Paolo Scarano, il militare dell’Esercito di 34 anni che ha mercoledì scorso ha ucciso con 19 coltellate Paolo Menditto, sorprendendo il pusher aversano nel suo appartamento, resta in carcere con l’accusa di omicidio d’impeto aggravato dalla crudeltà. Il provvedimento di convalida dell’arresto, così classificato, è stato depositato dal giudice del tribunale di Napoli Nord, Ilaria Giuliano, che ha escluso la premeditazione nel delitto, così come aveva chiesto la difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Cipullo. Lo riporta oggi l’edizione casertana de Il Mattino

IL GIP

Il giudice ha però accettato la tesi dell’accusa, ovvero l’aggravante della crudeltà così come chiesto dal pm della Procura di Napoli Nord, Marco Lojodice. L’aggravante della premeditazione è stata respinta, poiché l’indagato non avrebbe avuto il tempo sufficiente per desistere dall’omicidio. Il gip quindi ha condiviso la linea difensiva che sostiene che l’indagato sia stato spinto dall’impeto a causa della gelosia dopo aver appreso del tradimento della fidanzata. Nel frattempo, Scarano, nativo di Caserta, di recente domiciliato ad Aversa, in sede di convalida ha nominato anche un altro difensore, l’avvocatessa Natalina Mastellone. Nel provvedimento, il gip ha ritenuto che le dichiarazioni auto-accusatorie dell’indagato fossero attendibili, anche in base alle testimonianze di altre persone sentite nelle ore dopo il delitto. Scarano ha fornito spiegazioni aggiuntive riguardo a determinati passaggi dell’interrogatorio reso davanti al pubblico ministero classificando l’omicidio come delitto d’impeto aggravato dalla crudeltà.

ASSUNTORE DI DROGA MA IN SERVIZIO

Intanto, emergono altri dettagli sulle ore precedenti e successive al delitto commesso dal militare. Nel’interrogatorio ha ammesso di assumere stupefacenti fin da giovane, circostanza che potrebbe anche far aprire un’indagine della Procura militare in quanto il caporale, si è poi arruolato svolgendo il suo servizio fino a prima dell’arresto. Tra gli aspetti sconvolgenti il suo forte invaghimento per la ragazza di 26 anni, tale Mena, spesso senza fissa dimora, conosciuta “alle palazzine” appena 15 giorni prima di uccidere il pusher che aveva trovato nudo alla porta quando, martedì scorso, andò a bussare per chiedere della ragazza che era salita dallo spacciatore. Doveva acquistare una dose ma non era più scesa, trascorsa quasi un’ora. Scarano, nei giorni precedenti e successivi il delitto era andato a dormire dalla madre ad Aversa, ma si era sentito anche con la moglie dalla quale ha avuto due figli e dalla quale è separato da tre anni e con la sorella. Quest’ultima contattò le forze dell’ordine dopo aver appreso della confessione ma le chiese anche di intercedere presso la madre per avere dei soldi, perché doveva fare un lungo viaggio. Il militare ha riferito che il coltello usato per uccidere Menditto, colpito davanti e dietro il corpo, lo ha gettato in un cassonetto giallo sulla Variante di Aversa; ha poi gettato anche gli abiti che indossava in un cassonetto vicino al suo domicilio. Spunta anche un messaggio inviato dalla fidanzata, tramite il telefono della madre, in cui lei scrive «vergognati».