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GIALLO DI ARCE – INCONTRO-CONFERENZA STAMPA DEL POOL DI DIFESA DELLA FAMIGLIA MOTTOLA SULLA “PROVA SCIENTIFICA” –
NOTE INFORMATIVE A CURA DEL CESCRIN (CENTRO STUDI INVESTIGAZIONE CRIMINALE) E DEL POOL DI DIFESA DELLA FAMIGLIA MOTTOLA
Si è svolta a Cassino presso il Palazzo della Cultura un incontro-conferenza stampa “Giallo di Arce – Omicidio Serena Mollicone – Processo d’appello” organizzato dal Pool Tecnico Difesa Mottola, oggetto “Il punto della situazione sulla prova scientifica dopo le relazioni dei Consulenti tecnici dell’Accusa, delle Parti Civili e della Difesa”. Il prossimo incontro sarà dedicato esclusivamente alla morte del brig. Santino Tuzi.
Relatori sono stati il criminologo Carmelo Lavorino e l’ing. Cosmo Pyo Di Mille. I due specialisti hanno rappresentato i seguenti argomenti, avvalendosi di slides e di filmati, della collaborazione sul posto delle criminologhe Alessandra Carnevale e Giusy Marotta e della consulenza del biologo prof. Claudio Lavorino.
Ecco gli argomenti trattati:
i= Analisi visiva della “prova provata” che Marco Mottola il giorno del funerale (9.6.01) non era“biondo mechato”, come invece erroneamente ritenuto dagli inquirenti, causa un filtro schiarente inserito da un operatore TV sul filmato e non controllato dagli inquirenti stessi.
II=Assenza di tracce degli imputati sui reperti di Serena Mollicone, sui suoi abiti e sulle loro pertinenze.
III=I tempi e le modalità del confezionamento, del trasporto, della messa in posa e della composizione della scena inficiano le ipotesi avanzate dagli inquirenti.
IV=Totale incertezza delle cause, dell’origine, del numero, della datazione e della cronologia delle lesioni su Serena Mollicone.
V= Incertezza della genuinità e della non contaminazione dei reperti “Porta della caserma di Arce” e “Nastro capo + nastro collo + busta Eurospin e frammenti lignei”. Certezza assoluta della contaminazione continua e incrociata (cross contamination).
VI= Incertezza della genuinità delle tre dimensioni della lesione sulla porta e confutazione del “calco porta” effettuato dai Consulenti del PM: quindi, non c’è prova. .
VII= Certezza della contaminazione e quindi della non genuinità dei reperti “porta” e “nastro capo + nastro collo + busta Eurospin e frammenti lignei”, contaminazione che inficia il lavoro dei Consulenti del PM.
VIII= Certezza assoluta che la porta della caserma di Arce non è il mezzo lesivo o arma del delitto. Certezza assoluta che i frammenti lignei (28) rinvenuti sui nastri che legavano il capo e la busta sul collo di Serena non provengono dalla porta. Certezza che i Consulenti tecnici del PM hanno prodotto conclusioni avventate e intimamente fallaci.
I due specialisti hanno dimostrato che: 1) Serena Mollicone non è entrata in Caserma per recarsi da Marco Mottola; 2) la porta della Caserma non è “arma del delitto – mezzo lesivo”, di conseguenza gli inquirenti hanno spostata un’intuizione errorifica ; 3) i 28 microframmenti lignei rinvenuti sui nastri rep. 11 e 13, nastri capo e nastro busta-collo, non provengono dalla porta e quindi non sono prova dell’avvenuto impatto “testa di SM – porta, come invece ipotizzato senza prove dagli inquirenti; 4) non è stata rispetta alcuna catena di custodia della prova con riferimento alla porta ed alle attività di ispezione cadaverica e necroscopiche, tutto ciò invalida maggiormente la genuinità dei reperti; 5) l’impianto accusatorio contro la famiglia Mottola e le dieci tesi che lo compongono sono illogiche e prive di indizi forti e previsi, oltre a basarsi sul elementi non dimostrati; 6) Marco Mottola il giorno del funerale di Serena non era biondo e nemmeno mechato: ciò è provato dalle fotografie; 7) le prove scientifiche dimostrano con totale certezza la inconsistenza dell’impianto accusatorio, tanto che il prof. Lavorino ha dichiarato “Da anni sono entrati nel deserto e continuano a girarci dentro”.
NOTE CONCLUSIVE DEL PROF. CARMELO LAVORINO, DEL PROF. CLAUDIO LAVORINO E DELL’ING. COSMO PYO DI MILLE SUI TRE REPERTI NASTRO CAPO, NASTRO COLLO E BUSTA EUROSPIN PIÙ I CAPELLI: 1) SICUREZZA DI CROSS-CONTAMINATION (CONTAMINAZIONE INCROCIATA) CONTINUATA E COMPLESSA; 2) LA BUSTA EUROSPIN SICURAMENTE CONTAMINATA DA MOLTO MATERIALE; 3) I QUATTRO REPERTI SICURAMENTE ENTRANO IN CONTATTO, QUINDI C’È LA CERTEZZA ASSOLUTA DI CROSS-CONTAMINATION CONTINUATA E COMPLESSA
Con altissima probabilità che rasenta la certezza la busta Eurospin aveva contenuto qualcosa (un quid) a noi ignoto, un qualcosa che è entrato in contatto con le parti esterne del nastro capo. Nemmeno è da escludere che la busta le sia stata avvolta prima del bendaggio così trasferendo sui capelli materiale proprio.
La busta Eurospin esternamente è entrata in contatto con molto materiale, quello dove poggiava prima dell’imbustamento, quello dove poggiava prima: sicuramente numeroso, secondo il principio del buon senso. Luoghi, zone e oggetti DOSCEQ (DOve Sicuramente C’Era Qualcosa).
La busta Eurospin viene avvolta attorno al capo bendato dal nastro Ghost. Prima era poggia-ta/contenuta su/in luogo DOSCEQ (DOve Sicuramente C’Era Qualcosa).
La busta Eurospin dal luogo della deposizione prima del trasporto sino all’inserimento e collo-cazione sul mezzo di trasporto viene in contatto coi luoghi DOSCEQ (DOve Sicuramente C’Era Qualcosa).
Dal mezzo di trasporto al luogo di deposizione la busta con altissima probabilità viene toccata dal/dai trasportatore/trasportatori.
Quando il corpo di SM viene adagiato/poggiato/sistemato sulla radura boschiva sotto il foglia-me, che poi piene tirato verso il basso e fissato sul terreno, la busta Eurospin viene a contatto col terreno DOSCEQ (DOve Sicuramente C’Era Qualcosa).