Il Polo della Qualità all’asta giudiziaria la cui vendita è stata fissata per il prossimo 19 aprile ed anche questa volta a 8 milioni e 630 mila euro a fronte di un un valore iniziale dell’ immobile di 150 milioni di euro.

Dopo un tentativo di acquisto non andato a buon fine, da parte di una società che aveva dato solo l’acconto senza depositare il saldo, tanto da far avviare un’azione giudiziaria che ha portato alla vittoria della curatela fallimentare, torna all’asta il «Complesso immobiliare di via Pozzo Bianco, zona Asi» a Marcianise, più noto come Polo della Qualità. La vendita è stata fissata per il prossimo 19 aprile ed anche questa volta a 8 milioni e 630 mila euro a fronte di un un valore iniziale dell’ immobile di 150 milioni di euro. Un complesso immobiliare da grandi numeri nato come tempio del lusso, per poi diventare una cattedrale nel deserto. Dopo le ultime aste andate deserta, i curatori fallimentari – lo studio legale Sandulli, l’avvocatessa Roberta Napolitano e il commercialista  prof. Pasquale Menditto – hanno messo di nuovo in vendita il complesso immobiliare (10 milioni se si include anche il leasing) senza più ribassi.

Non si esclude inoltre che, l’interesse mostrato dalla Regione Campania prima dell’ estate dello scorso anno, potrebbe portare a conclusione la procedura fallimentare come si spera da più parti.

A distanza di quattordici anni dal fallimento, dichiarato dal tribunale di Napoli nel 2010 e alla prima asta di circa 140 milioni fissata nel 2013, si è arrivati al prezzo base dei circa dieci milioni frutto di una offerta presentata due anni fa una società con sede a Piedimonte Matese ma poi mai formalizzata fino in fondo.

Tant’è che è stata avviata una azione giudiziaria giunta fino in Cassazione con la condanna anche degli acquirenti. Riguardo un futuro polo fieristico indicato per il Polo, il presidente della Giunta regionale della Campania, Gennaro Oliviero, aveva impegnato l’organismo che presiede a valutare l’acquisizione del complesso di Marcianise portando all’attenzione del Consiglio regionale una mozione a sua firma «affinché la giunta regionale valuti l’opportunità di acquisire il polo marcianisano a diventare un polo fieristico regionale». Per Oliviero si tratterebbe di una occasione importante per Marcianise, per Terra di Lavoro ma anche per l’intera regione Campania. Infatti, grazie alle imponenti strutture moderne del complesso ci sarebbero tutti i requisiti per realizzare nella struttura un polo fieristico dove poter esaltare tutte le attività connesse alla creazione e diffusione della bellezza, del buongusto, oltre alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico-monumentale. Questo andrebbe a attirare gli interessi di investitori internazionali, diffondendo e promuovendo la cultura del territorio e del Made in Italy. Gli oltre otto milioni di oggi rappresentano una offerta «super-ribassata», rispetto alla prima asta da 129 milioni e 490 mila euro di dieci anni fa (luglio 2013); alla successiva di 65 milioni di euro, a quella da 48 milioni de 2017 – e così via – tutte andate deserte. La curatela fallimentare ha riprovato a metterlo sulla piazza anche nell’aprile dello scorso anno, con una vendita divisa in due «sub-lotti» – si vendono anche due marchi registrati – comprendenti 485 moduli, 155 depositi e 322 posti auto. Il progetto faraonico, annunciato diversi anni prima della nascita come il futuro volano dell’economia campana, con la capacità di attrarre clientela nazionale ed internazionale ha poi avuto una vita breve e una inchiesta giudiziaria: nato nel 2007 fu inaugurato in grande stile alla presenza dell’allora presidente Giorgio Napolitano e dall’allora Governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino.

Fonte: di Biagio Salvati /