*La libertà economica? Tra le stelle!!*
di Vincenzo D’Anna*
Tempi duri per il libero mercato di concorrenza!! Da che esiste il mondo, i venti di guerra hanno sempre incentivato l’intervento dello Stato in economia. La necessità derivante dalla posta in gioco, vale a dire le sorti della nazione e del suo popolo, è di tale importanza da spingere chi governa a fare uso esclusivo delle proprie risorse, umane e finanziarie per fare fronte alle temperie. Certo si alimentano a latere le industrie private, quelle che forgiano l’acciaio ed i vari sistemi d’arma di difesa e di attacco. Pensiamo all’elettronica, all’aeronautica, ai mezzi di trasporto sussidiari della macchina bellica e per questo indispensabili nel medio termine, prima che l’apparato si organizzi in proprio. Grandi fortune sono state accumulate da quelle specifiche aziende nella qualità di fornitrici dei beni materiali necessari ad un esercito agguerrito, degno di quel nome. E tuttavia nel più vasto orizzonte economico, l’impiego delle risorse pubbliche si è sempre orientato verso i monopoli e l’autosufficienza dello Stato. In proposito va ricordato che il più famoso degli economisti del secolo scorso, J. M. Keynes ideò la propria teoria dell’intervento pubblico in economia proprio dedicandola a quelle economie che, agli inizi del secolo scorso, si trovarono alle prese con gli sconquassi provocati dalla prima guerra mondiale. Un teoria, la sua, che fece e fa tuttora molti proseliti, soprattutto tra le schiere dei vetero marxisti e degli statalisti, ossia di tutti coloro i quali idolatrano la programmazione statale, i monopoli pubblici ed ogni altra circostanza in cui è l’apparato centrale stesso a possedere i mezzi di produzione. Condizione, quest’ultima, che finisce poi con l’assegnare al pubblico la tragica presunzione di poter programmare anche i bisogni dei singoli individui assicurando loro quel più gli necessiterebbe, espropriandoli però, in tal modo, dalla libertà di poter vivere e scegliere secondo il proprio modo di essere. Insomma più alto è il pericolo generale più forte diventa la malintesa necessità che sia lo Stato a dover provvedere per i propri cittadini. Poiché i focolai di conflitto, anche quelli potenziali, da qualche anno si sono moltiplicati, si assiste ad una sempre maggiore emarginazione della libera impresa, a tenere stretto il controllo dello Stato sull’economia. A questo si aggiunga che le teorie keynesiane mantengono ancora il loro appeal presso la classe politica in ragione del fatto che mettere le mani nelle tasche dei contribuenti per poter spendere a proprio piacimento (in genere per raggiungere scopi politici), è un potente strumento al quale la classe dirigente non intende certo rinunciare, ed ecco che il gioco è fatto!! Sembra che in questo bailamme a fare eccezione sia l’economia dello spazio, un ambito nel quale la libertà del mercato di concorrenza costituisce il modo migliore per velocizzare lo sviluppo ed il raggiungimento degli obiettivi. Rainer Zitelmann (storico, sociologo e autore di “La forza del capitalismo” ed “Elogio del capitalismo”) evidenzia come in questo particolare settore economico stiamo assistendo ad una fase di grande sviluppo esattamente opposta a quella patrocinata dallo Stato. L’impresa privata, infatti, ha ridotto dell’80% i costi dei lanci spaziali rendendo possibile anche il riutilizzo dei razzi dopo il decollo con i vettori che tornano alla base dopo la loro missione. Lo stesso vale per la ricerca di nuovi modelli, computer e circuiti elettronici che prendono vita dalla necessità di risolvere problemi complessi (quello che una volta facevano i prototipi delle auto da corsa che scaricavano i miglioramenti sulle normali vetture circolanti). Per dirla con altre parole: siamo alla genialità di progetti posti in concorrenza, alla scelta delle persone in base ai talenti che queste posseggono. Ebbene, a tutto questo fa da contraltare la…macchina statale, gravata dalla burocrazia e dalle convenienze politiche della gestione: dispendiosa, bolsa, inefficiente, inadeguata ed inadatta a raggiungere quegli scopi e quei risultati !! Oggi il visionario obiettivo della “missione” più ambiziosa, quella di colonizzare Marte, rendendo l’umanità una civiltà multiplanetaria, è a portata di mano per merito del mercato di concorrenza e della libertà di impresa. Insomma: quello che è sempre successo allorquando la libertà economica non viene condizionata e defraudata dallo statalismo e dalla politica politicante che lo impone.. Nel mentre il saggio indica il cielo, l’idiota osserva il dito.. E di idioti nelle fila dei governi europei ce ne sono un’infinità!! Tutta gente che tassa l’impresa e la ricchezza prodotta, ripiana debiti facendone altri, retribuisce secondo un orario di presenza e non secondo quel che ciascuno produce. Lo fa per…altruismo, ossia con i soldi degli altri. Un modus operandi che porta ad allevare generazioni di assistiti e parassiti per carpirne il voto, a discapito della libera iniziativa e dell’ingegno umano. Insomma, per trovare libertà di impresa e mercato di concorrenza occorrerà alzare gli occhi al cielo. Amen!!
*già parlamentare