Pulci di notte di Stefano Lorenzetto

Nel suo editoriale in prima pagina, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, commenta: «La verità è che la campagna d’Albania, oltre a costare un occhio e servire a nulla, era già nata illegale». Travaglio avrebbe dovuto scrivere: «Non servire a nulla». Infatti, la regola della doppia negazione in presenza di pronomi indefiniti negativi prevede che nessunonientenulla e mai vengano impiegati senza la particella non soltanto nel caso in cui precedano il verbo; qualora siano usati dopo il verbo, richiedono invece un’altra negazione all’interno della frase. Quindi, per esemplificare: «Nulla è accaduto» e «non è accaduto nulla»; «nessuno ha parlato» e «non ha parlato nessuno». «Questa norma va oggi osservata scrupolosamente, almeno nello scritto formale», raccomandava il compianto linguista Luca Serianni (Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, Utet, 2005, pagina 305). Vox clamantis in deserto.

Lo ha fatto apposta per vedere se qualcuno se ne sarebbe accorto? Oppure esistono modi di dire e significati non rintracciati nei nostri vocabolari e invece presenti in quelli di Aldo Grasso, critico televisivo ed editorialista del Corriere della Sera? In una stroncatura di Lo stato delle cose, il nuovo programma di Massimo Giletti su Rai 3, Grasso scrive «giornalista di vaglio», anziché di vaglia, negando che il conduttore lo sia. E aggiunge che, caso mai lo fosse stato, «avrebbe squadernato la scaletta», cioè la sintesi cronologica degli argomenti da trattare in trasmissione. Squadernare un foglio, nel senso di ribaltarne i contenuti, pare essere un’invenzione semantica di Grasso, dato che Lo Zingarelli 2025 attribuisce a quel verbo il significato di «aprire un libro, un quaderno, un documento mostrandone con decisione il contenuto a qualcuno». Sembrerebbe il contrario di quanto voleva far intendere, creativamente, il noto critico televisivo. Anche se, nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, il verbo squadernare ha talmente tanti significati che uno di essi, almeno in senso figurato, potrebbe adattarsi all’insolita scelta di Grasso.

Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Nessuno, nemmeno la sinistra tedesca e tanto meno quella danese, parlano più di favorire l’integrazione, creando nuove strutture per l’accoglienza». Complimenti per la concordanza fra soggetto («nessuno») e predicato verbale («parlano»).

La pagina Facebook dell’Osservatore Romano presenta così un articolo di fra Francesco Patton, custode di Terra Santa: «La testimonianza di una vita donata. Otto monaci francescani e tre fratelli maroniti noti come “i martiri di Damasco”». Non esistono i monaci francescani, ma solo i frati. Almeno nella redazione del giornale vaticano dovrebbero saperlo. (Incredibilmente, «monaco francescano» compare tuttavia anche nel lemma francescano dello Zingarelli 2025. Ci hanno già assicurato che sarà corretto nella prossima edizione, per coerenza con la definizione di monaco presente nel medesimo dizionario, che è la seguente: «Chi si consacra a Dio dedicandosi alla preghiera nella solitudine o in una comunità religiosa, praticando l’ascesi e la contemplazione». I monaci vivono nei monasteri. I frati, al contrario, sono impegnati nel servizio pastorale fuori dai conventi).

Incipit di Massimo Pisa, inviato della Repubblica, sul delitto di Viadana: «Il manifesto con la foto di Maria Campai è ancora appiccicato a un pilastro di cemento consumato, all’angolo tra via Monte Verdi e via Callas». Trattasi invero di via Monteverdi e Monteverdi è il compositore Claudio, genio del madrigale, come peraltro era facilmente intuibile anche da un inviato speciale giunto all’incrocio con una strada intitolata al soprano Maria Callas.

Frase tratta da un articolo di Paola Italiano nella pagina degli spettacoli della Stampa: «Ora, a parte il fatto che Lazza è musicalmente uno dei più preparati della sua generazione e che imprigionarlo nella definizione di rapper è molto riduttivo (specie ascoltando l’ultimo album)». A parte questo fatto, che cosa? Italiano attribuisce anche a Laura Pausini la seguente frase: «Una volta ero più aggressiva nei testi che non davano scampo a una riconciliazione». Entrambe, Italiano e Pausini, vincono l’Oscar alla chiarezza.

Sul Corriere della Sera, Paola Di Caro intervista Giovanni Donzelli e lo presenta come «responsabile nazionale di Fratelli d’Italia». Quindi ha preso il posto della segretaria Giorgia Meloni? Non ci risulta. Infatti Donzelli è semplicemente responsabile di uno dei 44 dipartimenti e laboratori tematici del partito, quello dell’organizzazione.

Da Anteprima: «Cinque auto si sono tamponate a vicenda, causando la morte di una delle nove persone coinvolte nell’incidente». Posto che tamponare significa «urtare la parte posteriore del veicolo che precede», il tamponamento a vicenda suona così surreale da sembrare una pratica erotica. Esiste il tampinamento non vicendevole, tutt’al più.

La Verità pubblica un articolo di Mario Giordano con questo titolo: «Crociata degli intellò contro le pale eoliche: il green è molto chic, se non tocca casa loro». Il sommario recita: «Vip in silenzio mentre l’Italia veniva sfregiata dai piloni in nome dell’ecologia. Per Orvieto, meta di raffinati, si scatenano». A corredo, accanto a una foto di Dacia Maraini, che ha aderito a un appello firmato da 100 intellettuali e rivolto al capo dello Stato, La Verità pubblica i ritratti di Tomaso Montanari e Chiara Valerio, che però nel testo di Giordano non sono citati. Dalle pale eoliche alle pale meccaniche con cui si fanno i giornali.

Nel sito della Repubblica, Tullio Filippone torna sul naufragio del veliero Bayesian: «Al momento le analisi sulle acque effettuate dall’Arpa non hanno rilevato la presenza di idrocarburi, ma è certo che nei serbatoi del relitto ci sono 18 metri cubi di benzina». Ma sì, gasolio o benzina, che differenza fa? Una domanda a Filippone: visto che le barche a vela hanno motori ausiliari diesel, la benzina sarà servita per smacchiare i pantaloni o per ricaricare gli accendini?