il caso dell’estate

I vertici Fdi seppero prima delle foto Genny-Boccia

L’incontro – Arianna Meloni avrebbe visto il ministro verso fine agosto. Lui smentisce al Fatto: “Non le ho mai parlato di Maria Rosaria”

Di Thomas Mackinson, e Giacomo Salvini 
5 Ottobre 2024
LEGGI – L’ultima telefonata di Genny a Boccia: l’incontro con Meloni e le spese per i viaggi. “La nomina? Non posso dire al telefono”LEGGI – “Signorini vuole soldi?” “No, gli ho fatto un grande favore”. Le chat inedite tra Sangiuliano e Boccia sulle foto ritirate da “Chi”

La mia nomina fu bloccata da chi non fa parte del governo”. Così Maria Rosaria Boccia giovedì sera lancia una bomba in diretta dagli studi di Piazzapulita che farà molto rumore dalle parti di Palazzo Chigi e di via della Scrofa. Corrado Formigli insiste per sapere a chi si riferisca ma l’imprenditrice e consulente mancata dell’ex ministro Sangiuliano risponde che il nome per ora non lo può fare per via del procedimento giudiziario in corso. Da quello che è riuscito a ricostruire il Fatto però il “problema Boccia,” già segnalato dalle parti di Chigi a giugno, viene anche affrontato e direttamente in un incontro, finora mai rivelato, che sarebbe avvenuto a fine agosto, tra il 19 e il 22, tra Arianna Meloni e Gennaro Sangiuliano. In quella occasione la sorella della premier e capo segreteria politica di Fratelli d’Italia, quindi tecnicamente non “persona del governo”, avrebbe intimato al ministro di non dar corso alla nomina, cosa che effettivamente avviene pochi giorni dopo, il 26 agosto per l’esattezza. L’ex ministro della Cultura, contattato dal Fatto, smentisce di averla “incontrata” e di aver parlato con lei della nomina di Boccia.

Secondo fonti di via della Scrofa però già ai primi di agosto i vertici di Fratelli d’Italia erano stati informati dell’esistenza e della circolazione di foto che la ritraevano insieme aSangiuliano. Sono le stesse foto alle quali fa riferimento la mail con cui il 4 agosto, come rivelato due giorni fa dal Fatto, il direttore del settimanale della famiglia Berlusconi Chi Alfonso Signorini informa lo stesso Sangiuliano di aver acquistato il servizio “perché non andasse in giro”.

Peraltro sono giorni di grande fibrillazione tra la premier e i figli del fondatore di Forza Italia, nei quali proprio la stampa che si occupa di gossip giocherà un ruolo. Nel governo stanno emergendo le prime ipotesi su una tassa sugli extraprofitti bancari, non amata dagli azzurri e bloccata in passato dalla stessa famiglia Berlusconi. Proprio Marina Berlusconi aveva bacchettato la premier di FdI per le posizioni assunte sui diritti civili, spingendosi a dire che si sente più vicina alle scelte della sinistra moderata che a quelle del suo esecutivo. È a quel punto, il 6 agosto, che proprio su Chi esce un’intervista in cui Giorgia Meloni tenta di ricucire i rapporti con gli eredi di Berlusconi mischiando vacanze con Giambruno a patenti di stima e unità di vedute con loro. Intervista che alla premier deve essere costata parecchio, vista la notoria riservatezza per le faccende private.

Ma c’è un posto dove la riservatezza crolla giorno dopo giorno ed è il ministero della Cultura, dove Sangiuliano è sempre più un “attenzionato speciale” per via di quella collaboratrice che si fa sempre più presente in via del Collegio Romano come nei social. Secondo quanto ha ricostruito il Fatto già da dentro il ministero erano partiti segnali d’allerta all’indirizzo di Palazzo Chigi, per farsi poi sempre più insistenti. Nella famosa trasferta del 22-23 giugno a Taormina ci sono il ministro, il suo staff e la “promissaria consulente” ai grandi eventi. Il 12 luglio vanno insieme al concerto dei Coldplay per il compleanno di lei. In quelle ore sarebbe avvenuto un primo scambio diretto e ruvido sulla questione, ma Sangiuliano negherà in tutti i modi di avere una relazione con Boccia. È solo un’amica, assicura lui al suo staff. Gli viene fatto notare che, anche se non hanno una relazione, dalle foto che posta lei, sembra lo stesso così. Il sospetto aumenta via via che i due compiono missioni insieme in giro per l’Italia, vanno poi a cena e ripartono insieme. E più che mai quando Sangiuliano comunica la sua intenzione di nominarla consulente. Il decreto per dargli corso viene firmato il primo agosto. Stando a quanto può ricostruire Il Fatto il capo della segreteria tecnica Emanuele Merlino già a metà luglio avrebbe parlato con Chigi, bussando alla porta di Giovanbattista Fazzolari, uomo di fiducia delle sorelle Meloni.

Fonti ministeriali confermano quanto riferito da quelle in via della Scrofa: Arianna Meloni in persona dopo Ferragosto avrebbe incontrato Sangiuliano. E sarebbe stata dunque lei la persona “che non fa parte del governo”. a chiedere di stracciare la nomina una volta per tutte. Il ministro però spiega al Fatto: “Non ho incontrato Arianna Meloni a fine agosto perché ero fuori Roma, non la vedo da mesi: l’ultima volta durante una manifestazione”. Poi si corregge spiegando che “quasi sicuramente” non l’ha vista, ma di una cosa è certo: “Non ho mai parlato con lei della nomina di Boccia”.

Il 15 agosto, lo scrive lo stesso Sangiuliano nel suo esposto, Boccia viene di fatto estromessa dalle riunioni e inizia la sua battaglia campale per salvare il contratto che aveva firmato in triplice copia, appeso a un decreto fresco di due settimane. Il 26 agosto la nomina è carta straccia, la consulente mancata accende le polveri, esplode il “caso Boccia-Sangiuliano” e si trascina per altri 10 giorni. L’epilogo è noto. Il 2 settembre l’ennesimo post dell’imprenditrice sbugiarda il ministro anche sui piani di Pompei. Il 3 Meloni dà la fiducia “condizionata” a Sangiuliano: i fatti privati sono tuoi, purché non saltino fuori spese per il ministero è l’accordo. Se la relazione è finita vai a dirlo al Tg1. L’indomani ancora scopre però dall’ennesimo post che tra i due c’è stata nel frattempo un’altra telefonata, quella ricostruita ieri in esclusiva proprio dal nostro giornale. Il vaso a quel punto è colmo, il rubinetto della fiducia si chiude. Sangiuliano si dimette.