Influenza da trafficoni!!* di Vincenzo D’Anna*
Dicasi “trafficone” di chi è disposto a trattare qualsiasi tipo di affare, anche se non molto pulito, purché redditizio. Di chi, innanzi ai mille lacci e laccioli imposti dalle pletoriche norme del Belpaese, interagisce con i burocrati pur di ottenere quel che gli occorre. In sintesi: “trafficone” è il furbastro che mira a scavalcare l’iter che connota l’agire della pubblica amministrazione, bypassando, in tal modo, priorità che magari, nel frattempo, sono state acquisite da altri cittadini. Chi si comporta così commette quasi sempre un reato che in paesi come la Svizzera, gli Stati Uniti e l’Inghilterra, tutte nazioni in cui la pubblica amministrazione funziona regolarmente, obiettivamente e celermente, viene punito in maniera giusta e sacrosanta. Se però parliamo dell’Italia ove, per dirla con Ignazio Silone, la burocrazia è quasi sempre anonima ed irresponsabile, crea difficoltà per vendere benefici, il discorso cambia radicalmente. Lungo tutto lo Stivale è infatti raro imbattersi in uffici pubblici esenti da pecche, luoghi in cui si lavori alacremente nel pieno rispetto delle teoriche prerogative riconosciute all’utenza. Più facilmente, invece, ci si imbatte contro un muro di gomma scivolando in un ginepraio di documentazioni, in un dedalo di stanze in cui si viene rimbalzati per poter, alla fine, conoscere chi sia il responsabile ultimo del procedimento e quanto tempo occorra per vederlo completato. Insomma: un vero e proprio calvario di peregrinazioni al quale si è letteralmente costretti!! Contrariamente al nostro, ove il posto è fisso vita natural durante, a prescindere da ogni evenienza, negli Usa e negli altri Paesi citati, vige lo “spoil system” ovvero la consuetudine che, con il cambio al vertice delle amministrazioni, determinatosi attraverso il responso elettorale, si possano rimuovere anche i dirigenti in carica dell’amministrazione controllata dal nuovo eletto, il quale si assumerà la responsabilità politica e morale di indicare persone qualificate ed affidabili per rivestire quegli incarichi. Una catena virtuosa che si basa sull’amovibilità di tutti i dipendenti pubblici che lavorano sulla base di contratti a scadenza e per il raggiungimento di obiettivi di efficienza e celerità dei servizi di loro competenza. Un simbolo di democrazia che individua le responsabilità di chi assume l’onere del governo e la responsabilità di far funzionare lo Stato. Una simile pretesa, per come stanno le cose dalle nostre parti, non può essere certa neanche al Quirinale oppure a Palazzo Chigi!! E tuttavia ci siamo permessi, sotto la spinta moralistica della sinistra e dei grillini, succubi ma alquanto interessati nei confronti dei magistrati, di concepire un reato quale il “traffico di influenza” dimenticando che in Italia la raccomandazione è spesso l’espressione quotidiana per poter ottenere quello che ci spetta. La legge considera illecito tale traffico quando, di fronte a iter burocratici nell’ambito della pubblica amministrazione, un soggetto o più soggetti sfruttano conoscenze influenti al fine di ottenere favori e agevolazioni, spesso anche pagando somme di denaro. Mi domando: non bastavano i reati di corruzione e di concussione per colpire le operazioni fraudolente dei corrotti e dei corruttori? Nossignore, occorreva dare nelle mani dei togati un ulteriore elemento di assoluta discrezionalità per colpire chi amministra la cosa pubblica!! Con un pizzico di ipocrisia e di faccia tosta abbiano immaginato che in Italia tutto scorra regolarmente, con procure della Repubblica ed uffici giudiziari sicuramente esenti da raccomandazioni e spintarelle varie (sic!!), e che interessarsi di soccorrere il cittadino rimasto bloccato nella palude burocratica non sia lecito. Allora viene fuori il fine recondito di questa assurdità: dare la caccia ai politici ed agli amministratori, rei di non essere diventati per, palingenesi, la quintessenza dell’etica pubblica. Ed è così viene fuori una nuova ed inedita forma di lotta verso il sistema politico: una spinta ad isolare gli amministratori – ritenuti potenzialmente sempre corrotti – dalla gente. Essi, quindi, dovrebbero essere emuli dei monaci buddisti oppure degli asceti che operano in una sorta di isolamento, una turris eburnea, ove sublima il distillato della moralità. Resta però nel codice penale l’obbligatorietà, ergo la discrezionalità, di promuovere l’azione penale così da poter scegliere chi indagare e colpire. Vengono allora fuori i casi del governatore ligure Toti e si affaccia forse quello di Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia, accusata di aver partecipato a riunioni politiche per scegliere i manager di alcuni enti statali, invece di farli calare dal cielo!! Scelte politiche non intrallazzi!! Peccato che le raccomandazioni ci siano state anche nelle conventicole tra Palamara e gli aspiranti procuratori della Repubblica e che non siano state ritenute fattispecie di reato, visto che in tanti, tra loro quei raccomandati, siedono ancora comodamente ai vertici degli uffici giudiziari !! Per gli altri invece la gogna, la solita macchina del fango con schizzi d’ipocrisia giuridica e politica. Insomma più che traffico di influenza, questa è roba di risulta: influenza da trafficoni!!
*già parlamentare