri lividi al tatto. Stavo bene per 2 giorni esatti, ma poi il dolore tornava. Ormai passavo molto tempo a letto, non riuscivo a stare seduta o guidare per più di 10 minuti. La vita era diventata complicata. Non volevo arrendermi e continuavo a cercare su Internet. Trovo l’app “Mio Dottore” e chiamo un medico, un neurochirurgo se non erro. Gli spiego il mio problema e lui gentilmente mi consiglia di rivolgermi a un fisiatra. Ringrazio e mi metto alla ricerca di un fisiatra .
A Caserta, trovo il Dottor Enrico Maria Mattia e la cura con l’ozonoterapia. Dopo una ricerca e consultando parenti, mi dicono che l’ozonoterapia è efficace da anni, ma se ne parla poco. Volevo tornare in piedi, quindi ho deciso di provare. Scrivo al Dottor Enrico Maria Mattia e al telefono mi dà una buona impressione, fornendomi anche maggiori dettagli sul fatto che, avendo il ciclo mestruale, non potevo sottopormi a manipolazioni da un osteopata e che dovevo fare attenzione.
Chiamo la segretaria dell’osteopata per l’ appuntamento del giorno dopo, ma avendo il ciclo mestruale, chiedo se posso farlo, specificando che mi vengono fatte manipolazioni anche all’addome. Mi risponde di no. Fortunatamente ho chiesto, altrimenti mi sarei presentata senza sapere. Senza esitare, chiedo un appuntamento al dottor Enrico Maria Mattia e riesco ad ottenerlo rapidamente.
Mi presento all’appuntamento con poca fiducia, ma volevo tentare. Durante la visita, mi fa la sua diagnosi e mi chiede di fare una tac. Quando abbiamo letto i risultati, erano esattamente gli stessi che il Dottor Enrico Maria Mattia aveva diagnosticato. Mi consiglia un ciclo di ozonoterapia di 12 sedute. Inizialmente rifiuto, avevo paura e sentivo che dovevo informarmi meglio. Ma il dolore continuava senza tregua. Avevo paura degli aghi, ci pensavo e ripensavo, ma avevo dolore e decisi di farmi coraggio e provare.
L’ago è piccolo e non ho sentito dolore. Dopo esattamente 3 giorni, mi sentivo già meglio. Non sono nemmeno a metà del percorso, ma penso che tutti dovrebbero conoscere l’ozonoterapia e considerarla come una possibile strada per la propria patologia.
Il trattamento di ozonoterapia viene eseguito ponendo il paziente supino, con la schiena rivolta verso il medico che effettua le iniezioni di una miscela di ozono e ossigeno ai lati della colonna vertebrale, in corrispondenza del punto in cui si trova la protusione discale .
I benefici dell’ozonoterapia per la cura dell’ernia del disco o della protrusione discale sono ampiamente riconosciuti in ambito medico. L’ozonoterapia infatti permette di ridurre l’infiammazione e il dolore causati dall’ernia e in molti casi consente al paziente di tornare alle normali attività quotidiane.
Un ringraziamento speciale al Dottor Enrico Maria Mattia che dedica le sue giornate ai pazienti da oltre 20 anni, praticando l’ozonoterapia con sensibilità, competenza ed enorme esperienza. Il dolore che si prova è invalidante. Grazie ancora.
(Rosa Ucci)