PROTAGONISTA IL FIGLIO DELL'”ANGELO” DEL REAL SITO DI CARDITELLO

PROCESSO PESTAGGI CARCERE, DETENUTO INSOFFERENTE ALLE DOMANDE DELL ‘AVVOCATO SBOTTA E OFFENDE CON ALLUSIONI SESSUALI. DI NUOVO TENSIONE IN AULA DOPO LE MINACCE DI MORTE RIVOLTE A MAGGIO SEMPRE ALLO STESSO LEGALE. IL PRESIDENTE DELLA CORTE INTERVIENE E RICHIAMA IL TESTE CHE CHIEDE SCUSA MA E’ SCONTRO TRA PM E DIFENSORE SULLE MODALITA’ NELLA CONDUZIONE DEL CONTRO-ESAME.

Insofferente per le domande che gli rivolge l’avvocato durante l’esame in aula, sbotta e reagisce offendendo l’avvocato che lo sta interrogando, utilizzando un linguaggio sessualmente allusivo e neanche tanto velato. E’ l’ultimo grave episodio che ha messo in subbuglio l’ultima udienza del maxi-processo sui pestaggi in carcere per le presunte violenze subite dai detenuti in carcere, nell’aprile del 2020, da parte degli agenti penitenziari. La reazione del teste – tale Giovanni Cestrone, 28 anni, di San Prisco, con precedenti per droga e parte offesa nel procedimento, attualmente detenuto a Poggioreale – ha infiammato lo scontro che già era in atto tra il pubblico ministero Alessandro Milita e l’avvocato Carlo Destavola, destinatario della frase pronunciata dal testimone. Una schermaglia che era nata per le modalità degli interventi in controesame da parte dell’accusa. Il destinatario della grave offesa è lo stesso avvocato difensore che, il 15 maggio scorso, nello stesso processo fu destinatario di una minaccia di morte con una frase choc da parte di un altro teste-detenuto («Ti faccio due buchi in testa»). La circostanza provocò una forte solidarietà da parte degli organismi forensi sfociata successivamente con tre giorni di astensione dalle udienze, proclamata dalla Camera Penale. Il processo che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere, davanti ai giudici della Corte di Assise – con 105 imputati, tra agenti, ufficiali, medici e dirigenti Dap – questa volta è stato caratterizzato da una battuta volgare pronunciata dal teste Cestrone. Il teste era stato incalzato più volte dall’avvocato Destavola su un chiarimento riguardante l’uso del manganello che, come emerso durante il precedente esame con il pubblico ministero, un agente avrebbe tentato di mettere «dove non batte il sole». Le risposte di Cestrone, non sono state ritenute esaustive dall’avvocato che ha sollecitato più volte Cestrone a chiarire l’episodio.

E’ a questo punto che il teste, rivolgendosi alla toga con il «tu», sbotta con una risatina: «Si vede che ti piace proprio questo argomento», ripetendo la frase per ben due volte dopo che l’avvocato gli domanda «cosa ha detto?» e sollecitando un intervento immediato del presidente della Corte per la gravità del fatto. Cestrone chiede poi scusa, ma oramai in aula si è alzato il livello di scontro tant’è che il pm Milita interviene sottolineando che «si tratta di persone vulnerabili ed il modo di contrapporsi al teste è può provocare questo tipo di reazioni». Di qui, la replica di Destavola e di altri difensori che contestano l’intervento.

Carlo Destavola

A cercare di placare gli animi ci pensa il presidente della Corte, Donatiello, che richiama fermamente il teste: «Non è tollerabile ciò che lei ha detto, sono offese che non sono consentite. L’avvocato fa il suo mestiere con il suo stile marcato ma le reazioni sono deprecabili e da condannare in tutte i modi e non tollererò cose di questo genere. Il rispetto reciproco non deve mai mancare».