*L’inutile vessillo* di Vincenzo D’Anna*
Che l’Organizzazione delle Nazioni Unite sia praticamente inutile a sedare o prevenire conflitti tra gli Stati, siano essi di natura militare oppure commerciale, è cosa risaputa da tempo. Il suo stesso mastodontico “architrave” sembra più che altro un paradiso per burocrati di alto rango, che se ne contendono i vertici, o un proscenio per i capi di Stato quando questi intendono parlare al mondo intero. Prima dell’Onu funzionava, con sede a Parigi, la Società delle Nazioni. Aveva un minor numero di aderenti ma parimenti, come oggi la sua erede, non seppe evitare che Hitler si appropriasse di mezza Europa spartendosela con i comunisti di Stalin (Patto Molotov Ribbentrop). Mutato quel che doveva mutare, l’Onu ha mantenuto questa caratteristica di gigante dai piedi di argilla, di istituzione parolaia che interviene solamente quando gli interessi non ledono le ragioni politiche delle nazioni più influenti. Al massimo demandano a forze militari il compito di interporsi tra i contendenti allorquando le questioni sul tavolo sono di piccolo cabotaggio. È pur vero che l’Onu interviene anche con altri mezzi e per altri scopi, di tipo umanitario, sanitario, e sociale laddove se ne presenti un urgente bisogno, nei paesi sottosviluppati che necessitano di quella tipologia di aiuti.
Tuttavia, diciamocela tutta, con parole di verità, i suoi meccanismi decisionali sono stati concepiti per non decidere se non quando le nazioni che siedono di diritto nel Consiglio di Sicurezza (il governo) siano d’accordo. Tale Consiglio ha cinque componenti di diritto (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia ed Inghilterra) mentre altri 10 vengono votati, con cadenza triennale, dall’Assemblea Generale dei paesi aderenti. I cinque componenti di diritto sono, praticamente gli Stati vincitori dell’ultimo conflitto mondiale. Costoro godono del diritto di veto, ossia possono bloccare qualsiasi risoluzione che il Consiglio di sicurezza intenda adottare. Un privilegio che dopo quasi un secolo, è del tutto incongruente e, soprattutto, il punto dolente che impedisce all’Onu di funzionare adeguatamente e perseguire scopi concreti. In queste condizioni, politicamente date, le cose vanno per il loro verso come nel caso dell’aggressione della Russia all’Ucraina e dei Palestinesi di Hamas con Israele e di quest’ultimo per l’invasione militare della striscia di Gaza e del Libano. Lo stesso dicasi per gli attacchi che da anni l’Iran finanzia attraverso gli Hezbollah con missili ed altri armamenti. Questo lo stato dell’arte. Ma Tel Aviv sta andando oltre il limite ed il buon senso, forse perché non si fida delle postume risoluzioni che i grandi della terra vorranno prendere sulla questione palestinese. Continuamente attaccato, il passe della stell di David vuol produrre un’azione militare che colpisca sicuramente le basi del terrorismo. Se i razzi cadessero addosso a certi commentatori televisivi oppure a quei giornalisti che sostengono tutte le ragioni tranne quella di Israele ad esistere ed a vivere in pace, forse avrebbemmo giudici più imparziali. Certo a mezza bocca, sussurrano che il criminale attacco di Hamas è condannato e che gli ostaggi israeliani vanno liberati (ci mancherebbe altro!!) ma sono mesi che fanno le pulci al governo democratico e parlamentare di Tel Aviv trasformando Netanyahu nel surrogato di un dittatore senza scrupoli. Per quanto sbagliato e tragico ci sia nella risposta militare israeliana, essa non sposta di un millimetro la questione medio orientale, né trasfigura gli aggressori in aggrediti, ne’ trasforma i regimi islamici più violenti ed i gruppi paramilitari terroristi che ci guazzano, in democrazie liberali.
Anzi il mantra dei Maître a penser di sinistra e filo palestinesi più seguito è quello di addossare all’Occidente un senso di colpa per aver parteggiato ed aiutato lo Stato di Israele, che eppure si basa su costumanze politiche e stili di vita tipicamente occidentali. Prima che l’esercito della stella di Davide colpisse le basi Onu ove i militari furono posti, nei lontani anni 70 del secolo scorso, per tutelare i confini tra il Libano ed Israele, le tesi filo palestinesi erano sussurrate con un pizzico di imbarazzo. Ora invece esplodono fragorose le critiche anti ebraiche !! Ci si preoccupa dei soldati italiani lì distaccati e della violazione del sacro emblema delle Nazioni Unite, e va anche bene. Ma finora nessuno dei saccenti che scrutano pensosi il futuro, ci ha spiegato cosa abbia fatto, in quei luoghi, quel contingente multare Onu in tanti anni. Cosa abbiano mai fatto quei soldati, chiamati anche per aiutare l’esercito libanese a disarmare i gruppi paramilitari, nel mentre a pochi metri dai loro accampamenti, i guerriglieri di Hezbollah libanesi impiantavano rampe e sparavano ogni giorno missili su Israele. Oggi in taluni ambienti politici e nei soliti media che fanno loro da mosca cocchiera, ci si ringalluzzisce contro Israele e si grida al sacrilegio, si saluta con ossequio e deferenza il vessillo dei caschi blu dell’Onu. Potenza della faziosità!! Ma quel vessillo garrisce inutilmente in una terra nella quale non è servito a nulla, se non a far da guardia ad una “ linea blu” di confine.
*già parlamentare