Favori a un detenuto» condannata l’ex garante
PENA SOSPESA DI UN ANNO E 10 MESI
IL LEGALE: «BELCUORE HA AMMESSO ERRORI MA HA NEGATO DIVERSE ACCUSE»
LA SENTENZA
A cinque mesi dall’incriminazione per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio, ieri si è appreso della condanna a 1 anno e dieci mesi per l’ex Garante provinciale dei detenuti, Emanuela Belcuore, accusata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere di aver favorito un detenuto in cambio di soldi e scarpe di lusso.
L’accordo risalente all’estate scorsa ha previsto la pena sospesa decisa a dicembre.
La sentenza non prevede appello. Un procedimento chiuso in modo rapido che vede però altri due indagati, ovvero Mario Borrata, il detenuto di Casal di Principe con cui in passato la Belcuore ebbe una relazione e la sorella di quest’ultimo, Sara, con la quale l’ex Garante – che si è dimessa il 4 luglio dello scorso anno – era amica. Gli accertamenti a carico di Belcuore scattarono a luglio, quando subì la perquisizione con il sequestro del cellulare. Di qui, le sue dimissioni dal ruolo che le fu conferito dalla Provincia di Caserta.
Nei mesi scorsi, l’ente ha pubblicato un bando (scaduto il 5 gennaio) per nominare il nuovo Garante provinciale. Sia il presidente della Provincia, Magliocca, che il Garante regionale dei detenuti Ciambriello e altri, si dichiararono fiduciosi nella magistratura all’indomani della vicenda. Secondo la Procura, l’ex Garante avrebbe intrattenuto conversazioni telefoniche con il detenuto che usava un cellulare illecitamente introdotto in carcere da altri, avvisandolo delle perquisizioni in modo da consentirgli di nascondere il telefono.
Si sarebbe poi prodigata attraverso la direttrice e il magistrato Puglia (senza successo) per far avere permessi e altri benefici sempre allo stesso detenuto, ricevendo in cambio la somma di mille euro e un paio di scarpe di lusso.
In una nota dell’avvocato Claudio Sgambato, viene spiegato che «la dottoressa Belcuore ha accettato la pena con sospensione condizionale proposta per porre fine al processo e proseguire la sua attività senza ulteriori implicazioni legali ed economiche. Dopo un interrogatorio, ha ammesso alcuni errori ma ha negato molte accuse. Come Garante non ha mostrato irregolarità e la sua dedizione ai diritti dei detenuti è stata costante. Si è dimessa dopo essere stata indagata per non nuocere all’istituzione e ai detenuti. Non le è stato contestato l’ingresso di telefoni in carcere».
FONTE: IL MATTINO
DALLO STUDIO DELL’AVVOCATO GIUSEPPE STELLATO RICEVIAMO E VOLONTIERI PUBBLICHIAMO UN COMUNICATO STAMPA NELL’INTERESSE DELLA DR.SSA EMANUELA BELCUORE
In nome e per conto della dr.ssa Emanuela Belcuore, già Garante per la Provincia di Caserta per i diritti dei detenuti, con riferimento a notizie di stampa diffuse in data odierna, comunico quanto segue:
Innanzitutto, si segnala l’assoluta non attualità della presunta notizia diffusa, risalendo all’estate scorsa l’accordo con la Procura di S. Maria C.V. per definire il procedimento penale a carico della dr.ssa Belcuore ex art. 444 cpp ed essendo stata emessa la relativa sentenza il primo dicembre 2023.
La dr.ssa Belcuore ha accettato a malincuore di accedere all’istituto dell’applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 cpp, anche consigliato dallo scrivente difensore, per meri motivi opportunità e di strategia difensiva, al solo scopo di consentire alla dr.ssa Belcuore di voltare pagina e di poter continuare la sua attività professionale, senza la minaccia incombente di un lungo, pesante e costoso percorso processuale, che avrebbe portato ad un investimento di energie psicologiche ed economiche sproporzionate all’entità dei fatti realmente accaduti, fatti per i quali la medesima Procura di S. Maria C.V., mai ha avanzato richieste di misure cautelari.
Si è pervenuti a tale soluzione dopo un lungo interrogatorio con la Procura di S. Maria C.V, ottimamente rappresentata dal dr. Fiore (il quale ha colto e compreso pienamente la reale portata dei fatti), nel corso del quale, la dr.ssa Belcuore, pur ammettendo di aver commesso probabilmente degli errori e prestato il fianco a contestazioni, ha respinto gran parte degli addebiti mossi nell’originario decreto di perquisizione, specie con riferimento ad utilità che avrebbe ricevuto per la sua attività istituzionale.
Non vi è stata alcuna sinallagmaticità tra i comportamenti della dr.ssa Belcuore, nella sua qualità di Garante, diversa da un mero, legittimo e forte rapporto di condivisione con le esigenze di tutti i detenuti.
La sentenza di applicazione pena ex art. 444 cpp (a pena condizionalmente sospesa) non implica, per legge e per costante giurisprudenza, alcun accertamento o assunzione di responsabilità penale.
La dr.ssa Belcuore si è sempre battuta per i diritti dei detenuti e, come è noto, è stata sempre in prima linea nel denunciare gli abusi contro i detenuti ed il fenomeno della droga in carcere. Mai si è permessa di influenzare illegittimamente le Autorità preposte al controllo dei detenuti e, men che meno, la Magistratura di Sorveglianza, essendosi solo fatta veicolo di legittime istanze dei detenuti medesimi.
Per tali motivi, la dr.ssa Belcuore, appena saputo di essere indagata, si è immediatamente dimessa per non creare danni all’Istituzione da Lei presentata ed ai detenuti della Provincia di Caserta.
Ci si permette di segnalare che la “notizia” oggi diffusa (guarda caso in occasione di una superflua notifica della sentenza ad opera della Polizia Penitenziaria) contiene gravi imprecisioni per le quali ci si riserva ogni azione, in tutte le competenti sedi, a tutela della reputazione della dr.ssa Belcuore. A sol titolo esemplificativo, si segnala che non è mai stato contestato alla dr.ssa Belcuore di aver fatto entrare in carcere telefoni cellulari o altro.
FONTE: S. Maria C.V., 12.1.2024 / (Avv. Claudio Sgambato)