MIGRANTI

Arrestata lady Soumahoro. “Soldi pubblici per il lusso”

PROCURA DI LATINA – Domiciliari anche per la suocera del deputato (estraneo all’inchiesta). I fondi per l’accoglienza all’estero o nei centri estetici

31 OTTOBRE 2023

Una “struttura delinquenziale a livello familiare”. È utilizzando queste parole che il gip di Latina, Giuseppe Molfese, ha disposto ieri mattina gli arresti domiciliari nei confronti di Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie di Aboubakar Soumahoro, il deputato italo-ivoriano eletto con Alleanza Verdi e Sinistra e ora al Gruppo misto. Soumahoro è completamente estraneo all’indagine della Procura pontina. Le due donne, invece, sono indagate insieme ad altri due fratellastri di Murekatete, ovvero Richard Mutangana – per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora – e Michel Rukundo. A tutti loro vengono contestati, a vario titolo, i reati di frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e auto-riciclaggio. La Guardia di Finanza di Latina, che conduce le indagini sul territorio pontino, ha provveduto a sequestrare anche conti correnti e beni reali per quasi 2 milioni di euro, di cui circa 1 milione è contestato a Murekatete.

La vicenda è nota e riguarda la gestione dei centri d’accoglienza per migranti (Sprar e Cas) e dei progetti per l’inclusione degli stessi da parte della cooperativa Karibu e dalle “sorelle” Consorzio Aid e Jambo Africa. Le coop sono ora in liquidazione per decreto del ministero dello Sviluppo economico. I magistrati hanno ricostruito che dal 2017 al 2022 le tre coop hanno incassato in totale 28,5 milioni di euro di fondi pubblici tra Prefettura di Latina, comuni pontini, Comune di Roma e Regione Lazio. Eppure, scrivono ora i pm nella richiesta di custodia cautelare, “buona parte del denaro ricevuto non è stato adoperato per le finalità preposte, questo alla luce (…) anche e soprattutto della carenza dei servizi offerti”.

Proprio queste “carenze” – oltre ai ritardi nei pagamenti dei dipendenti denunciati nel 2022 dal sindacalista della Uiltucs Latina, Gianfranco Cartisano – hanno attirato i fari della Finanza. Gli accertamenti agli atti dell’inchiesta, spiegano i pm, hanno fatto emergere nei centri per migranti una situazione “lesiva di diritti fondamentali dei soggetti ospitati”. Dettagliava, ad esempio, il capo struttura del Cas di Aprilia (Latina), Gregorio Stagliano, nell’agosto 2018: “(…) diversi servizi igienici non idonei, le prese di corrente non a norma, nell’atrio c’erano pezzi di intonaco che cadevano dal soffitto, cavi elettrici scoperti non in sicurezza (…) la situazione igienico-sanitaria degli ospiti era anch’essa precaria in quanto la struttura decisamente sovraffollata. Il sovraffollamento causava sporcizia e battibecchi fra i beneficiari”. Tutto ciò mentre Soumahoro, ignaro degli affari contestati alla famiglia della moglie, spendeva la sua immagine nelle battaglie per i diritti dei migranti e dei braccianti vittime di caporalato.

Dove finivano dunque questi soldi “risparmiati”? La Guardia di Finanza di Latina ha documentato in 6 anni spese per “finalità private per quasi 370 mila euro, attraverso le carte di credito aziendali. Tra queste acquisti in boutique di lusso, hotel a 5 stelle, gioiellerie, viaggi, duty free e ristoranti di pesce, dove i testimoni sentiti dai pm hanno riconosciuto sia Mukamitsindo sia Murekatete. In un’occasione Liliane ha speso 80 euro in un centro estetico per le extension alle ciglia. In un’intervista alla trasmissione di La7 Piazzapulita, nel novembre 2022, Soumahoro – ignaro delle contestazioni dei pm – rispose alle polemiche sul look della moglie parlando di “diritto all’eleganza” e “diritto alla moda”. Altri 470 mila euro sono invece finiti in Ruanda, sui conti che hanno permesso a Mutangana di aprire il ristorante “Gusto Italiano”.

FONTE: