Palermo

La scena del relitto: “Lo yacht ingoiato dal mare, è integro”

Soccorsi – I sub cercano i dispersi nel veliero fermo sul fondale: “È andato giù in 60 secondi”. I testimoni: “È sparito tra i lampi”. Superstiti blindati

Di Manuela Modica e Lucio Musolino

21 Agosto 2024

Alle 11 di domenica sera la nave si illumina a festa. I residenti e i pescatori di Porticello la guardano con ammirazione ma già, in lontananza, si scorge la tempesta. Poche ore dopo Igor Mazzei era con la famiglia in un campeggio: “C’erano fulmini e ho visto questa nube grossissima all’orizzonte – racconta – Si stava avvicinando”. “Non l’abbiamo vista arrivare”, aveva però detto il capitano della Bayesian a poche ore dal naufragio avvenuto in meno di un minuto. Pochi secondi su cui qualcosa non torna e ora gli inquirenti vogliono capire come un’imbarcazione di 56 metri possa colare a picco così velocemente. I dubbi aumentano dopo che, dalle prime ispezioni, il veliero sembra integro. Di certo “non è finita in una secca” assicura l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato maggiore della Marina Militare.

È un via vai di guardia costiera e vigili del fuoco sul molo di Porticello, a pochi chilometri da Palermo. Per i civili è off-limits. Ormai sono più di 36 ore che i sommozzatori fanno la spola dalla banchina al punto dove è affondato il “Bayesian”, il veliero del tycoon britannico Mike Lynch. Anche lui è tra i sei dispersi assieme alla figlia diciottenne Hannah, al presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer, sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, il legale di Lynch, Chris Morvillo e la moglie Nada. “Per noi sono operazioni di soccorso e non di recupero – assicura un sommozzatore – Finché non li troviamo, li consideriamo vivi”. Le probabilità che i sei dispersi, 4 inglesi e 2 americani, siano sopravvissuti sono minime. La speranza è legata a un lumicino che in molti considerano spento.

Come le luci del “Bayesian” che si vedono in un video ripreso dalle telecamere di una villa a 200 metri dal luogo del naufragio. Il filmato, acquisito dalla Procura di Termini Imerese, è al vaglio degli inquirenti. Le immagini, in lontananza e disturbate dalla pioggia, immortalano il veliero prima completamente illuminato e poi scomparire in meno di un minuto. Il Bayesian è stato ingoiato dal mare. Una tromba d’aria lo ha investito eppure, stando alle indiscrezioni di chi è sceso a 50 metri di profondità, sembra non aver danneggiato né lo scafo né l’albero, né le altre imbarcazioni vicine.

L’ultima luce, in quel video, è del razzo visto dal capitano dell’imbarcazione “Sir Baden Powell” che ha salvato i 15 superstiti. Accade tutto in meno di un minuto. Il super yacht di 56 metri viene risucchiato dal mare: “Sono arrivati i soccorsi ma della nave non c’era più traccia, mentre il veliero olandese era praticamente immobile”, racconta Claudio, un abitante di porticciolo che ha visto tutto da casa.

Le audizioni degli inquirenti ai sopravvissuti sono iniziate ma a 2 giorni dalla tragedia le comunicazioni dirette con la stampa si interrompono: solo note ufficiali. Il tutto mentre i superstiti sono ospiti del resort Domina Zagarella, a Santa Flavia, diventato una centrale operativa ma completamente blindata. Dopo le 13 arrivano tre dei 15 superstiti: sono Charlotte Golusnki, il marito James Emsilie e la piccola Sophia. Scendono da un van scuro, scortati e tenuti a debita distanza dai giornalisti. Intanto al molo di Porticciolo continuano le operazioni di soccorso. I sommozzatori si alternano senza sosta per trovare un percorso fino alle cabine dove si pensa di trovare i dispersi.

Dopo aver aperto una vetrata, in tarda serata le prime due cabine sono state ispezionate ma sono vuote. Sono tanti i 49 metri di profondità dove si trova il veliero accasciato sul fianco destro: le immersioni non possono durare più di 12 minuti, di cui almeno 6 servono per scendere e risalire. Ormai i nomi dei passeggeri sono noti ed è chiara l’identità di Lynch e di Bloomer. E così da ieri i rapporti con i media si riducono a poche comunicazioni ufficiali. L’unico a parlare è l’ambasciatore inglese in Italia Edward Llewellyn: “Siamo qui per sostenere le famiglie, i miei connazionali britannici, ma anche per parlare con le autorità italiane e ringraziare loro per tutto quello che stanno facendo”. Per Llewellyn, l’invio degli ispettori inglesi in Sicilia “è del tutto normale” quando affonda un’imbarcazione battente bandiera britannica. E su Mike Lynch? “L’ho incontrato in passato – risponde con un po’ di imbarazzo – Ma non vorrei parlare dei dettagli”.

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