*Da Omero alla Salis* di Vincenzo D’Anna*
Un celebre brocardo latino recita “Cum grano salis” intendendo consigliare gli uomini ad agire con moderazione, intelligenza e, metaforicamente, con i granelli del sale del buon senso. Un fondamento di saggezza tramandatoci da coloro che nei tempi remoti seppero costruire addirittura un impero come gli antichi Romani. Un vasto patrimonio culturale, quello dell’Urbe, andato quasi interamente perduto con l’abbandono, oppure la scarsa considerazione di cui godono le cosiddette lingue morte. Questo uno dei tanti scempi ai quali abbiamo assistito nella scuola italiana, quel mastodontico carrozzone ove di continuano si reclamano riforme in nome di un pedagogismo d’accatto che ha visto le cose peggiorare di anno in anno. Una scuola che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, alla didattica ha preferito la filosofia dell’accoglienza e dalla quale invece che persone istruite, esce un’amorfa massa di “accoglioni”. L’esito atteso dal fenomeno del degrado culturale, la sostituzione dei saperi personali con l’uso vicariante della tecnologia digitale, quei device ai quali oggi si ricorre anche per fare una semplice operazione aritmetica, ha fatto tutto il resto. Il fenomeno è mondiale e trova conferma nella recente decisione assunta nelle scuole statunitensi di eliminare dai programmi scolastici lo studio dei poemi Omerici (l’Iliade e l’Odissea). Il presupposto di questa cancellazione risiede nel fatto che quei capolavori siano ormai in contrasto con la moderna visione sociale e con l’osservanza di quei concetti che valorizzano i diritti civili. In buona sostanza, esaltino la guerra, le lotte di potere, rimarchino la sudditanza del ruolo sociale spettante alle donne oltre a considerare la crudeltà come una delle manifestazioni dell’essere eroi. La cosa oltre che tragica è ridicola per il semplice fatto che quei valori sono espressione di quel tempo remoto, delle leggi e dell’etica di circa tremila anni fa!! Insomma è come dichiarare scorretto ed inaccettabile l’uso nella preistoria di congiungersi e fare figli al di fuori del concetto di nucleo familiare, di uccidere chi ci minaccia invece di portarlo in tribunale, di non tenere conto di diritti e prerogative che sarebbero venute nei secoli a venire, rispetto a quando si viveva sulle palafitte e si usava la clava. Tuttavia dai poemi omerici scaturiscono anche altri valori positivi che sono giunti fino a noi come il desiderio di compiere gesta affinché il ricordo dei protagonisti rimanesse impresso nella memoria dei posteri, come, ad esempio, l’amor di patria, l’onore, il sentimento di giustizia e finanche la “pietas” umana. Per capirci: basterà leggere l’invocazione che Priamo, re di Troia, rivolge ad Achille per riavere indietro il cadavere martoriato del figlio Ettore così da potergli dare degna sepoltura. Tramandare la storia e l’eredità di quei valori non è stato mai un male per coloro che hanno letto i canti del “poeta cieco”, narrati oralmente da generazione in generazione prima di essere immortalati su pergamena. Peraltro le opere d’arte non devono essere espressione confermativa dei costumi e della morale dei tempi in cui vive colui che le apprezza e le studia. Le cose cambiano. Voler guardare, all’indietro, alle leggi delle polis, alla democrazia decisionale, ai governi illuminati dagli aristoi come Pericle o come i Tiranni (intesi come uomini di valore chiamati a reggere il timone della città) non ci faremmo certo una bella figura. Ad Atene nel V secolo a.C. nessuno avrebbe proposta alle supreme cariche dello Stato una candidata come Ilaria Salis, pluri condannata per atti di violenza politica, per contrasto alla forza pubblica ed occupazione di casa popolare accumulando un debito di ben novanta mila euro nei confronti del Comune, pur non essendo un indigente ma un’impiegata statale. Una docente che invece di insegnare girovagava per l’Europa, con le truppe facinorose dei No Global a caccia di estremisti di destra e capitalisti. Insomma una che lo Stato e le sue leggi li beffeggiava o li osteggiava. Peraltro nessuno avrebbe pensato di utilizzare la carica elettiva come espediente per scarcerarla dalle patrie galere ungheresi ove giaceva per atti contrari alle norme di quel paese. Sarà anche bene precisare che non siamo innanzi ad un cittadino carcerato per le proprie idee alternative al sistema ma per aver violentemente contestato e violato le norme di un paese straniero nel quale si era scientemente introdotta per procurare danni. Ma la sinistra italiana ha sempre vissuto di icone, di eroi farlocchi, di simboli ai quali fare riferimento e nei quali trovare un conforto alle proprie tesi per quanto sbilenche e contraddittorie esse siano. Un paradosso, il loro, a dir poco assurdo: scegliere di vivere nel sistema, goderne i vantaggi e, al tempo stesso, predicarne la distruzione!! Eppure nel mondo non mancano le satrapie da combattere e, guarda caso, sono quasi tutte marxiste ossia compatibili con il modello socio politico propugnato con tracotanza dalla Salis. Altro che Omero! Altro che Achille!! Altro che Ulisse!! Sono questi i cattivi maestri che dovrebbero essere cancellati, quelli che fanno i comunisti pur essendo ricchi ma poi si atteggiano a poverelli per sembrare intelligenti!!
*già parlamentare