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Il 21 prossimo il criminologo Carmelo Lavorino deporrà innanzi la Corte d’Assise d’Appello di Roma per il delitto Mollicone –
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L’ Udienza del 7 dicembre presso la Corte d’assise d’appello, sezione prima Tribunale di Roma, per il processo di Arce omicidio Serena Mollicone, ha visto quattro consulenti della procura, i primi tre sono il maresciallo maggiore Rosario Casamassima, maresciallo Maggiore Ferdinando Scatamacchia, il luogotenente Vittorio della Guardia. Blitz della sezione chimica. Queste tre persone hanno confermato. Quanto avevano detto nel processo di primo grado e quanto avevano detto nella loro consulenza laddove concludevano che c’era una compatibilità fra i frammenti lignei rinvenuti sul nastro che legava la testa, il collo di Serena Mollicone con quelli che invece sono stati prodotti dalla porta che si ipotizza sia l’arma del delitto. La difesa ha contestato e confutato tutto ciò con argomentazioni molto forti, tanto che in primo grado vennero assolti gli imputati e la sentenza diede ragione ai consulenti della difesa. Il 21 dicembre ci sarà un confronto fra il professor Carmelo Lavorino, l’ingegnere Cosmo Dimille e il criminologo psicologo forense Enrico Dellicompagni. Anche sulla consulenza e sulla relazione tecnica di questi tre. Consulenti tecnici del pubblico ministero che però già la difesa degli imputati ha detto che sarà annullata completamente questa relazione perché non ha fatto altro che ricalcare gli errori precedenti e non ha portato nulla di nuovo, anzi quel poco di nuovo che ha portato sono ulteriori errori per difendere gli errori precedenti. Poi è stato ascoltato il maggiore. Ris. Cesare Raponi, biologo, il quale ha confermato che: “Non c’è alcuna traccia di di DNA degli imputati sui nastri che legavano la povera Serena Mollicone, mentre invece sono state repertate delle tracce dei frammenti di DNA che non sono ovviamente riferibili agli imputati.
Quindi il 21 si attende che prima sarà ascoltato il professor Lavorino con i suoi due collaboratori il quale contesterà anche la relazione tecnica della professoressa Cristina Cattaneo e dell’ingegnere Sala.
Insomma, tutto si gioca sulla porta, la porta la questione della porta arma del delitto viene demolita in primo grado dalla difesa degli imputati e sicuramente avverrà anche in appello, perché con la scienza non si scherza, la scienza è la rappresentazione di logica, di verità, di numeri che non possono assolutamente essere manipolati dalle chiacchiere.