I Santi nelle tele* di Vincenzo D’Anna*

Non sono un esperto di storia dell’arte, tuttavia non occorrono titoli per riconoscere che le città italiane siano quasi tutte dei musei a cielo aperto che, insieme a quelli veri e propri, insegnano al comune cittadino ad apprezzare la bellezza ed il valore di migliaia di capolavori sparsi un po’ in tutto il Belpaese. L’osservazione di queste opere, che il mondo ci invidia, in uno con qualche reminiscenza scolastica, ci induce a poter apprezzare quel che osserviamo e valutiamo, anche da semplici turisti. Insomma: acquisiamo la capacità di riconoscere il bello in sé, secondo l’idea platonica, in quanto quei tesori artistici rappresentano l’ideale stesso della bellezza, il termine di comparazione che ci permette di identificare la bellezza come tale. Il senso critico, come discrimine, ci aiuta poi ad individuare quello che è essenzialmente ai vertici della espressione artistica, della genialità, rara ed inimitabile. L’abitudine all’osservazione delle opere d’arte comporta anche il poterle individuare come tali nel mare magno di quanto gli artisti, illustri o mediocri, ci hanno proposto nel corso dei secoli. Buona parte di questi “lavori” sono di natura pittorica e fin dal tredicesimo secolo, in maggioranza, raffigurano i Santi e le scene raccontate nel Vangelo, essendo per la loro quasi totalità, destinati ad essere esposti nelle chiese oppure commissionate da Papi e Cardinali che, con qualche mecenate di nobile casata, le richiedevano per abbellire i loro palazzi. Espressione del gusto ed al tempo stesso della potenza politica o religiosa dei loro committenti. Scene iconiche perché spesso rappresentate come soggetti classici e quindi ripetute più volte. Riconosciamo in tal modo anche i protagonisti ritratti: San Sebastiano dalle frecce che sono infisse nel suo corpo; Giovanni Battista dalle vesti costituite da pelle di cammello; San Giorgio dallo scudo e dalla spada; San Benedetto dall’abito di monaco e la croce in mano; San Lorenzo dalla graticola sulla quale fu arso vivo, e così via. Insomma: la rappresentazione artistica fa riferimento ad elementi distintivi della vita, della morte, dei miracoli o delle opere compiute in vita dai Santi rappresentati. Sono immagini che diventano, al tempo stesso, lo stereotipo distintivo di quel che l’artista immortalava. Se,per mera avventura, immaginassimo di poter rappresentare la vita e le opere dei politici italiani che hanno significativamente inciso sulla storia e la vita della nazione, con molti di essi l’artista si dovrebbe lambiccare il cervello per coglierne una posa significativa ed identificativa!! Per dirla in breve, diversi tra questi rappresentanti del popolo, una volta elevati alla dignità di governanti, non hanno lasciato segni particolari né opere identificative del loro vissuto. In pratica, le tracce significative del proprio operato sarebbero irrilevanti ai fini della rappresentazione pittorica o scultorea. Al massimo potrebbero essere rappresentati come personaggi di contorno: quelli che si chiamano “i Santi nella tela”. Inespressivi, irrilevanti, indistinguibili, se non come figure di secondo piano. Proprio come i nostri politici contemporanei, ossia coloro i quali, in questi giorni, sono chiamati a svolgere ruoli di rilievo . Ad esempio quelli che sono impegnati nelle vicende dell’Unione Europea che sta per eleggere le cariche dei suoi vertici di governo. Ebbene, cosa sta emergendo da queste manovre? Semplice: dopo tanto strepito sulla vittoria elettorale delle destre in Europa ed il fantomatico incipiente pericolo per la democrazia e le libertà, ci si appresta a varare una squadra fotocopia della precedente maggioranza politico parlamentare!! Il partito popolare, di maggioranza relativa, il partito socialista e quello liberale eleggeranno, nuovamente, a capo della Comissione Europea Ursula Von der Leyden. Antonio Costa andrà al Consiglio Europeo e Kaia Kallas diventerà l’alto rappresentante della UE. E gli italiani? Non pervenuti. Nei popolari europei, infatti, Forza Italia ed i cosiddetti centristi contano poco o nulla, e così il Pd di Elly Schlein nel gruppo socialista. Figure secondarie, e quindi giungono i veti dei socialisti e dei liberali (francesi ed inglesi) che forse impediranno i temuti accordi con la Meloni. Eppure questa ultima ha diligentemente preso le distanze sia da Marie Le Pen che da Victor Orban. Insomma per gli italiani si consumeranno prevalentemente piccole vendette nazionali. Niente per me niente per gli altri. Alla fine della fiera tutti risulteranno essere null’altro iche dei Santi nella tela europea!!

*già parlamentare