Il Coapi apprezza l’apertura di un confronto sul sistema sanzionatorio per combattere la pesca illegale decisa dal ministero dell’Agricoltura. Fabbris: “È una delle nostre richieste del documento ufficiale sulla campagna “99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca”

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Il Coapi esprime apprezzamento per la costituzione da parte del Masaf di un gruppo di lavoro che avrà il compito di analizzare, studiare, verificare e controllare la coerenza del sistema sanzionatorio nazionale rivolto alla repressione della pesca illegale, che sarà presieduto dal direttore generale del dipartimento della pesca marittima, dottor Francesco Saverio Abate. Il gruppo di lavoro – già convocato per domani, 12 giugno 2024 – dovrà anche redigere un documento volto ad individuare le linee guida per il riordino, la semplificazione e la razionalizzazione dell’attuale sistema sanzionatorio.

L’obiettivo dichiarato del decreto istitutivo del gruppo di lavoro è di ottenere un nuovo sistema sanzionatorio effettivamente dissuasivo verso la pesca illegale. Tale passo del Masaf va incontro ad una precisa richiesta del Coapi, contenuta nel documento della campagna di mobilitazione “99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca”.

“Si tratta di un primo risultato positivo – commenta Gianni Fabbris, portavoce del Coapi – sopravvenuto all’incontro del 7 giugno scorso con il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, quando il Coapi aveva chiesto un impegno per aprire tavoli tecnico politici sulle condizioni di crisi dell’agricoltura e della pesca e – nello specifico – vi era stato un primo confronto tra il nostro rappresentante dei pescatori Nunzio Stoppiello, della marineria di Manfredonia e la dottoressa Sandra Locatelli della segreteria del direttore della direzione generale pesca Francesco Saverio Abate.”

“Le norme nazionali sulle sanzioni contro la pesca illegale attualmente in vigore, sono modellate su quelle che l’Ue assume dal modello della pesca dei Mari del Nord e dell’Oceano Atlantico (un sistema altamente intensivo, non selettivo e industriale) e non tengono conto delle peculiarità della piccola pesca locale del Mediterraneo finendo per essere dissuasive più verso l’esercizio della piccola pesca locale che verso la pesca illegale – sottolinea il Coapi – una piccola e media pesca che ha un più basso impatto ambientale perché legata alla capacità degli operatori di cambiare tecniche di cattura nell’arco dell’anno secondo stagionalità.”

Il Coapi prende atto con soddisfazione anche che – dopo anni – il Governo abbia deciso finalmente di costituire la direzione generale per la pesca e l’acquacoltura presso la Presidenza del Consiglio (art 12 del decreto DECRETO-LEGGE 15 maggio 2024, n. 63 “Istituzione del Dipartimento per le politiche del mare”) , un atto certamente dovuto che smuove la dinamica istituzionale nella direzione di affrontare le risposte che da tempo attendono i pescatori italiani e sollecita il MASAF, come sottolineato sempre nel documento presentato al Governo sulla pesca durante l’incontro con il Sottosegretario, a ricostituire la piena funzionalità dell’Ufficio PEMAC III assegnando il ruolo dirigenziale da troppo tempo vacante per favorire l’interlocuzione con i pescatori.