Aveva fatto “6” al Superenalotto il signor Loreto, 85 anni, di Roma. E con un montepremi in palio di 63 milioni di euro. E ci aveva creduto davvero, in quei maledetti 100 metri tra l’edicola, dove come tutte le mattine da decenni compra il quotidiano Il Tempo (anche per controllare eventuali vincite), e il tabaccaio dove due volte a settimana va a giocare la “schedina” sognando il colpo grosso. Solo che quel “6” in realtà era frutto di un errore dello storico quotidiano romano. “Sono stato male tutto il giorno e non ho dormito”, racconta Loreto.
Il “refuso”, se così si può chiamare, era a pagina 9 sul giornale uscito il mercoledì mattina. In basso a sinistra, lo spazio per le lotterie, un “6” sbagliato, forse vecchio, che però combaciava perfettamente con la “Giocata 02” di Loreto: 4, 9, 25, 30, 57 e 66. Poco dopo l’amara scoperta: “Il tabaccaio ha passato la schedina nella macchinetta e diceva che non avevo vinto”. Lì sono svaniti i sogni di gloria del signor Loreto, che al Fatto ammette: “Con quei soldi forse sarei partito, sarei andato a passare il resto dei miei giorni alle Maldive”. Ieri mattina l’85enne era in Tribunale, dove per anni ha lavorato come commesso: “Vorrei pure denunciarli, già è tanto che non mi è preso un infarto. Ma chi me lo paga l’avvocato?”. Da Palazzo Wedekind non è arrivata una replica ufficiale. Fonti interne al quotidiano spiegano che la rubrica delle lotterie è fornita da un’agenzia esterna e incollata giornalmente in pagina. Ma il signor Loreto, milionario per 20 minuti, questo non può saperlo.