IL CONDANNATO

Chico Forti, FdI: “Se vero, è grave”. Ma Meloni resta in silenzio

LA REAZIONE A DESTRA – Imbarazzo. Premier zitta sulla richiesta di far tacere Travaglio-Lucarelli. Parla Colosimo: “Sarebbe tradimento alle istituzioni”

6 LUGLIO 2024

Sorpresa. E anche un po’ di sconcerto. È stata questa la principale reazione dei dirigenti e degli esponenti di governo di Fratelli d’Italia quando ieri mattina hanno letto la notizia, rivelata dal Fatto e dal Corriere, della richiesta che Chico Forti avrebbe fatto a un altro detenuto del carcere di Verona (accusato di avere rapporti con la ’ndrangheta) per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e un altro soggetto. “Se confermato è un fatto molto grave”, è il commento ufficioso di molteplici dirigenti del partito di Giorgia Meloni. Confermato dalla presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo secondo cui, se confermato, il fatto sarebbe “molto grave” e così facendo Forti avrebbe “tradito la fiducia che gli hanno accordato le istituzioni”. Eppure la presidente del Consiglio, che il 19 maggio aveva accolto Chico Forti (condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per omicidio) all’aeroporto di Ciampino, preferisce restare in silenzio: Palazzo Chigi non commenta la vicenda. La linea è quella della cautela: c’è un’inchiesta della Procura di Verona.

A livello di governo, il dossier viene gestito dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (che ha la delega alle carceri) e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L’esecutivo attende la relazione del Dap sulle conversazioni tra Forti e il detenuto accusato di rapporti con la ’ndrangheta, un documento il cui utilizzo proprio da parte di Delmastro e del compagno di partito Giovanni Donzelli aveva provocato polemiche sul caso Cospito e costato al sottosegretario alla Giustizia un processo per rivelazione di segreto a Roma.

Per il momento non è prevista una ispezione nel carcere, che sarebbe considerata un’invasione di campo nei confronti dei pm veronesi. Alla cautela della premier – convinta dell’innocenza di Forti tanto da aver portato avanti una lunga trattativa con il governatore della Florida Ron DeSantis e con la Casa Bianca per riportarlo in Italia – si aggiunge anche quella del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Non commento cose in base a un articolo di giornale, sono garantista, aspettiamo l’inchiesta”. Silenzio anche della Lega di Matteo Salvini che ha perorato a lungo la causa di Forti, come di altri esponenti della maggioranza.

L’unica a esporsi pubblicamente per prendere le distanze da Forti è la presidente della Commissione Antimafia Colosimo, esponente di peso di Fratelli d’Italia: pur non commentando indagini in corso, Colosimo ha spiegato che “se il fatto fosse vero sarebbe di una gravità inaudita” e avrebbe “tradito la fiducia che le istituzioni che in tutti questi mesi gli hanno dato”. Poi ha aggiunto di voler portare la sua solidarietà ai giornalisti minacciati. Un pensiero condiviso dagli esponenti del partito, a cui non era piaciuto il titolo del Fatto del 19 maggio sul ritorno di Forti (“Benvenuto assassino”). Per questo la notizia ha sorpreso e, se possibile, amareggiato e deluso i vertici di Fratelli d’Italia. Tant’è che c’è anche chi evoca il complotto: la notizia, è la tesi dei più ortodossi, sarebbe uscita per danneggiare l’operazione di rientro in Italia di Forti.

L’opposizione invece va all’attacco del governo. Il leader del M5S Giuseppe Conte chiama in causa la premier: “Mi auguro che anche Meloni voglia vederci chiaro, con la stessa solerzia con cui si precipitò in aeroporto per tributare gli onori di Stato a Chico Forti”. Sia il Pd con Walter Verini sia Alleanza Verdi e Sinistra con Devis Dori invece hanno annunciato la presentazione di un’interrogazione urgente per chiedere al ministro della Giustizia Carlo Nordio di rispondere in Parlamento.