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GIALLO DI VIA POMA E STRAGE D’ERBA: FRA ANALISTI DELLA VERITÀ E RUFFIANI DELLA NOTIZIA di Carmelo Lavorino e Massimo Amadei
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GIALLO DI VIA POMA E STRAGE D’ERBA: FRA ANALISTI DELLA VERITÀ E RUFFIANI DELLA NOTIZIA di Carmelo Lavorino e Massimo Amadei
I casi di Via Poma e d’Erba esplosi in questi giorni, dimostrano che in Italia vi sono due gruppi di informatori dell’opinione pubblica e di analisti del crimine. Il primo gruppo comprende i giornalisti d’inchiesta e i criminalisti-criminologi-investigativi che hanno il coraggio e la professionalità di criticare ed aggiustare le indagini SBAGLIATE e gli EVENTUALI processi di caccia alle streghe, il secondo gruppo da “ruffiani e sepolcri imbiancati” che sviolinano i grandi accusatori e i grandi “ducetti” dei salotti i televisivi e pseudoinformativi, per poi ingrassare sotto ogni forma con il loro opportunismo incassando visibilità mediatica e piatti di lenticchie.
Io mi pregio di appartenere al primo gruppo e, con orgoglio per me/noi e disprezzo per quelli del secondo gruppo, ricordo che costoro hanno fatto e stanno facendo di tutto per oscurare e silenziare me e gli altri e cambiare le carte in tavola: ad es., sono terrorizzati dall’informare che sono oltre 30 anni che dichiaro GIUSTAMENTE che l’assassino di Via Poma ha il sangue gruppo A DQAlfa 4/4 ed è mancino ecc. ecc. e che in seguito scovai il famosto Mister X descritto dal col. Danese, che dal giorno dopo della strage di Erba dichiarai che gli assassini avevano agito per vendetta nell’ambito della malavita e che non erano italiani e che, dopo avere visionato i video delle “confessioni” prodotti da un consulente della “difesa” di Rosa-Olindo, avanzai forti perplessità sulla correttezza deontologica del “ct difensore (!?)”e sulla verosimiglianza delle confessioni.
Per ora basti così.
AGGIUNGE MASSIMO AMADEI
VIA POMA
Vorrei meglio comprendere il ruolo dei famigerati “massimi esperti del caso” così definitisi in modalità ingannevole ed autoreferenziale o così ribattezzati e considerati da una larga e qualificata fetta di stampa legata ed unita ad essi da meschini e miserevoli interessi imposti ai propri ascari dai capi dei microsistemi di appartenenza di turno (spesso politicanti che utilizzano i loro agganci istituzionali, i loro editori che a loro volta utilizzano i loro giornalisti che, parafrasando la nota filastrocca di Branduardi “al mercato mio padre comprò”).
È una vera e propria Fiera dell’Est.
Ogni microsistema, ciascuno composto da ruoli e figure professionali specifiche e differenti l’una dall’altra, genera un piccolo gruppo ” cricca o combriccola” , in altre parole una squadra, uno schieramento.
Ogni squadra entra in competizione con l’altra perseguendo vilmente nel disprezzo della verità gli obiettivi prefissatisi esclusivamente collegati al piccolo avido e misero tornaconto personale.
Interessi che se visti in ottica non ottenebrata dalla faziosità NON collidono MAI con il desiderio di giustizia e ricerca della verità.
Questi pseudo “esperti” quale reale contributo hanno fornito alla soluzione del caso?
Possiamo definirli al massimo come mestieranti conoscitori della vicenda ma non certo esperti.
Un esperto, dal latino experiri, è colui che in primo luogo sperimenta, ricerca, analizza i fatti sulla base della propria conoscenza messa al servizio di creatività, preparazione, capacità soggettiva e talento.
Un esperto è colui che sa navigare a vista quando c’è da farlo ma è altrettanto capace di affondare il colpo, affrontare di petto la tempesta con consapevolezza di esserne capace e di sapere più di ogni altro comunque dandogli rispetto ed onore delle armi.
Un esperto sa accelerare, deve accelerare quando si accende la luce del suo genio, non può continuare a nascondersi come un semplice mestierante conoscitore delle vicende. Un esperto di casi di omicidio non è un teorico, un oratore, un esecutore. È innanzitutto un ideatore ed un ricercatore che si avvale della sua creatività.
Per la cronaca in 34 anni tutti questi “famigerati pseudo esperti” non hanno prodotto nulla di concreto dal punto di vista criminalistico investigativo, non hanno mai suggerito una pista attendibile, seria ed intelligente, probabilmente non hanno mai nemmeno avuto un’idea sull’ assassino ,trincerandosi sempre dietro salomoniche conclusioni che non scontentassero i loro padroni oppure la labile suscettibilità dell’opinione pubblica di questo povero paese fragile e corrotto.
Ma allora che esperti siete?