di Andrea Aversa

L’Unità, 3 novembre 2023

Due morti nelle carceri campane. Il primo aveva 55 anni, il secondo 51. Entrambi avevano una moglie e tre figli. Luciano aveva già tentato il suicidio in carcere, salvato dagli agenti della Penitenziaria, si è impiccato in ospedale a Sessa Aurunca. Salvatore sarebbe stato ucciso da un improvviso arresto cardiaco. Dall’inizio dell’anno sono quattro i suicidi accertati nelle carceri campane, altrettanto quattro sono invece i casi di ‘morte misteriosa’ sui quali vi sono accertamenti. In Italia, nel 2023, i suicidi in cella sono stati fino ad ora 54.

Due persone decedute in pochi giorni, entrambi in custodia dello Stato. Luciano, 55 anni, si è tolto la vita nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Sessa Aurunca (in provincia di Caserta). L’uomo ci aveva già provato la sera precedente, mentre era recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Per fortuna il tempestivo intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria ha evitato il peggio. Ma il tragico epilogo è stato solo rimandato: il 55enne è stato trovato impiccato nella struttura sanitaria del Casertano. “Si continua a morire di carcere e in carcere – ha dichiarato il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello – Luciano è morto di solitudine, uno dei tanti detenuti con la paura del futuro e di cosa possa aspettarli fuori da una cella”.

Chi era Luciano – Il prossimo mese di luglio Luciano avrebbe scontato la sua pena e sarebbe stato libero. Nato a Caserta, padre di tre figli, era detenuto per reati minori e aveva un problema di tossicodipendenza. Eppure, il Tribunale di Sorveglianza aveva espresso parere negativo per una possibile misura alternativa della pena.

C’è però una domanda ancora senza risposta: perché il 55enne, pur non avendo problemi psichiatrici, era stato confinato in quel reparto ospedaliero? “Conosco bene quella sezione del nosocomio di Sessa – ha spiegato Ciambriello – È un luogo vuoto, che non ha nulla. Tempo fa ho regalato un bigliardino alla struttura da mettere a disposizione dei pazienti”. L’autorità giudiziaria ha intanto sequestrato la salma e disposto su di essa l’autopsia.

Chi era Salvatore – Un altro dramma è accaduto nel carcere di Secondigliano a Napoli. Salvatore A., 51 anni anche lui padre di tre figli, è stato trovato senza vita nella sua cella. L’uomo era recluso presso l’articolazione psichiatrica del penitenziario napoletano. In totale i posti sono 18, dislocati in celle singole. Anche Salvatore, detenuto per maltrattamenti, si è visto rigettare una richiesta per accedere alle pene alternative. “All’interno della nostra Costituzione – ha affermato Ciambriello – il diritto alla salute è sancito dall’articolo 32, unico articolo in cui compare l’aggettivo fondamentale per tale diritto! Posso testimoniare che nelle carceri italiane e campane per diverse ragioni, per diverse motivazioni, tale diritto a volte non è rispettato, supportato, promosso e questo non solo dalle autorità sanitarie”.

Il ricordo e i numeri – Il Garante ha poi ricordato un aneddoto relativo agli incontri avuti in passato con Salvatore: “Un caro ricordo che conservo di Salvatore è che quando lo frequentavo da solo o settimanalmente con le volontarie dell’Associazione “la Mansarda” faceva sempre richiesta di francobolli e buste per le lettere, era quindi un detenuto che scriveva molto. Utilizzava la scrittura come un ponte per comunicare con il mondo esterno, non solo lettere ai propri tre figli”. Dall’inizio dell’anno sono 4 i suicidi avvenuti nelle carceri campane. Altrettanti sono i casi di ‘morte misteriosa’, sui quali gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza. In Italia, invece, nel 2023 – fino ad oggi – ci sono stati 54 suicidi. La mattanza di Stato continua.