CASERTA, INCHIESTA SUL ‘VERDE PUBBLICO’: CACCIA ALLA MICROSPIA NELL’UFFICIO COMUNALE DELLE TUMULAZIONI. I COLLABORATORI DELL’IMPRENDITORE CERRETO A CACCIA DELLA CIMICE. IL CIMITERO ERA ANCHE CONTROLLATO DALL’ESTERNO DA UNA VIDEOCAMERA DEI CARABINIERI. NELLE 200 PAGINE DELL’ORDINANZA 23 PARTI OMISSATE: NON SI ESCLUDE UNO SVILUPPO DELL’INCHIESTA. IL CASO DELLA GARA CON SORTEGGIO TAROCCATO A SAN NICOLA LA STRADA
– E’ ancora una volta il cimitero di Caserta, dove avvenivano gli incontri «segreti» per pilotare le gare, a diventare teatro di un nuovo episodio che richiama ulteriormente l’attenzione degli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sul «cartello» delle ditte che si occupavano della manutenzione del verde pubblico sull’asse Caserta-San Nicola. L’indagine dei carabinieri del capoluogo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere guidata dal magistrato Pierpaolo Bruni (pubblico ministero Anna Ida Capone, gip Alessia Stadio), è sfociata giovedì scorso in un’ordinanza con 9 misure cautelari (cinque domiciliari e quattro obblighi di firma), dopo gli interrogatori di preventivi tenutisi due settimane fa secondo la nuova legge Nordio. Quegli incontri segreti organizzati nel luogo di sepoltura, immaginando di sfuggire alle intercettazioni telefoniche, che il dirigente comunale Francesco Biondi teneva nell’ufficio tumulazioni con l’imprenditore Francesco Cerreto -. peraltro addetto a quel particolare servizio – non erano poi tanto protetti. Una videocamera dei carabinieri sorvegliava l’ingresso ma ci sarebbero state altre cimici disposte all’interno. Secondo l’inchiesta, Cerreto (detto «Camposanto» nelle intercettazioni) avrebbe anche tentato di eludere le investigazioni con una artigianale bonifica tecnica all’interno dell’Ufficio Tumulazioni, dove si ipotizza possa aver trovato microfoni nascosti. L’intercettazione di una conversazione ambientale tra due collaboratori di Cerreto accenna al sospetto di dispositivi di ascolto presenti nella stanza, facendo emergere una scena surreale tra rumori e cautela. Nel contesto di queste operazioni, le intercettazioni telefoniche documentano la partecipazione di Cerreto nella selezione delle ditte, da invitare alle gare, con pressioni per far desistere eventuali concorrenti, garantendo così la vittoria dell’impresa designata.
Un nome ricorrente è quello dell’ingegnere Francesco Biondi, dirigente del Comune di Caserta, al quale viene attribuito l’appellativo di «capo» durante le conversazioni. Quest’ultimo, dal ruolo di Dirigente di prima fascia, sovrintende diversi settori, tra cui quello dell’urbanistica e del controllo del territorio, consentendo così a Cerreto di consolidare una rete di contatti funzionali al proprio disegno. Una delle conversazioni intercettate evidenzia la dinamica di potere: Cerreto si riferisce a Biondi come «Il capo» e rassicura gli interlocutori sulla propria capacità di intervenire nelle decisioni. Questo rapporto gerarchico emerge con forza anche nel dialogo con Giuseppe Fazzone, un altro imprenditore coinvolto e agli arresti, al quale Cerreto spiega che «il capo» ha già deciso le sorti di alcune gare. Gli incontri tra Cerreto e Biondi si svolgono frequentemente fuori dagli uffici, anche presso il cimitero di Caserta, luogo di apparenti operazioni riservate. L’indagine però potrebbe portare ad ulteriori sviluppi in quanto nell’ordinanza cautelare composta da oltre 200 pagine, compaiono – soprattutto nelle parti delle intercettazioni – almeno 23 «omissis», termine usato per oscurare ulteriori nomi e circostanze o non di particolare interesse, oppure oggetto di ulteriori approfondimenti da eseguire. Sul fronte di San Nicola La Strada un’informativa rivelatrice fa luce sulle numerose irregolarità e sul presunto meccanismo di manipolazione nel processo di assegnazione dell’appalto per la messa in sicurezza di un’area colpita da uno sprofondamento il 18 marzo 2020.
In particolare, l’architetto Giulio Biondi sembra aver orchestrato una selezione pilotata delle imprese che avrebbero partecipato alla gara. Gli investigatori hanno infatti documentato come, il giorno prima del sorteggio ufficiale, Biondi avrebbe segnato su un foglio i nomi delle cinque ditte prescelte, coincidenti con quelle risultate estratte il giorno successivo. La vicenda è ulteriormente complicata da un errore procedurale: una seconda busta contenente un’offerta, trovata nella stanza del Sindaco, non era stata esaminata durante il processo di valutazione delle offerte.
FONTE: di Biagio Salvati da Il Mattino