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DRAMMA NEL CARCERE DI SMCV, SI TOGLIE LA VITA UN DETENUTO. HA USATO LENZUOLA COME CORDA.
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DRAMMA NEL CARCERE DI SMCV, SI TOGLIE LA VITA UN DETENUTO. E’ IL PRIMO SUICIDIO DEL 2024. L’UOMO SI STAVA DISINTISSICANDO MA ERA RIENTRATO IN CARCERE DOPO UNA CONDANNA DI CUMULO DI PENE (10 ANNI). HA USATO LENZUOLA COME CORDA. PRECEDENTI PER PICCOLI FURTI E RICETTAZIONE.
– Ancora un dramma della solitudine nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere dove tra la festività di Ognissanti e il giorno dedicato ai defunti, un detenuto di 53 anni ha deciso di togliersi la vita. Vincenzo Bellafesta, di Caserta, era tornato in carcere dopo un lungo periodo di libertà a seguito del cosiddetto «cumulo di pena» per un totale di dieci anni di reclusione: sedici episodi legati a reati come piccoli furti e ricettazione commessi nel corso di diversi anni. Bellafesta, sposato e con figli, negli ultimi tempi aveva rifiutato i colloqui con i familiari e stava uscendo da un periodo di tossicodipendenza. L’altra notte però qualcosa è scattato nella sua mente nella cella che condivideva con un altro detenuto e ha compiuto il gesto estremo. Stando a quanto si apprende, avrebbe realizzato una corda con alcune parti di un lenzuolo per poi stringerla al collo dopo aver legato l’altra estremità ad una parte fissa e resistente della cella. Il corpo è stato rinvenuto dagli agenti penitenziari ma era gi troppo tardi, neanche il compagno di cella si sarebbe accorto nell’immediatezza di quanto accadeva. Negli ultimi tempi, stando a quanto si apprende, avrebbe anche parlato di presunte minacce (non è chiara la provenienza) ricevute nel carcere, ma senza mai denunciare l’episodio. La Procura sammaritana ha disposto il sequestro della cella e l’autopsia sulla salma che potrebbe essere eseguita già in queste ore. Si tratta del primo suicidio dall’inizio dell’anno avvenuto nella casa circondariale «Uccella» e il decimo in Campania (lo scorso febbraio un detenuto si tolse la vita invece nella casa di reclusione di Carinola). Il garante regionale Samuele Ciambriello, commenta in una nota il tragico episodio: «Ormai nelle carceri Italiane dall’inizio dell’anno – denuncia il Garante – sono 78 i suicidi, 1335 i tentativi di suicidio a metà settembre, mentre nella nostra regione sono circa 100 i detenuti che hanno tentato di uccidersi. La politica è assente, tace. Le carceri italiane sono diventate una discarica sociale, troppi i tossicodipendenti, i detenuti psichiatrici». E aggiunge: Circa 8000 ristretti hanno un residuo pena pari a meno di un anno, 900 sono in Campania. Sono morti annunciate, omicidi di Stato, nella totale indifferenza anche della società civile per quello che accade nei luoghi di privazione della libertà». Ciambriello sottolinea come siano rimasti «inascoltati gli appelli del Presidente Mattarella, del Papa, delle associazioni e dei garanti. Speriamo che la mobilitazione della prossima settimana indetta dalla camere penali, da diverse associazioni, dai garanti contro il Decreto Sicurezza, che ha un impatto esplosivo sul sistema penitenziario, possa quanto meno portare la politica e il Governo, vincendo il populismo penale, politico, mediatico, ad occuparsi realmente di carcere». Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere ma occorre intervenire sull’organizzazione delle carceri, sul numero di psicologi, psichiatri ed educatori,figure di ascolto e di mediazione,ma anche sul numero dei progetti di inclusione sociale, di lavoro. Una riflessione sul tema potrebbe arrivare da uno dei momenti più significativi dell’intero pontificato e della storia stessa dei Giubilei: il 26 dicembre, festa di Santo Stefano, Papa Francesco aprirà la Porta Santa nel penitenziario romano di Rebibbia. In quel luogo, già visitato nove anni fa per un Giovedì Santo, il Papa vuole recarsi come «pellegrino di speranza» e porsi idealmente accanto ai detenuti di tutte le carceri sparse per il mondo.