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Toti-gate, la corruzione si allarga ai silos di veleni trasferiti in porto

L’INCHIESTA – Il progetto. Sollecitato dal sindaco Bucci e finanziato con 30 mln destinati inizialmente all’emergenza Morandi

DI MARCO GRASSO E ANDREA MOIZO

11 MAGGIO 2024

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L’ombra della corruzione si allunga su un’altra grande operazione nel porto di Genova, il contestatissimo trasferimento dei depositi chimici. Ieri Giovanni Toti, indagato per corruzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Oggi è atteso l’interrogatorio di garanzia del suo braccio destro Matteo Cozzani. Dalla richiesta di misura di 1.400 pagine dei pm, intanto, emergono nuovi dettagli sull’inchiesta che sta scuotendo la Liguria e in particolare sulla reazione di Toti a una notizia di stampa di un incontro con politici del Pd sullo yacht di Aldo Spinelli. In una delle intercettazioni Toti, “evidentemente stizzito”, comunica “sarcasticamente”, “di aver compreso” il motivo per il quale non aveva “visto nulla per le elezioni di Savona”. Scambio di battute che per i pm dimostra il “rapporto di interdipendenza” tra favori e finanziamenti.

Il nuovo fronte investigativo, aperto nelle ultime ore, investe il trasferimento dei depositi chimici Superba, fortemente voluto dal sindaco Marco Bucci e finanziato con 30 milioni di euro di fondi pubblici destinati inizialmente all’emergenza del post Morandi. Un’operazione che avrebbe dovuto portare un impianto a rischio incidente rilevante a poche centinaia di metri da un quartiere popolare e popolato, Sampierdarena, tra i più colpiti dal crollo del viadotto Polcevera, con un forte incentivo economico offerto a un privato, Superba, che oggi gestisce un impianto a Multedo, bacino elettorale molto ascoltato da Bucci.

Sul caso indaga il pool coordinato dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Al centro delle indagini ci sono le presunte pressioni che spiegherebbero l’improvviso cambiamento di rotta del comitato tecnico di sicurezza, che dopo un’iniziale bocciatura dell’operazione avrebbe mutato il diniego in un parere positivo. Una sterzata che sarebbe spiegata da pressioni arrivate dai vertici della Regione Liguria, come già svelato dal Fatto. I reati ipotizzati sono di traffico di influenze illecito, induzione indebita a dare o promettere utilità e abuso d’ufficio.

La vicenda dei depositi chimici emerge dalle carte dell’inchiesta della Procura di Genova sul sistema Toti. Il governatore e il sindaco Bucci ne parlano il 22 dicembre 2021: “La conversazione abbracciava numerosi argomenti – scrive la Guardia di Finanza – tra cui quello dello spostamento dei depositi chimici a Ponte Somalia e si concludeva discutendo di Aldo Spinelli e della sua richiesta di riempire Calata Concenter”.

Il riempimento di questa parte di porto, sovvenzionata con soldi pubblici, è una delle decisioni favorevoli a Spinelli che sarebbero state ripagate con finanziamenti a Toti. La faccenda dei depositi chimici, tuttavia, sembra essere più una decisione su cui Toti spende la sua influenza per accontentare Bucci: “(Spinelli) Vuole che gli tombiamo il Concenter”. Bucci: “Certo, infatti noi lo tombiamo appena ci risolvono il problema dei depositi… tombiamo… glielo dico chiaro e tondo, io, hai capito?”. La decisione, ancora una volta, dovrebbe passare dalle mani del presidente dell’Authority Paolo Emilio Signorini e non sarebbe sgradita a Spinelli, perché una delle zone alternative candidate a ospitare gli impianti, a ridosso della Lanterna, è da sempre nelle mire dell’ex presidente del Genoa. Quella soluzione accontenterebbe insomma tutti: “Fanno tutti l’assalto alla diligenza – dice Toti – Aponte si prende il suo, Spinelli si prende il suo, e a noi non ci danno un cazzo?”. Bucci replica con una metafora, paragonando “la situazione ai maiali a cui dava da mangiare da piccolo”. Ancora Toti: “Vabbè, con l’anno nuovo bisogna fare il giro di tutti i grandi del porto…”. Bucci: “Bisogna farlo”.

Di parere diverso, però, il Tar di Genova. La procedura imbastita da Signorini è infatti stata oggetto di svariati ricorsi, e proprio mercoledì il Tar ne ha accolti tre. “Problema amministrativo” ha minimizzato Bucci. Prima di scoprire che anche la Procura ritiene credibili le pressioni denunciate da membri del comitato.

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