Putin e la sua famiglia di Bartolomeo Valentino*
Un personaggio particolarmente interessante della vita di Putin era suo nonno paterno, di nome Spiridon (nella foto). Riuscì a diventare un grande chef e cuoco dei migliori ristoranti di S Pietroburgo. Riusciva a guadagnare 100 rubli al mese che erano per un giovane una cifra enorme. Una sera si presentò nel ristorante in cui lavorava un signore molto noto, non solo a San Pietroburgo ma in tutta la Russia, di nome Rasputin., una sorta di santone che riusciva già col suo sguardo penetrante ad ipnotizzare le persone., era anche un amico della famiglia dello zar,, tanto che a lui si rivolgevano postulanti per intercedere presso lo stesso. Rasputin ordinò una zuppa particolare a base di cavoli. Alla fine volle conoscere il cuoco e si rivolse a Spiridon con questa frase”Di chi sei”, per dire quale è il tuo padrone. E Spiridon con lo stesso linguaggio rispose: dei Putin. Il santone lo benedisse e gli regalò una mancia, che Spiridon accettò volentieri. Il futuro Presidente racconta spesso un episodio della vita del nonno, a cui era molto legato, verificatosi durante la Grande Guerra. Si scontrò con un soldato austriaco e, prima che questi sparasse, Spiridon lo colpì alla spalla. A questo punto Spiridon si avvicinò all’austriaco e lo aiutò a ritornare dai suoi. Putin andava spesso a trovare suo nonno nella casa di riposo in cui in vecchiaia fu trasferito. E Putin ragazzo spesso andava in quella casa e giocava a scacchi con gli altri ospiti anziani. Si racconta che durante una partita a scacchi il futuro Presidente vinse ma l’avversario continuava a giocare da solo. Putin fece le sue rimostranze, al che l’anziano compagno di gioco gli rispose: ”Sei ancora piccolo e non conosci le regole più importanti” E Putin chiese,” quali?” “La regola è che un vero politico inventa da sè le regole del gioco”.
La zia Anna
Durante l’occupazione nazista questa zia Anna di Putin fu catturata e destinata al campo di concentramento dell’attuale Lettonia. Fu scelta come schiava da una famiglia tedesca che gestiva una fattoria. La zia Anna raccontava spesso al futuro Presidente come si svolgeva la vita in un campo di concentramento. E questi racconti lasciarono in Putin dei segni indelebili. Difatti, quando nell’anno 2000 divenne Presidente della Federazione Russa, si scontrò con la Presidente della Lettonia, di nome Vaira Vike-Freibenza, che sosteneva che i campi di concentramento nazisti della Lettonia fossero stati diversi da quelli della Germania, in quanto i prigionieri venivano trattati con maggiore umanità. Putin non ha mai avuto vergogna delle sue origini umilissime, della sua famiglia e quindi della sua sincerità. E’ questo un aspetto che i suoi sudditi gli riconoscono. La popolazione, infatti, gli ha perdonato qualche pagina oscura della sua vita, soprattutto riferita al periodo di vicesindaco a San Pietroburgo.
*già Professore di Anatomia II Università di Napoli-Cultore di Morfopsicologia e Linguaggi Extraverbali
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