IL PROGETTO

Scampia, nel bando del 2016 i rischi di “distacco” di quelle passerelle

RESTART – Lo “stato di degrado” nelle carte. Ex sindaco De magistris: “Si doveva ristrutturare dopo aver trasferito i residenti”

24 LUGLIO 2024

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“L’intera rete di collegamento pedonale tra i vari piani è costituita da passerelle in acciaio e cemento armato tra due corpi di fabbrica paralleli. Tale struttura si trova in uno stato di degrado dovuto a fenomeni di forte corrosione per la scarsa manutenzione. In molte parti si notano distacchi delle stesse passerelle con grave pericolo per i residenti”. Quella delle vittime della Vela B, la “Celeste”, è davvero la “tragedia annunciata” di cui ieri ha parlato Tiziana Campus, segretario del Consiglio nazionale degli architetti. Perché già otto anni fa, ad agosto 2016, il pericolo era descritto a pagina 20 del progetto di fattibilità tecnica ed economica “Restart Scampia” del Comune di Napoli. La giunta dell’epoca, guidata da Luigi de Magistris, intendeva salvare la sola Celeste: altre tre vele sarebbero state abbattute per far posto a nuove case al loro posto. Tra gli altri problemi, c’era da eliminare l’amianto da parapetti di balconi e passerelle e mettere in sicurezza porticati e cantine, trasformati in discariche, dove le strutture in cemento armato esposte e ossidate diminuivano la resistenza di pilastri e travi portanti.

Che la Celeste andasse sistemata si sa sin dal 29 agosto 2016, quando il Comune delibera l’abbattimento di altre tre vele e la sua riqualificazione. Il finanziamento governativo arriva il 3 marzo 2017. Tra febbraio e luglio 2020 viene demolita la vela Verde. “La vela Celeste, l’unica che non andava abbattuta, era destinata a sede della città metropolitana. Nel progetto ‘Restart Scampia’ era previsto che fosse messa in sicurezza in attesa degli alloggi definitivi da costruire per gli abitanti. Per fare questo gli uffici del Comune, da quel che ricordo, fecero una gara pubblica per predisporre alloggi temporanei immediati per consentire i lavori di messa in sicurezza. Non so se la nuova amministrazione abbia dato seguito a quanto il Comune aveva fatto”, dice l’ex sindaco Luigi de Magistris. La sua giunta, a inizio 2021, fa inserire ‘Restart Scampia’ tra i progetti Pnrr. L’amministrazione Manfredi, che subentra a settembre 2021, prevede un costo di 156 milioni per abbattere altre tre Vele e costruire nuove case, un asilo nido, una scuola materna, un centro civico, negozi e un parco urbano. Ma prima di collocare nella Celeste gli uffici pubblici dovevano sorgere 433 nuove case per spostare le ultime 450 famiglie che abitano ancora nelle Vele.

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Intanto il degrado aumenta. Tra il 23 e 24 luglio 2023 un incendio, per fortuna senza vittime, colpisce la Vela Gialla. Il 31 agosto 2023 va a fuoco la Vela Rossa. Ad agosto 2023 il ministro Fitto rimodula il Pnrr: dai fondi Ue vengono stralciati 84,5 milioni destinati a Scampia, subito però rifinanziati per lo stesso importo con risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione. Poi la Sovrintendenza inizia le indagini archeologiche, tutt’ora in corso. Nel frattempo i progetti vengono approvati e verificati con i pareri di tutti gli enti coinvolti, spiegano fonti vicine all’amministrazione comunale di Napoli.

A inizio di quest’anno partono i lavori di riqualificazione della Vela Celeste, con scavi e svuotamento delle discariche, interventi al piano terra e primo. “Noi intanto viviamo ancora lì”, spiega una donna, “e sentiamo vibrazioni da mesi, c’era già paura. Non abbiamo mai avuto visite di controllo per la manutenzione. Dal Comune hanno fatto una sola cosa, hanno tolto i pezzi di marmo rotto per le scale e tappato i buchi con il cemento. Per loro bastava”. Il sindaco Gaetano Manfredi esclude qualsiasi rapporto tra inizio dei lavori e crollo. “Ma ci siamo guardati intorno, abbiamo visto se le strutture primarie, passerelle, passaggi da un edificio da un punto a un altro, erano magari più pericolanti rispetto al primo piano e al piano terra? Forse era necessario fare valutazioni differenti”, si chiede Campus. Domande, le sue, che ormai arrivano tardi.

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