Profezie

Banda dei dossier, le intercettazioni: “Meloni ha il veto Usa: a Salvini niente Viminale”

Barletta, ex Cda Leonardo – Intercettato dai pm sul governo 20 giorni prima che nasca : “Alla Difesa o Crosetto o Tajani”

29 Ottobre 2024
Sono passati pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Pierfrancesco Barletta, ex consigliere di amministrazione di Leonardo, e Sergio Scalpelli, ex responsabile delle relazioni esterne di Fastweb Spa, parlano “di politica e di interessi reciproci”. Elaborano congetture dai retroscena pesanti: parlano di una sorta di veto dei servizi americani su Giorgia Meloni per non nominare Matteo Salvini ministro dell’Interno. Ricostruzione smentita da Palazzo Chigi. Per i carabinieri però quella conversazioni – captata nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano sulla presunta centrale di dossieraggio che vede indagato l’ex superpoliziotto Carmine Gallo – deve essere trascritta non tanto per il contenuto, quanto per la modalità e per i ruoli dei conversanti. C’è dunque Scalpelli (non indagato) che in passato è stato anche assessore al comune di Milano con Forza Italia e poi è passato in Italia Viva (da cui è uscito a settembre per tornare dai forzisti). E c’è Barletta che invece è indagato dai pm di Milano e che ieri si è autosospeso da vicepresidente di Sea e numero due degli aeroporti milanesi. È il 30 settembre 2022, è in corso la formazione del Governo. I carabinieri riportano la conversazione in un’informativa perché anche se riguarda possibili “millanterie”, si tratta di “rivelazioni (…) sicuramente degne di nota poiché (…) sono bisbigliate, in un ambiente ritenuto dagli intercettati ‘sicuro’, proferite da un consigliere d’amministrazione di Leonardo Spa ad un interlocutore e socio in affari quale Scalpelli, responsabile dei rapporti istituzionali” di Fastweb”. I due parlano “delle elezioni nazionali, in particolare di Salvini e dell’eventuale incarico al Viminale. Barletta riferisce a Scalpelli di aver avuto notizia che i servizi segreti americani avrebbero incontrato Meloni per dissuaderla dal designare come Ministro degli Interni l’onorevole Salvini in quanto sarebbero potuti emergere i dossier sui finanziamenti della Federazione Russa alle organizzazioni politiche italiane”.

Questa la conversazione riportata in atti.

Barletta (B): Quindi già siamo… come dire, un clima impasse non da poco… poi c’è il tema del Viminale… dove loro han detto o il Viminale o andiamo a fare l’appoggio esterno… ma gli americani gli hanno detto a lei, col cazzo che fai… han detto quando arrivi, se vuoi fare l’accordo con noi, non lo metti perché noi ti facciamo uscire i dossier che questo prende i soldi da…

Scalpelli (S): Dai Russi!

Proseguono i carabinieri: “E ancora Barletta circa un ricatto che la Meloni avrebbe subito dall’intelligence: ‘No, tu lo vuoi mettere? Giusto? Però esce dopo pochi giorni il dossier sulla Russia…’”.

Salvini non sarà nominato ministro dell’Interno ma andrà alle Infrastrutture. E non sono mai emersi finanziamenti dalla Russia. Da Palazzo Chigi bollano la notizia come “totalmente falsa e infondata”.

Quel giorni Scalpelli e Barletta parlando anche del futuro ministro della Difesa. Barletta sostiene di conoscere Guido Crosetto (in passato presidente dell’Associazione di imprese del settore difesa, l’Aiad). Crosetto al Fatto smentisce di conoscere Barletta: “Non so chi siano”. Questa la conversazione agli atti: “Scalpelli chiede a Barletta informazioni sul prossimo ministro della Difesa interesse evidente dato il settore economico di riferimento anche di Fastweb: ‘Ma senti al Ministero della Difesa chi è che va scusa?’ e Barletta lapidario (…): ‘O Crosetto!’, ‘O Tajani!’”. A quel punto Scalpelli chiede se loro abbiano legami con Crosetto (“…E noi abbiamo legami con lui?”) e Barletta: “Con Crosetto sì!”. E Scalpelli: “Ah!”, “Crosetto è un po’ più… diciamo… come dire? Pragmatico rispetto al ragazzo oh… ?”. Per i carabinieri il “ragazzo” potrebbe essere Lorenzo Guerini, attuale presidente del Copasir.

C’è poi un aspetto dell’inchiesta milanese sul quale sono in corso accertamenti. E riguarda presunti contatti con i servizi segreti. Nell’informativa i carabinieri scrivono: “ (…) Si riporta quanto monitorato da questa polizia giudiziaria ovvero incontri presso l’Ufficio di via Pattari n. 6 tra Carmine Gallo e uomini dell’Intelligence le cui conversazioni non sono state oggetto di sunto eo trascrizione ma che hanno permesso di appurare l’utilizzo di sistemi di comunicazione criptati da parte ad esempio di Gallo”. La conversazione è del 4 ottobre 2022. È omissata. I carabinieri appuntano solo: “Conversazione con agenti dei servizi segreti”. E riportano una sintesi: “Gallo spiega che tipo di servizi offrono e che tipo di accertamenti e consultazioni riescono a fare… vanta il fatto che rispetto ai loro sistemi, lo Sdi non è nulla. (…) Gallo mostra con ogni probabilità un telefono agli interlocutori, spiegando trattarsi di un telefono fuori rete che non utilizza sistemi di messaggistica quali WhatsApp e Signal in quanto non sicuri”. Continuano i carabinieri: “Anche il giorno precedente Gallo commenta una sua possibile militanza passata nei servizi d’intelligence (evenienza non riscontrata): ‘Questi sono due dei Servizi Segreti (…incomprensibile…) stavano con me a via del Tritone gli faccio domani… (…)… io ho scritto una mail che la nostra piattaforma stanno in collegamento con il Giappone e stanno in attesa di avere informazioni precise che ci arriveranno solo domani.’”. Anche l’Aisi, i servizi segreti per l’interno, sta verificando con chi dei loro uomini gli indagati avessero rapporti e per quale motivo.

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