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OMICIDIO ORNELLA PINTO – IERI LA PRIMA UDIENZA DI APPELLO – FU CONDANNATO ALL’ERGASTOLO – LA DIFESA SOSTIENE LA NON PREMEDITAZIONE – Rinviata al 20 prossimo la decisione del presidente della Corte di assise sulle richieste del collegio difensivo della rinnovazione dell’istruttoria – di Ferdinando Terlizzi
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OMICIDIO ORNELLA PINTO – IERI LA PRIMA UDIENZA DI APPELLO –
FU CONDANNATO ALL’ERGASTOLO – LA DIFESA SOSTIENE LA NON PREMEDITAZIONE –
Rinviata al 20 prossimo la decisione del presidente della Corte di assise sulle richieste del collegio difensivo della rinnovazione dell’istruttoria,
di Ferdinando Terlizzi
Si è svolta ieri mattina 13 ottobre presso l’aula 318 Corte d’Assise d’Appello Tribunale di Napoli la prima udienza per il processo d’appello contro Pinotto Iacomino, accusato e reo confesso dell’uccisione della ex compagna Ornella Pinto, con la quale aveva avuto un bambino.
Iacomino è stato condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo per quattro aggravanti: la premeditazione, la crudeltà, la convivenza con la vittima e l’avere ucciso la povera donna di fronte al figlioletto.
L’udienza è iniziata con una precisa ed esaustiva relazione a cura del Presidente della Corte, la dr.essa Rosa Anna Saraceno, giudice a latere dott. Pasquale Santaniello). Iacomino è difeso dall’avv. Cinzia Mancini che ha presentato una memoria difensiva nella quale ha chiesto la rinnovazione dell’istruttoria esponendo i motivi per smontare le aggravanti, esattamente: 1) non si tratta di omicidio premeditato, bensì omicidio d’impeto in seguito alla rabbia, alla perdita del controllo, allo stress; 2) non vi è stata la crudeltà intesa come volontà di procurare sofferenza e dolore alla vittima per scopi abbietti, in quanto ha sferrato (purtroppo) le tredici pugnalate alla povera vittima in due minuti e in rapida successione, obnubilato dallo stress e dallo stato psichico alterato, per poi confessare il delitto alla vicina e scappare; 3) la non convivenza è stata dimostrata nei motivi d’appello tramite un’articolata argomentazione; 4) non ha ucciso la povera donna dinnanzi al figlioletto per una serie di osservazioni e di considerazioni molto precise.
L’avv. Mancini ha chiesto che la Corte assumesse alcuni “elementi nuovi/prove decisive”, quali i tabulati del Telepass di Iacomino che lo collocano sui pressi del luogo del delitto già alle 3:34 del mattino (mentre la sentenza ritiene che Iacomino sia arrivato mezzora dopo), le fotografie originali della scena del crimine utilissime e indispensabili all’analisi delle macchie di sangue sulla scena del crimine ed altri.
L’avv. Cinzia Mancini ha chiesto che venga inserita nel processo la relazione criminologica e criminalistica elaborata dagli specialisti Carmelo Lavorino criminologo e criminalista, Enrico Delli Compagni psicologo forense e criminologo, Claudio Lavorino biologo, Salvatore Scialdone ct medico legale, Ines Panessa psicodiagnosta e che gli stessi vengano ascoltati dalla Corte per illustrare la suddetta corposa consulenza (oltre 250 pagine).
La settimana prossima, venerdì 20 ottobre, la Corte scioglierà le riserve.
Il Procuratore generale – nelle vesti di pubblico ministero – è il dott. Luigi Musto.
NELLA FOTO: L’AVVOCATESSA MANCINI E IL CRIMINOLOGO LAVORINO