Intemerata

in-te-me-rà-ta

SIGNIFICATO Rimprovero lungo e violento; discorso lungo e noioso

ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino cristiano O intemerata Virgo, inizio di una lunga preghiera alla Madonna.

  • «Prima di farlo uscire gli ha fatto un’intemerata.»

‘Intemerata’ è il femminile di ‘intemerato’, no? Ci parla di qualcuna che è incorrotta, pura — e lo fa da un registro che forse non usiamo tutti i giorni, anche se l’effetto è di una bellezza struggente. Be’, ‘intemerata’ può portare questi significati, e possiamo parlare dell’amministratrice intemerata che si ricandida alle elezioni, alla versione intemerata che il testimone continua a dare fin dal primo momento, alla torta che abbiamo conservato intemerata colpendo col mestolo innumerevoli dita rapaci tese ai riccioli di panna. Ma l’intemerata (sostantivo, non aggettivo) può anche essere qualcosa di meno , perfetto e amabile, nella fattispecie un rimprovero aspro e lungo. Naturalmente c’è un filo etimologico che collega queste accezioni — purezza e  — ed è di un genere obliquo e lievemente dissacrante che ci è già capitato d’.

Nel  (e peraltro in buona parte d’Europa) ebbe successo una particolare preghiera da rivolgere alla Madonna, che iniziava col verso O intemerata Virgo (cioè ‘O Vergine incorrotta’). È il caso di apprezzare questo ‘intemerata’ en passant anche per la sua profondità etimologica: il latino temerare è un ‘profanare’,  un ‘trattare senza riguardo’, dall’avverbio tèmere ‘senza riflessione, a casaccio’, da cui anche la vena del temerario, e affine nientemeno che alle tenebre. Ad ogni modo, questa preghiera era naturalmente recitata con slancio e fede — ma anche le migliori intenzioni fanno i conti con pensieri , se non .
A quanto pare l’estensione del testo e le modalità della recitazione di questa preghiera — per non  il fatto non dappoco che comunque era in una lingua straniera — la rendevano lunga e tediosa in maniera particolare. In questi casi, è facile che un orecchio sufficientemente malizioso peschi un titolo, o un termine che rende riconoscibile la preghiera in questione (come quell’intemerata, così inusuale) e lo attragga nel lato oscuro dei significati della predica. Quale lato oscuro?

È una terra meravigliosa, in cui si intrecciano lunghezza interminabile, noia insostenibile, irritante inclinazione alla repressione, autorità rigida e opprimente, e . È lo splendido crinale su cui s’incontrano i due versanti del discorso sia chilometrico sia barboso, e della lavata di capo. Così l’intemerata prende tutta un’altra veste.

Seguiamo il seminario in cui si susseguono intemerate su una quantità di rischi burocratici, sopportiamo le intemerate sugli effetti  del nostro amato vizio, dopo l’errore sciocco ci becchiamo un’intemerata.
Non è lagnosa come la , né insistente e ripetitivo come la  (per restare in ambito dissacrante), ma ha anche un aspetto meno oppressivo della , meno aggressivo della rampogna (ma non meno solenne). Il suo  si apprezza anche a contrasto con la disinvoltura del  e la spontaneità del .

Come si nota il tessuto storico e  qui è davvero ricco; certo resta un termine ricercato, ma forse in questa veste l’intemerata è più accessibile dell’intemerata-aggettivo — difficilmente quando raccontiamo che qualcuno, per una mancanza, ci ha fatto un’intemerata, lasciamo qualche dubbio sul suo significato.