*Azzerare i servizi segreti*
di Vincenzo D’Anna*
Sono tra quelli che non hanno mai creduto alle teorie dei complotti, all’esistenza di un “grande vecchio” che manovra i fili nell’ombra per asservire le istituzioni democratiche alle logge massoniche, vincolandole alle tesi più disparate sull’utilizzo dei servizi segreti “deviati”. Sono tra coloro che hanno sempre visto dietro queste pseudo-teorie, scopi di piccolo cabotaggio politico più che un’organica intenzione di sovvertire le istituzioni repubblicane. Ammettiamolo: sono state tante, troppe, le storie postume messe in giro, dal delitto Mattei in poi, su questi “maneggi occulti” e quasi tutte sono state utilizzate per riesumare argomenti scottanti magari già definiti con varie sentenze e plurimi processi. Per capirci: dalla strage di piazza Fontana alla bomba del rapido 904, dall’attentato sanguinario nella stazione di Bologna all’abbattimento del volo Itavia nei cieli di Ustica, fino ad arrivare ai delitti dei giudici Falcone e Borsellino, le ipotizzate commistioni tra pezzi di Stato e mafia si sono sprecate e non sono stati pochi i casi in cui i verdetti dei tribunali sono stati addirittura contestati alla luce dell’insorgenza di clamorosi scoop, testimonianze vagamente oculari e ripensamenti di magistrati e ufficiali delle forze dell’ordine. Ora è proprio innanzi all’impossibilità di fornire risposte esaurienti sulla base di prove concrete ed obiettive che alla fine il tutto è scivolato nel vago richiamo a forze occulte ed alla complicità dello Stato attraverso la più volte tirata in ballo “strategia della tensione e della paura” etero diretta dai soliti “007” di turno. Taluni quotidiani e settimanali, di area politica ben identificata, hanno versato mari d’inchiostro e lanciato fango sui malcapitati “burattinai” di turno, di norma uomini di centro o di centrodestra, in nome di una vocazione, la loro, alla dittatura e ad una politica foriera di morte e sgomento. Viceversa, per quelli dell’area opposta di sinistra, solo tanta buona stampa e un simpatico particolare strabismo di favore di certa magistratura inquirente. Peccato si sia poi scoperto, con Palamara & co., che non sarebbero state poche le toghe pronube di quell’area ideologica!! Per farla breve: uomini di governo, capi di Stato e leader politici si sono ritrovati nel tritacarne di scandali montati ad arte, accusati di essere collusi con i destabilizzatori della “cosa pubblica” rei di essere i responsabili di chissà quali e quanti stragi sanguinose!! Il trait d’union tra costoro e gli eventi loro addebitati a vario titolo? Sempre la stessa fonte primaria: quella dei servizi segreti deviati con il potere dei soliti noti. Figure come Mario Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Bettino Craxi ed in ultimo, Silvio Berlusconi, chi per un verso chi per un altro, sono balzati sovente agli “onori” – si fa per dire – delle cronache, calamitando l’attenzione di numerosi processi giornalistici. Sul versante opposto, invece, anche quando le sanguinarie Brigate Rosse venivano definite come “compagni che sbagliano”, mai un po’ di attenzione, mai un po’ di accanimento. Addirittura a Caserta una lapide ci ricorda che l’assassinio di Aldo Moro e quello della sua scorta avvenne per ignote mani!! E’ questo il clima che alla fine del secolo scorso ha regnato in Italia. Con l’avvento della Seconda Repubblica e la discesa in campo di Berlusconi le tematiche scandalistiche hanno semplicemente cambiato di segno con il risultato che si è finiti per…scrutare sotto le lenzuola del Cavaliere e nel conflitto d’interesse di quest’ultimo. Anche in questo caso intere bobine di registrazioni sono finite nelle redazioni dei soliti giornali di opposizione, decretandone la crescita editoriale. Senza che nessuno si sia mai scandalizzato del sistema né di come queste informazioni fossero pervenute ai “gazzettieri” della sinistra!! Però, si sa, la nemesi è una dea bizzarra e colpisce quanto meno te lo aspetti. E’ storia di questi giorni, infatti, svelata dai magistrati posti a capo della procura di Perugia, che numerosi personaggi politici, guarda caso in maggioranza legati a forze politiche dell’area di governo, sarebbero stati puntualmente seguiti e spiati nei i loro dati sensibili. Sottratti non si sa ancora per quale recondito scopo. Vuoi vedere che stavolta la biscia si è rivoltata contro il ciarlatano? Sì, perché questa volta a finire sul banco degli inquisiti è toccata ad un giudice e ad un sottufficiale della guardia di finanza che avrebbe più volte forzato gli accessi al server contenente notizie riservate. Troppo poco, troppo scomodo perché a sinistra si alzi il solito indignato stuolo di difensori della libertà e della democrazia o che si invochi allo scandalo. Macché. Magari stavolta non si scomoderanno le solite categorie di “pensiero complottardo”. Ma doppiezza comportamentale a parte c’è da chiedersi cosa veramente siano diventati i servizi segreti italiani: chi controlla i controllori? Chi garantisce sull’ortodossia del loro comportamento, sulla loro lealtà ed onestà ? Aspettare che la commissione antimafia faccia piena luce sull’accaduto è pura illusione perché anche questo “affaire” finirà con accuse reciproche senza venire a capo di niente. Allora credo che l’unica cosa credibile e seria che la Meloni possa fare è un repulisti generale. Occorre pensionare militari e civili a tanto distaccati, rinnovare i vertici dei servizi e dotarsi di nuove e più trasparenti regole, tra le quali un’eterna rotazione degli “addetti ai lavori” in servizio a tempo determinato. Essendo nomine politiche Giorgia lo potrà fare. Da questo forse potrà dipendere il futuro del proprio governo.
*già parlamentare