di Alessandra Ziniti

La Repubblica, 22 luglio 2024

“Una vergogna che reclama una soluzione”. Oggi una delegazione di parlamentari del Pd, domani i Garanti dei detenuti di Roma e del Lazio. Dopo la denuncia di Repubblica sulla storia del piccolo Giacomo, due anni e mezzo, che da dieci mesi vive a Rebibbia con la madre detenuta per reati minori, qualcosa si muove. Da ottobre scorso, quando sua madre è stata arrestata, Giacomo è il solo bimbo che sta a Rebibbia. Nessuno con cui parlare, giocare, interagire, nessuno degli stimoli di cui un bambino a quell’età avrebbe bisogno. Tanto che Giacomo ha maturato un ritardo nello sviluppo psico-motorio dovuto proprio alle condizioni in cui è costretto a vivere. Oggi pomeriggio a trovare in carcere il bambino e sua madre sono stati i parlamentari del Pd Gianni Cuperlo, Cecilia D’Elia e Walter Verini.

“Abbiamo incontrato il bimbo e sua madre e constatato le condizioni in cui è costretto a vivere nonostante gli sforzi e l’umanità del personale della sezione nido di Rebibbia – dice Verini – una storia che ci ha profondamente emozionato e spronato a dare battaglia sin da martedì, in commissione giustizia del Senato nelle votazioni degli emendamenti al disegno di legge sulle carceri. I bambini come Giacomo non devono stare in carcere, occorre trovare soluzioni alternative che tengano insieme ragioni di umanità e giustizia. Occorre aumentare posti e risorse nelle case famiglia e negli Icam, gli istituti a custodia attenuata dove le madri detenute possono scontare le loro pene in condizioni ben diverse”. Nel frattempo i parlamentari del Pd hanno già mobilitato i garanti dei detenuti che domani andranno a Rebibbia per cercare di capire se c’è la possibilità immediata di far scontare alla madre del piccolo Giacomo la sua condanna in una struttura alternativa come la casa di Leda a Roma.

FOONTE: