Liliana Segre: “Non ho parole per raccontare il lager, nessuno in Italia ha mai chiesto scusa”
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Pubblichiamo un estratto dell’intervento di Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah, intervistata ieri dal direttore del Tg La 7 Enrico Mentana all’Università Statale di Milano, che le ha conferito la laurea ad honorem in Scienze storiche. Quel luogo non si dimentica mai, vorrei conoscere chi ha sfregiato una targa col mio nome. Dal 7 ottobre non c’è notte in cui non pensi ai bambini uccisi, sono una nonna disperata (…) «Non ho mai detto tutto perché non c’è vocabolario che abbia le parole per dire la verità di quello che è stato. Non ci sono parole per dire che cosa succedeva nei lager. Io le parole non le ho mai trovate. Né io, né Primo Levi, né Elie Wiesel. E non sono adatta a parlare del 27 gennaio perché chi ha passato quello che ho passato io non aspetta quella data per ricordarsene. Lo fa 365 giorni all’anno. E tutti i giorni possono essere uguali o diversi, ma quel luogo non si dimentica mai. Questa è la verità». Così, la senatrice a vita Liliana Segre.
Poi le forze politiche. Giorgia Meloni ricorda la Shoah: “Malvagità nazifascista su cui non cada l’oblio” de fa anche un un passo in più. La sua dichiarazione per la ricorrenza inizia esattamente come quella dello scorso anno, la prima frase è identica, ma è nelle ultime righe che la presidente del Consiglio mette nero su bianco il passaggio più importante, quello che parla del «disegno criminale nazifascista» associato alla «vergogna delle leggi razziali del 1938». Il presidente del Senato Ignazio La Russa, invece, parla di «male assoluto» ma non cita i regimi.
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di Antonio Tajani, Manfred Weber
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Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini
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Mi è arrivato un messaggio nel cuore della notte. Alle due o giù di lì. Credevo fosse finto. «Ma che avete fatto?». Firmato Carlin Petrini. Nella scarsa lucidità del dormiveglia mi sono detto: scherzo idiota, Carlin Petrini non manda messaggi così. Non era uno scherzo idiota. Un errore nostro (capita), piuttosto. Avevamo preso un suo splendido pezzo – è uscito venerdì mattina, andatelo a cercare, ne vale la pena – e lo avevamo trasformato in una specie di involontario fuoco d’artificio polemico, titolandolo in modo sbagliato: «Così la carne sintetica può salvare il pianeta». Niente che lui avesse detto, in effetti (…)
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A caccia dei tunnel con i soldati israeliani nella città del Sud della Striscia
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Khan Yunis (striscia di Gaza). Spazzati come le nuvole dalle raffiche di vento, la polvere e i rumori dei combattimenti in corso nei vicoli stretti dei campi profughi di Khan Yunis arrivano fino al cortile della scuola, alla periferia orientale della città dove ci troviamo. Alle sventagliate delle mitragliatrici segue il boato del missile lanciato dal “chopper”. A Ovest, prima della linea dell’orizzonte sul mare, si alzano colonne di fumo nero (…)
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Per il voto di giugno c’è una scarsa fiducia nella politica
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I temi economici sono da tempo in cima alle classifiche delle priorità denunciate dai cittadini; eppure, senza contraddire questo fatto, molte delle decisioni che si prendono ogni giorno non riguardano principalmente il denaro, ma sono dettate dalle emozioni come la paura, la gioia, la rabbia, l’invidia, la frustrazione e mai come negli ultimi tempi la mancanza di fiducia e ottimismo nel futuro (…)
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Studiò con Natalia Ginzburg, si laureò con Luigi Einaudi, conobbe Lenin e Mussolini
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Se Bruno Segre avesse potuto scegliere il giorno della sua morte – un privilegio che toccherebbe per diritto a chi ha compiuto cento anni – probabilmente avrebbe esitato tra il 27 gennaio e il 25 aprile. Il suo destino si è compiuto ieri nella giornata che lo rappresenta per intero: ebreo (da parte di padre), antifascista per cultura e natura, partigiano in Giustizia e Libertà, indomito umanista, socialista, radicale. Arrivato a centocinque anni, l’avvocato Segre si è spento con la tranquilla coscienza (…)
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IL VIAGGIO VERSO LE EUROPEE
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Sanchez sotto assedio delle destre per il governo con l’appoggio dei catalani
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