Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Mario Giordano risponde a un lettore della Verità: «E mi spiace davvero tanto che chi entra in questi giorni, per la prima volta, in prima elementare non abbia la fortuna che ebbi io quando trovai maestra Carla, maestra unica, col grembiule nero, lo sguardo severo e il cuore infinito. Molto di quello che ho fatto nella vita lo devo a lei, e non la dimentico. Quanti degli attuali alunni potranno, fra cinquant’anni, dire lo stesso?». Quanti? Diremmo nessuno. Infatti, essendo Giordano nato nel 1966, oggi la maestra Carla, se tutto va bene, dovrebbe avere fra i 70 e gli 80 anni, o magari molti di più, e fra mezzo secolo sarebbero almeno 120-130. Escludiamo che per quell’epoca possa essere ancora in cattedra e, più ancora, che possa tenere lezione a tutti gli alunni d’Italia.

Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: «Una roba così vomitevole, prim’ancora che volgare, che in confronto una sfida neuronale tra Gasparri e Morgan parrebbe al confronto quasi stimolante». Abbiamo capito: in confronto è al confronto.

Consueto conflitto d’interessi con la virgola nell’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Invece di batterlo nell’urna, i 5 stelle spalleggiati dal Pd e dalla sinistra, hanno pensato che a levare di mezzo il leader leghista ci avrebbero pensato i giudici». Per non separare il soggetto dal verbo, sarebbe servita una virgola dopo «i 5 stelle». Oppure andava tolta quella dopo «dalla sinistra». In un altro editoriale Belpietro si ripete: «Le difficoltà che sta incontrando Andrea Orcel nella scalata alla banca tedesca infatti, sono la prova che l’Europa è un’entità sconosciuta». Qui la virgola andava messa dopo «tedesca» oppure tolta dopo «infatti».

Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera: «Gli esperti hanno riesumato dagli archivi molti precedenti, israeliani e non». Aridaje! L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no, ed è questo il motivo per cui Elio Vittorini intitolò Uomini e no un suo romanzo. Quindi Rampini avrebbe dovuto scrivere «israeliani e no».

In un servizio del Tg5 sulle opere d’arte trafugate in Italia nei secoli scorsi e finite al Louvre di Parigi, per le quali le nostre autorità hanno chiesto la restituzione al governo francese, Guido Del Turco infila questa frase: «Nell’elenco non è possibile inserire La Gioconda, dipinto che venne commissionato per 400 scudi d’oro a inizi del Cinquecento da Francesco I, re di Francia, a Leonardo da Vinci, che morì ed è sepolto in terra francese». Il ritratto di Lisa Gherardini, sposa di Francesco del Giocondo, detta La Gioconda o Monna Lisa, fu dipinto fra il 1503 e il 1519. Essendo Francesco I di Valois nato nel 1494, è difficile immaginare che all’età di 9 anni avesse commissionato il dipinto. In realtà, fu lo stesso Leonardo da Vinci, che realizzava i propri capolavori con estrema lentezza, a ricordare al cardinale Luigi d’Aragona di aver lavorato alla Gioconda per conto di Giuliano de’ Medici, mecenate dell’artista, e ciò avvenne fra il 1513 e il 1516. In precedenza, l’abbozzo dell’opera aveva incantato, fra il 1507 e il 1512, Luigi XII. È probabile che il ritratto di Lisa del Giocondo fosse stato commissionato dal marito della nobildonna. Francesco I, salito al trono nel 1515, riuscì semplicemente ad acquistarlo, non a commissionarlo.

Titolo dalla Repubblica: «Scoppia il panico tra popolazione e miliziani». Più che il panico ci pare che in Libano siano scoppiati cercapersone e ricetrasmittenti.

Titolo dalla prima pagina della Verità: «I reattori di  generazione che possono darci energia nucleare». Il gender dilaga.

In un editoriale intitolato «La Germania dell’Est e i futuri allargamenti», pubblicato sulla prima pagina del Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini si sofferma sul «successo del nuovo partito della sinistra radicale-conservatrice, Sarah Wagenknecht Alliance (BSW), dichiaratamente pro-Russia». Peccato che si chiami Bündnis Sahra Wagenknecht (donde l’acronimo BSW), dal nome della sua fondatrice Sahra Wagenknecht. Più avanti Fabbrini cita «la dominazione sovietica (1949-1990)». Anche se la Costituzione della Rdt (Repubblica democratica tedesca) fu approvata il 30 maggio 1949, l’occupazione sovietica dei territori orientali della Germania cominciò in realtà quattro anni prima, nel 1945.

Francesco Tortora del Corriere della Sera (notizia datata, ma tuttora presente sul sito del quotidiano): «Sergio Leone amava raccontare la storia di un cinema a Parigi, dove il film è stato trasmesso ininterrottamente per due anni». Hanno visto troppa televisione.

«“Quando mi chiedeva di fare certe cose, mi faceva prendere la cocaina. Me ne offriva così tanta che mi faceva fondere con la cocaina. All’inizio non la usavo. Lui me l’ha proposta la prima volta. Da allora l’ho sempre presa, liberamente. Facevamo serata. Lui la tirava fuori e la usavamo finché non finiva. Io facevo cose che non volevo, anche se mi facevano schifo”. Ha poco più di vent’anni. Fa la maestra d’asilo. E la capa scout. Pomeriggi in parrocchia e campi in montagna. Ha vent’anni e una laurea, un lavoro e una vita nel sociale». Così comincia un servizio di Elisa Sola sulla Stampa. Ora, a parte il gran darsi da fare, addirittura fino a fondere, è altrettanto stupefacente che a 20 anni si possa già essere laureati. Poi dicono che la cocaina faccia male.

A corredo della rubrica di Maurizio Porro, che parla del film Il medico della mutua, il Corriere della Sera pubblica una foto con questa didascalia: «Alberto Sordi, neo medico di base, visita Amelia, la moglie del suo predecessore (Bice Valori)». Il medico di base (o di famiglia) apparve solo nel 1978 con la nascita del Servizio sanitario nazionale, mentre la commedia di Sordi fu girata 10 anni prima. E quella che compare nella foto non è Bice Valori bensì Pupella Maggio.

SL

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