Giustizia/1

Vietato pubblicare le ordinanze. Il super-bavaglio Costa è legge

Fronte unito – Via libera del Cdm allo scudo per colletti bianchi

6 Settembre 2024

Il bavaglio dei bavagli è legge a tutti gli effetti. Fine delle notizie sulle indagini che riguardano politici, esponenti delle istituzioni, colletti bianchi. Cioè quelli di cui l’opinione pubblica ha il diritto di essere informata e di cui i giornalisti hanno il dovere di occuparsi. Come dice la Costituzione. Invece, il Consiglio dei ministri di mercoledì, un po’ alla chetichella, ha reso operativo il decreto legislativo, la norma Costa che vieta anche per sunto di pubblicare le ordinanze cautelari nonostante siano atti pubblici perché in mano anche ai difensori dei destinatari. Come nel caso dell’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti. Paradossalmente questo bavaglio è anche contro il diritto di difesa, come hanno detto pure i magistrati, perché i giornalisti non potendo più citare i virgolettati di un provvedimento, un arresto, una richiesta di domiciliari, ad esempio, dovranno “raccontare” la notizia, con il rischio di distorcerla. Si potrà per esteso scrivere solamente il capo di imputazione.

Un’inezia perché non spiega il contesto e le motivazioni di una richiesta del pm e della concessione da parte del gip di una misura cautelare. Ma secondo Costa, che si congratula con il governo per aver dato seguito al suo emendamento, “le ordinanze di custodia cautelare contengono solo le accuse. La voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando sarà già su tutti i giornali”.

Tutto è nato nel dicembre 2023 quando ci fu un blitz natalizio a opera di Costa, ex Forza Italia, ora di Azione, con la benedizione del governo. La norma fu inserita nella legge di delegazione europea e mercoledì sera scorso, dopo l’iter parlamentare previsto, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legislativo. Viene così modificato l’articolo 114 del codice di procedura penale sul divieto di pubblicare atti di indagine “fatta eccezione per l’ordinanza”.

Ecco che quella concessione alla pubblicazione delle misure cautelari viene cancellata con un altro dei colpi di spugna di questa maggioranza. Dunque, pure l’ordinanza di una misura cautelare non farà più eccezione, è segreta. Inutile girarci intorno, siamo alla censura. A febbraio, durante il dibattito parlamentare, la Federazione nazionale della stampa aveva fatto appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella “a non firmare norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati”. Si era associato il sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, che aveva attaccato: “Falso che sia stata l’Europa a chiedere questa legge, cosi come il decreto Cartabia (sulla presunzione di innocenza, ndr) che limita le comunicazioni delle Procure alla stampa”. Invece “l’Europa – aveva ricordato l’Usigrai – ha chiesto più volte misure contro le querele bavaglio e una legge sulla governance della Rai che la renda indipendente dal potere politico”.

FONTE:

nota: il testo è ripreso da Il Fatto Quotidiano – Il titolo è del direttore dell’Agenzia Cronache