*I crociati dell'(in)eguaglianza* di Vincenzo DAnna*
Quando Altiero Spinelli scrisse il “manifesto di Ventotene”, libro con il quale si prefigurava la necessità dell’Unione Europea, il grande pensatore e scrittore italiano liberale non immaginava certo che questa nuova creatura geo-politica, nata dopo i disastri della seconda guerra mondiale, potesse trasformarsi in una sorta di regime burocratico. Lo stesso vale per i padri politici della Ue, il nostro Alcide De Gasperi, il francese Robert Schuman ed il tedesco Konrad Adenauer nel momento in cui stipularono il protocollo sulla Comunità Economica Europea (CEE), con il trattato di Roma nel 1957. Ahinoi, a ottant’anni di distanza, quell’idea si è letteralmente stravolta ed il nazionalismo sovrano ha avuto finora la meglio. Per farla breve, nessuno dei paesi aderenti, compresi quelli dell’est europeo, ha inteso cedere quote di sovranità nelle decisioni da assumere, lasciando al governo comunitario le materie di natura prettamente regolamentare: quelle della moneta e della banca comune europea, per intenderci; quelle della libera circolazione delle merci prodotte dai vari stati. Insomma null’altro che un bureau economico finanziario sulle politiche di bilancio degli Stati per tenere forte e stabile l’ Euro. Niente altro che questo. Neanche un esercito comune che, in frangenti come questi, con la guerra di aggressione dei Russi in Ucraina, ci vede minacciati da vicino costringendoci a proteggerci, ancora una volta, sotto l’ombrello della Nato e del grande potenziale militare degli Usa.
Lo stesso vale per un altro pilastro dell’agire dei governi europei: la politica estera. Ursula Von der Leyden, presidente della Commissione Europea è un profeta disarmato. Il nostro primo ministro Ue gira per il mondo ben sapendo che quel che determina con i suoi interlocutori è frutto dell’approssimazione politica in quanto soggetto ad essere accettato ed applicato dopo estenuanti compromessi tra i vari Stati membri dell’unione i quali, a loro volta, sono oberati da vincoli e direttive provenienti da Bruxelles in vari campi: agricoltura, commercio, spesa e debito statale, direttive sugli standard di produzione dei beni e servizi, protezione dell’ambiente. Una miriade di direttive che, con occhiuta precisione, ha fissato finanche le dimensioni degli scarichi dei water closed nei bagni delle nostre case ed il tipo di caldaie da utilizzare!! Il peggio di quello che un singolo Stato dirigista e burocratico può esercitare sulla vita dei suoi cittadini senza essere politicamente sovrano su di loro: il massimo dell’interferenza con la minima responsabilità politica e di governo. Un esempio di questa confusione viene dalle direttive europee sulle automobili a motore a scoppio in favore di quelle elettriche ed ancor di più sulla edilizia ecologica. La direttiva sull’efficienza energetica degli edifici è stata approvata col voto contrario dell’Italia e dell’Ungheria e l’astensione di Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Svezia e Slovacchia. E’ il trionfo del dirigismo europeo che però crea problemi enormi ad un paese come l’Italia sostanzialmente aggravato dalla vetustà del proprio patrimonio immobiliare. Peraltro tale atto rischia di ampliare artificialmente la forbice sociale tra i ricchi, proprietari di case che possono essere ben ristrutturate e che il mercato, di conseguenza, apprezzerà e valorizzerà, e i poveri, le cui abitazioni si (s)venderanno a sconto per effetto delle basse prestazioni energetiche più ancora di quanto già non accada oggi. Così come la macchina la dovranno cambiare tutti!! Capita spesso che il dirigismo statale pensato in nome dell’eguaglianza imposta da un apparato pervasivo e dirigista, finisca con realizzare l’esatto contrario in termini di equità sociale. Nel Belpaese il superbonus e gli altri bonus edilizi, sono costati complessivamente alle casse dell’erario, qualcosa come circa 219 miliardi di euro in un triennio!! più di qualunque altra politica economica del dopoguerra!! Pensate: per ristrutturare appena il…4 per cento degli edifici, abbiamo ipotecato il bilancio pubblico per gli anni a venire!! Un vero e proprio salasso per le già bistrattate casse nostrane. Per quelli che non hanno usufruito dei benefit il governo dovrà adottare altre agevolazione con misure chirurgiche elargite sotto forma di fiscalità ambientale. La direttiva europea che fissa termini temporali per l’adeguamento energetico imporrà che anche i più poveri (e quelli esclusi dai benefici) dovranno necessariamente mettere mano alla tasca! Ovviamente i crociati dell’eguaglianza si volteranno dall’altra parte per coloro che dovranno sborsare ingenti spese per l’adeguamento. E’ legge di vita dello Stato padre e padrone che a pagare restino i poveri e quelli non tutelati dalla elargizioni tipoche della politica clientelare.
*già parlamentare