Pulci di notte
di Stefano Lorenzetto
Titolo dalla Repubblica: «Le opposizioni scrivono a Meloni / “Difenda il reato di stupro nell’Ue”». Cioè la premier dovrebbe fare in modo che venga commesso con più frequenza?
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Riferendosi agli introiti di Vittorio Sgarbi, Il Fatto Quotidiano, che al sottosegretario ora dimissionario ha riservato una martellante campagna di stampa in tandem con il programma tv Report, titola in prima pagina: «In 9 mesi 28 eventi da 300mila euro». Ci sarebbe da complimentarsi con il critico d’arte prestato al governo: pochi suoi colleghi riescono a guadagnare 8,4 milioni di euro in 9 mesi. Poi, però, un sommario di pagina 3 riporta la contabilità alle sue giuste proporzioni: «Affari a gettone. Il “Fatto” aveva conteggiato 28 eventi retribuiti in soli 9 mesi di mandato: in totale 300 mila euro». Come perdere 8,1 milioni nel volgere di due pagine.
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Sempre riferendosi a Vittorio Sgarbi, nella rubrica Il caffè, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Massimo Gramellini osserva: «Non ci sorprende quando augura la morte all’intervistatore di Report e si giustifica affermando che così fan tutti, sebbene nessuno abbia mai augurato la morte in pubblico a qualcun altro davanti alle telecamere facendo il gesto di abbassarsi la patta dei pantaloni». La patta si può solo aprire. Per abbassarla, occorre calarsi i pantaloni.
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Ancora con riferimento a Vittorio Sgarbi, in un pezzo di Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera si legge: «Di sicuro tra Sangiuliano e il suo ex ormai sottosegretario i rapporti sono stati sempre burrascosi». Non sapevamo che il ministro Gennaro Sangiuliano avesse un compagno, ma che a questo punto abbia dovuto rinunciarvi perché è diventato sottosegretario.
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«Quel Marcello Pera – professore, filosofo e ministro berlusconiano – traslocato nel partito meloniano per dar lustro e prestigio a una classe dirigente altrimenti meno titolata», scrive Giovanna Vitale sulla Repubblica. «Al tempo del governo Berlusconi, ministro un altro professore, Marcello Pera, arrivò così per il Casato il sì al rientro», le fa eco En. Rod. (Enrica Roddolo?) sul Corriere della Sera, parlando dell’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia. Sbagliano entrambe: Pera non è mai stato ministro, bensì presidente del Senato.
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Ancora En. Rod., nel medesimo articolo, aggiunge: «Sub esperto si immerse con Cocteau». Per quanto proteiforme, ci pare improbabile che lo scrittore e drammaturgo francese Jean Cocteau coltivasse la passione per le immersioni subacquee. Più probabile che si trattasse dell’oceanografo Jacques-Yves Cousteau.
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Intervistato da Alessandra Paolini sulla Repubblica, Francesco Rutelli, ex europarlamentare, ex senatore, ex deputato, ex ministro, ex sindaco di Roma, ex segretario del Partito radicale, ex presidente della Margherita, e molto altro ancora, si dichiara sollevato dalla decisione della moglie Barbara Palombelli, che ha deciso di lasciare il programma serale su Rete 4: «A casa nostra non si mangiava mai prima delle 23 di sera. Mille giorni così… un incubo». Prima colazione alle 23 di mattina.
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Titolo dal Corriere della Sera: «Ai Golden Globes. La missione tra le superstar di Gualtieri». Sapevamo che negli Stati Uniti i sindaci disponevano in campagna elettorale di ragazze pompon. Roberto Gualtieri ha addirittura le superstar? No? Allora bisognava scrivere: «La missione di Gualtieri tra le superstar».
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Flavia Perina in un editoriale sulla Stampa: «Una piccola vendetta della cronaca. Ma anche un segnale della storia perché la gara dell’épater le bourgeois è come quella dell’honestà e della purezza: alla fine c’è sempre uno più honesto o volgare di te che ti sorpassa». Quantunque sia rintracciabile nel Canzoniere di Francesco Petrarca («Come s’acquista honor, come Dio s’ama, / come è giunta honestà con leggiadria, / ivi s’impara, et qual è dritta via / di gir al ciel, che lei aspetta et brama»), non si vede la necessità, passati 650 anni, di ricorrere al sostantivo honestà, essendo il vocabolo onestà attestato dai dizionari fin dal 1261 (circa). Idem per honesto, anche questo rintracciabile una decina di volte nelle opere del Petrarca, ma anche in quelle di Pietro Bembo e nel Baldus di Teofilo Folengo, letterati che per loro fortuna non leggevano Perina sulla Stampa.
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Daniele Dallera sul Corriere della Sera: «In caso contrario, si andrà a correre a St. Moritz, in Svizzera, dove vuole portarci il Cio che, qualche ragione, per essere sospettoso ce l’ha». Virgole (le ultime due) in libertà.
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«L’immensa Mina e il trionfo annunciato», titola il sito della Repubblica. Sotto, una foto spacciata per un ritratto della cantante. Peccato che si tratti invece di Loretta Goggi che imita Mina. Scoprirlo era facile, visto che è riportato il credit «Mondadori Portfolio/Archivio Tv Sorrisi e Canzoni». Infatti nel database Mondadori Portfolio la foto in questione ha questa didascalia: «La showgirl italiana Loretta Goggi imita la cantante italiana naturalizzata svizzera Mina (Mina Anna Mazzini) nel varietà televisivo Canzonissima. Roma, 1972».
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Il mensile Icon racconta la storia di Abbandono, un brano di Daniele Magro cantato da Mina, e pubblica una foto dell’autore con questa didascalia: «Mina e Daniele Magro». Invece si tratta di Lucia Ocone che imita Mina.
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Titolo dalla prima pagina di Avvenire: «La Cina senza figli cresce meno». Difficile immaginare il contrario.
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Ri. Que. (Rita Querzé?) nelle pagine economiche del Corriere della Sera: «Un consiglio generale (molto partecipato) di Confindustria ha scelto i tre “saggi” che gestiranno il percorso verso l’elezione del nuovo presidente: Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi. Dall’insidiamento ci saranno sette giorni per le candidature». Un incarico insidioso.
SL