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«Venite a prendermi, ho ucciso la mia famiglia».
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Giovanni Barreca, muratore a giornata di 54 anni, rientrato in Sicilia da Novara nel 2019, sposato con tre figli. Si definiva «soldato di Dio». Già adepto di una setta evangelica, si era via via allontanato dalla sua comunità, sprofondando in un fanatismo sempre più cupo. I suoi profili social erano zeppi di messaggi a sfondo religioso: salmi, preghiere, passi della Bibbia, non c’era spazio per altre riflessioni, né per post di argomento diverso. Su Facebook citava spesso Roberto Amatulli, parrucchiere barese auto-proclamatosi pastore, guaritore ed esorcista che afferma di essere in grado di scacciare il demonio e curare malattie gravi (partito dalla Puglia, ma con un certo seguito in Sicilia). «Avevo paura di lui» ha raccontato una vicina di casa. «Diceva che i gatti sono il diavolo. Una volta spense la luce di una madonnina che avevo nel mio giardino, perché diceva che esisteva solo Dio». Alle tre di sabato notte, telefonò ai carabinieri: «Venite a prendermi, ho ucciso la mia famiglia». I militari corsero sul posto e trovarono la figlia più grande, 17 anni, pietrificata dalla paura. «Hanno fatto un esorcismo per scacciare il demonio». Kevin ed Emanuel, i due figli di 16 e 5 anni, erano strangolati, nella loro cameretta. Il più grande, che dal padre aveva imparato a imbalsamare gli uccelli, legato con una catena: i vigili del fuoco hanno dovuto tagliarla per poter rimuoverfe il corpo. Ai carabinieri servirono diverse ore di ricerche per trovare i resti di Antonella Salamone, la moglie, di 41 anni. Erano seppelliti in giardino, coperti da uno strato di pochi centimetri di terra. Il corpo era stato bruciato, forse nella convinzione che il fuoco potesse purificarlo dal male (in una villetta di tre piani, a una manciata di minuti dal centro di Altavilla Milicia, in campagna, a venti chilometri da Palermo).
Barreca è stato arrestato assieme a due complici, una coppia di palermitani, frequentatori dei suoi raduni mistici. Sono accusati di omicidio volontario e soppressione di cadavere. La ragazza è stata trasferita in una località protetta e assistita dagli psicologici. È rimasta nella villetta per 36 ore, dopo il delitto. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe assistito al massacro della sua famiglia. Nella meno drammatica avrebbe compreso ciò che stava accadendo senza poter fare nulla. Forse è stata drogata. Il padre potrebbe averla risparmiata, lei che considerava la figlia prediletta, perché convinto che il demonio dimorasse solo nei suoi fratelli, i due maschi.
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Harpal Singh, camionista di 59 anni, origini indiane, sposato con tre figli, residente a Gonzaga, Mantova. Molto rispettato nella sua comunità per aver fondato il tempio sikh di Novellara, Reggio Emilia. Stava caricando della merce nella zona industriale di Prato quando fu aggredito da due pachistani di 30 e 22 anni, che lo ammazzarono a coltellate (venerdì sera, fuori da una ditta cinese in via Copernico, a Seano di Carmignano, Prato).
I due sono stati arrestati 24 ore dopo il delitto su un treno che li portava da Milano a Torino. Addosso avevano diecimila euro in contanti e il cellulare della vittima. Pare fossero suoi collaboratori.