Alvignano, la bontà della mozzarella e la riscoperta degli antichi vitigni di Vincenzo Carbone inviato ad Alvignano 

 

I protagonisti delle “eccellenze” enogastronomiche di Alvignano

Un fine settimana alla scoperta della mozzarella di qualità e degli antichi vigneti. Un’esplosione di cultura enogastronomica e sapori si è svolta il primo fine settimana di maggio presso il Comune di Alvignano (Caserta), con tanti turisti e visitatori alla scoperta del gusto autentico legato al latte e al territorio. Grazie al Villaggio della Mozzarella e al Festival di Alvignano si è potuto assistere non solo ad una celebrazione della mozzarella, ma conoscere un’importante occasione per far brillare i riflettori su Alvignano e le sue eccellenze materiali e immateriali. L’evento enogastronomico si è svolto con il protagonismo dei caseifici locali: “Caseificio Il Casolare”, “Caseificio Ponticorvo” e “Lattai Ponticorvo”, che hanno presentato le loro eccellenze, guidati anche dall’Onaf delegazione di Caserta. La Festa della Mozzarella rappresenta un importante appuntamento anche per la promozione dei birrifici del territorio e le eccellenze enologiche di Alvignano. Presente al Festival anche il Birrificio Karma, il birrificio artigianale campano premiato dalla Guida alle Birre d’Italia e l’azienda Primo Santagata di Alvignano, che ha recentemente ottenuto l’iscrizione del vitigno “Ingannapastore” al Registro Nazionale delle Varietà di Vite del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

Vincenzo Santagata, tramite la sua azienda “La Sagliutella Agriturismo”, ha recentemente avviato un progetto per valorizzare il vitigno antico Ingannapastore, caratterizzato da uve a bacca bianca adatte alla spumantizzazione, riuscendo a divenire un concreto esempio imprenditoriale nella riscoperta e nella promozione di varietà locali uniche. L’azienda di Santagata ha avuto il coraggio, facendo una scommessa anni fa, di ripiantare fino ad un ettaro del vitigno storico. La spumantizzazione, per il titolare dell’azienda agricola, formatosi sul tema nel Veneto del Prosecco, è stata la naturale conseguenza per un vitigno a bacca bianca, giovane e con un’uva che assaggiandola rivela una spiccatissima acidità.