“Ero nel panico”. “Sono andato nel panico”. Gennaro Sangiuliano lo ha ripetuto più volte, anche ad alta voce, rispondendo ieri alle richieste di chiarimento dei magistrati. L’ex ministro della Cultura è stato sentito per oltre 4 ore e mezza dal procuratore aggiunto, Giuseppe Cascini, e dalla sostituta Giulia Guccione negli uffici della Procura di Roma. Scuro in volto, in difficoltà, ha lasciato piazzale Clodio senza rilasciare dichiarazioni.Una deposizione fiume, in qualità di testimone, richiesta dai pm per circostanziare l’esposto presentato il 13 settembre scorso dallo stesso Sangiuliano e che ha portato all’apertura di un’indagine per lesioni aggravate e minaccia a corpo dello Stato. Fascicolo che vede indagata l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, ex consulente informale – perché quell’incarico, inizialmente accordato, non è poi mai stato formalizzato – dell’allora ministro.Va ricordato che l’ex direttore del Tg2 è a sua volta indagato per peculato in un altro procedimento – trasferito al Tribunale dei ministri –, generato dall’esposto del deputato di Avs, Angelo Bonelli, e relativo alle spese, dirette e indirette, che il ministero della Cultura potrebbe aver sostenuto per far presenziare Boccia ai vari eventi pubblici a cui da giugno ad agosto ha partecipato Sangiuliano. Indagine simile è in corso alla Corte dei Conti di Roma.
La procedura che ha portato ieri all’audizione di Sangiuliano è quella tipica dei reati simili allo stalking e del Codice rosso, motivo per il quale i pm hanno dovuto riascoltare, in tempi brevissimi dall’esposto, il denunciante. Durante la deposizione, l’ex ministro ha quindi ripercorso le fasi salienti della sua versione depositata in Procura, concentrandosi sul rapporto con Boccia.
Il “panico” esplicitato da Sangiuliano ai pm sarebbe sopraggiunto, a suo dire, il 6 agosto, quando Boccia pubblica su Instagram una storia con scritto: “Ricordati che la vita è come un ristorante: nessuno se ne va senza pagare”. “In quelle ore – ha ribadito Sangiuliano ai magistrati dopo averlo già scritto nell’esposto – è stata un’escalation di pressioni e imposizioni: Boccia pretendeva che io raccontassi tutto a mia moglie”. “Il 9 agosto mi ha riferito di essere in auto per recarsi vicino Rieti dove ero in vacanza e disvelare tutto a mia moglie, a meno che non lo avessi fatto io stesso rendendola partecipe con una telefonata in viva voce”. “Sono andato nel panico, dottori, credetemi”, ha ripetuto a questo punto della storia Sangiuliano ai magistrati. Nel racconto di Sangiuliano, però, c’è un “buco” di tre giorni: da quanto risulta al Fatto, dal 6 al 9 agosto l’allora ministro e la donna si sarebbero continuati a sentire diverse volte e persino visti, il tutto in un clima sereno. Addirittura, stando a quanto Boccia aveva pubblicato sul suo profilo Ig, in quelle stesse ore lei avrebbe firmato il famoso contratto poi divenuto “fantasma”.
Altro argomento di discussione tra ex ministro e pm è stato quello della presunta finta gravidanza. “Presunta”, perché di quell’episodio si sa davvero poco. E poco è stato fin qui spiegato da Sangiuliano, nel cui esposto la questione è tutt’altro che circostanziata. L’ex ministro racconta che “Boccia mi dice di essere incinta”, quando, dopo il colloquio del 9 agosto con la moglie, lei gli manda il messaggio: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai, nel rispetto di tuo figlio”. Ai magistrati Sangiuliano ha quindi dovuto spiegare se vi fossero state visite mediche a cui ha partecipato, quando avrebbe appurato o quali elementi avesse per affermare l’esistenza di una eventuale gravidanza, allo stato mai confermata.
Poi c’è l’episodio del 17 agosto in cui l’imprenditrice di Pompei scrive alla moglie di Sangiuliano, Federica Corsini – la coppia doveva trascorrere il weekend a Positano – il seguente messaggio: “Buongiorno Federica, io sono qui da ieri, Gennaro mi ha detto che state arrivando. Sicuramente non ti ha detto della mia presenza come io non sapevo che c’era un matrimonio in corso…”. E qui l’ex ministro ha ripetuto ai pm: “Ero nel panico”.
Davanti ai pm, Sangiuliano è arrivato anche a esternare il suo personale sospetto che Boccia, in quelle presunte “minacce”, potesse non aver agito da sola, motivo che potrebbe spingere gli inquirenti a verificare un eventuale allargamento dell’inchiesta. I timori dell’ex ministro si sostanziano quando ai pm racconta del “misterioso account” di Instagram dal nome “Politica e Amori”, che il 14 agosto aveva pubblicato un fotomontaggio che lo ritraeva come se fosse una donna incinta. Account poi cancellato dal social Meta. Anche qui però il racconto di Sangiuliano è parziale. Il fotomontaggio-sfottò a Sangiuliano era stato pubblicato il 6 luglio (poi cancellato) dall’account Facebook di un soggetto totalmente estraneo, P.D.M.. Va precisato che i reati contestati a Boccia non sono in concorso con nessuno, neanche nella formula “con ignoti”.
Un capitolo a parte ha infine riguardato i post su Instagram di Boccia successivi all’esposto di Sangiuliano, quelli pubblicati dopo il 19 settembre, giorno in cui è resa pubblica la notizia della denuncia presentata da Sangiuliano. Denuncia che, però, era stata depositata ben prima, il 13 settembre.