Operazione Talpa

CASERTA Un nuovo e importante capitolo si apre nell’ambito dell’indagine anti-corruzione che scuote la provincia di Caserta, con al centro presunti accordi corruttivi legati a lavori pubblici e sponsorizzazioni sportive. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Pierpaolo Bruni, ha emesso un decreto di perquisizione, oltre a un sequestro di dati e informazioni informatiche, che coinvolge Giorgio Magliocca, attuale presidente della Provincia di Caserta, in quota Forza Italia, indagato per corruzione insieme ad alcuni imprenditori. Un’inchiesta che rappresenta un ulteriore filone di quella che ha coinvolto tre settimane fa il consigliere regionale nonché presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Campania Giovanni Zannini, anch’egli indagato dagli stessi pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, per corruzione e sottoposto a perquisizione dai carabinieri a inizio ottobre. I carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, hanno perquisito l’ufficio di Magliocca in Provincia e la sua abitazione a Pignataro Maggiore, comune in cui risiede ed è sindaco. In totale le perquisizioni effettuate sono undici e riguardano dieci indagati: oltre a Magliocca figurano dipendenti pubblici e imprenditori. I reati contestati a vario titolo sono la corruzione nell’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, la frode nelle pubbliche forniture e il subappalto non autorizzato. Particolare dell’inchiesta, che qualcuno ha già battezzato operazione «Talpa», riguarda la presenza di due «spie»: un finanziere di Grazzanise, Mattia Parente, avrebbe informato l’indagato Magliocca di alcuni dettagli dell’indagine a suo carico, mentre un sindaco del Casertano, Antonio Scialdone – prosciolto qualche tempo fa dopo essere stato colpito da un’indagine di camorra – avrebbe collaborato nella prima fase dell’inchiesta munito di microspia. Con Magliocca sono indagate altre nove persone tra cui Cosimo Rosato, imprenditore edile di Marcianise, e diversi funzionari pubblici tra cui Gerardo Palmieri, dirigente del Settore Viabilità e Trasporti della Provincia di Caserta, e Clara Di Patria, architetto dello stesso dipartimento.

I FATTI

Gli indagati sono accusati di aver orchestrato un complesso sistema di favori e tangenti legato a opere pubbliche, con particolare attenzione a lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione stradale. Magliocca, secondo gli inquirenti, avrebbe orchestrato un sistema in cui la discrezionalità nelle assegnazioni di lavori pubblici sotto soglia, ovvero per importi inferiori a 150mila euro, veniva utilizzata per favorire imprenditori compiacenti. Attraverso il paravento legale dell’articolo 50 del nuovo Codice degli Appalti, Magliocca avrebbe influenzato i dirigenti degli enti pubblici da lui presieduti, scollando l’attività amministrativa dalla normativa vigente e piegandola ai suoi interessi personali. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, le presunte irregolarità riguarderebbero l’affidamento diretto di lavori pubblici a favore della Rosato Costruzioni, azienda gestita da Rosato, cugino di Alfonso Valente, altro indagato nell’inchiesta. Tra gli appalti sotto indagine, uno per un importo di circa 114mila euro e un altro relativo a interventi di riqualificazione di strade comunali per oltre 130 mila euro, affidati direttamente alla ditta di Rosato. Il tutto sarebbe avvenuto grazie a un sistema di corruzione che coinvolgeva funzionari della provincia e tecnici comunali, che avrebbero favorito l’impresa in cambio di tangenti o vantaggi personali. Il quadro accusatorio delineato dalla Procura si estende oltre gli appalti, coinvolgendo la sfera sportiva. Al centro della rete corruttiva vi sarebbe stato un accordo tra Magliocca e Luigi De Lucia, presidente della squadra di calcio Vitulazio ASD, per l’assunzione dell’allenatore Alfonso Valente. Questo scambio di favori, secondo l’accusa, avrebbe avuto come obiettivo quello di agevolare la carriera calcistica del figlio (non indagato) del presidente della Provincia, già militante nella squadra del Gladiator Juniores 1924, allenata proprio da Valente nella stagione precedente. In questo intricato sistema, Cosimo Rosato avrebbe pagato circa 8mila euro per coprire le spese dell’allenatore e del suo staff, assicurandosi in cambio gli appalti pubblici. Non solo, Rosato avrebbe anche assunto Valente presso la sua ditta, garantendogli ulteriori compensi, il tutto in cambio degli appalti ottenuti grazie ai suoi legami con Magliocca. In sostanza, Magliocca avrebbe sfruttato la sua posizione per ottenere finanziamenti da imprenditori locali, destinati a squadre di calcio dilettantistiche nelle quali giocava suo figlio. Le somme raccolte variano dai 30 ai 40 mila euro per la stagione calcistica 2022/2023. In una nota diffusa ieri, Magliocca si dice «fiducioso nella magistratura e pronto a collaborare con i pm».

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IL TESTO E’ RIPRESO DA IL MATTINO IL TITOLO E’ DEL NOSTRO DIRETTORE