Truffa scoperta dalla GdF all’Abetaia di Casagiove. “Una ecografia ai testicoli fatta alle donne? – La Corte dei Conti rivuole indietro 2 milioni di euro – di Ferdinando Terlizzi
Ecocolordoppler testicolare per pazienti di sesso femminile”. Una ecografia ai testicoli fatta alle donne? «Si tratta di un peculiare esame riferibile unicamente a soggetti di sesso maschile», scrive la Guardia di finanza rispetto a 13 casi scoperti indagando sull’Istituto per lo studio e la cura del Diabete di Casagiove.
Per i finanzieri sarebbero «prestazioni inesistenti». E rientrano nel calderone di esami diagnostici e visite specialistiche in eccesso, contestati dal 2017 al 2020 all’istituto casertano. Un danno erariale alle casse dell’Asl di 1,8 milioni per 4 anni: a processo davanti alla Corte dei conti, oltre al centro privato e alla sua direttrice, altri 6 tra ex dirigenti e funzionari dell’Asl di Caserta che si sono alternati in quegli anni.
Sono stati calcolati, si legge nell’atto di citazione firmato dai sostituti procuratori Michele Ferrante e Mauro Senatore, «sforamenti che vanno dalle tre alle dieci volte la capacità operativa massima del cen- tro» come numero di prestazioni eseguibili in base al personale, ai macchinari e alle caratteristiche della struttura.
In udienza il pm Senatore attacca: «Abbiamo registrato numeri da supermarket, da catena di montaggio in quel centro, che materialmente non potevano essere realizzati. Se un cardiologo deve fare 4 prestazioni in una ora e invece ne fa 40, qual è la qualità del servizio reso?».
Dopo le denunce, dati sospetti e blitz della Finanza, si è arrivati nel 2021 alla revoca del rapporto tra la Regione e quell’istituto: «Il modus operandi del centro si connotava come palese tentativo di indebito arricchimento in danno della Asl».
Nei mesi scorsi è scattato un sequestro di somme ai danni dell’istituto. Sono saltati fuori persino visite ed esami eseguiti in «un giorno festivo e in assenza di medici specialisti».
È agli atti dell’indagine che «i picchi più intensi di eccedenza riguarda- no in prevalenza talune categorie di prestazioni specialistiche – neu- rologia, oculistica, chirurgia vascolare – anziché quelle della branca principale di diabetologia (comprendente principalmente visite diabetologiche “pure”)».
Per i magistrati sarebbe la prova di «un contegno non solo opportunistico, ma di ben dubbia fedeltà e correttezza sul piano dei rapporti tanto con l’utenza finale, quanto con l’azienda sanitaria pubblica».
Dai controlli nel 2020 su un «campione di 4 pazienti» che sarebbero stati in cura presso l’istituto, è emerso che «in un caso non si reperiva la cartella clinica nell’archivio informatico del centro, in tutti i restanti casi non si trovavano referti corrispondenti alle diverse prestazioni per le quali era stato richiesto il pagamento all’Asl e che, pertanto, dove- vano ritenersi non effettuate».
Ora rischiano di dover risarcire l’azienda sanitaria pubblica, oltre al centro privato e alla sua direttrice sanitaria Marina Battaglia, anche gli ex manager dell’Asl di Caserta colpevoli di non aver vigilato: Mario De Biasio, Amedeo Blasotti, Arcangelo Correra, e i funzionari Ida Delli Carri, Fulvio Marchese, Michele Giuseppe Tari.
È scontro in aula tra accusa e difese. Ed è una fotografia dei rapporti tra la sanità pubblica e quella privata in Regione. «Mai può essere messa in discussione la qualità delle prestazioni rese», dichiara in udienza l’avvocato Arturo Testa che difende l’istituto: «Gli esami sono stati effettuati sempre correttamente. E se non li avesse eseguiti l’istituto, i pazienti si sarebbero recati da altri centri accreditati».
Dura la replica del pm Senatore: «La capacità operativa massima di un centro privato è qualità. È la capacità di un macchinario di non poter andare oltre certi limiti”.
Fonte: La Repubblica – Domenica 26 nov.23