Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Sulla Stampa, riferendosi a una dichiarazione di Matteo Salvini, l’opinionista Assia Neumann Dayan, di rincalzo al direttore Andrea Malaguti, autore in prima pagina di un indignato editoriale sull’argomento, osserva che «fa sempre un certo effetto il riferimento ai “cani e porci” verso delle persone». Ma perché? C’è anche chi, di norma, con questa espressione si riferisce proprio ai cani e ai porci? Forse la nipote del leggendario generale e ministro israeliano Moshe Dayan (1915-1981) ignora che la locuzione, segnalata dallo Zingarelli 2025 come figurata e spregiativa, ha questo significato: «Chiunque, qualunque tipo di persona: ha invitato cani e porci». L’articolo è intitolato «Le parole usate come una ruspa». Siamo d’accordo. Assia Neumann Dayan ci pare alla guida del mezzo.

Titolo dell’agenzia Adnkronos: «Harris attacca a Trump: “Instabile e consumato dal rancore”». Un modo per dire che Harris s’attacca al Trump.

Andrea Greco sulla Repubblica attribuisce a Blackrock, il più grande gestore di fondi del mondo, questa performance dei conti trimestrali a Wall Street: «Utili operativi saliti a 2 miliardi di dollari tra luglio e settembre (+23%), un netto di 1,63 miliardi, ricavi su del 15% a 5,2 miliardi e un patrimonio cresciuto del 26% a 11.500 miliardi». Come, come? Esemplifichiamo. Il patrimonio dell’anno 1 cresce nell’anno 2 per un importo pari agli utili (immaginando che il soggetto non distribuisca dividendi). Se gli utili sono 2 miliardi, il patrimonio è cresciuto di 2 miliardi. E torniamo a Blackrock. Per arrivare a 11.500 miliardi con una crescita del 26 per cento sarebbero serviti circa 2.500 miliardi, non 2. E infatti gli 11.500 miliardi sono il patrimonio in gestione, cioè i soldi che i clienti affidano a Blackrock affinché li faccia fruttare: non sono il patrimonio, ossia soldi degli azionisti di Blackrock. Stabilire che cosa sia mio e che cosa mi sia stato affidato è importante.

Sul Giornale, Massimo Malpica informa che Maria Rosaria Boccia e il suo legale «hanno scelto di replicare, con 53 giorni di ritardo, all’intervista rilasciata al Corriere della Sera a inizio settembre dall’ex marito dell’influencer, Marco Mignogna, intervista nella quale l’uomo sosteneva che i due non s’erano ancora divorziati». Non ci pare che Boccia voglia separarsi da sé stessa: divorziare è intransitivo, mentre Malpica crede che sia riflessivo, cioè un verbo in cui l’azione compiuta dal soggetto ricade su sé stesso.

Nell’editoriale di prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, offre un nuovo saggio del suo contrasto permanente con le virgole: «Ma il meglio a proposito di mistificazione lo ha dato Italia viva, che scopiazzando la campagna elettorale di Trump, ha pubblicato via social network alcune tabelle per dimostrare che con Giorgia Meloni al governo, i prezzi di generi di prima necessità sono schizzati alle stelle». Non si capisce il senso della virgola dopo «Trump»: lo avrebbe avuto a patto di metterne un’altra cinque parole prima, dopo il «che». Analogamente, una virgola andava collocata dopo «dimostrare che» per giustificare quella dopo «al governo».

«Ma prima di continuare teniamo a specificare che questo reportage è anche motivato dalla necessità di rispondere coi fatti alle minacce della censura di Mosca, dopo che alcuni nostri colleghi sono stati notificati del mandato di arresto per essere a loro volta venuti a fare il loro lavoro», avverte Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Sudzha (Russia). Il verbo transitivo notificare ha due significati: «rendere noto mediante notificazione» e «denunciare, dichiarare, palesare». Quindi il mandato di arresto è stato notificato ad alcuni colleghi di Cremonesi. Era troppo semplice scriverlo così?

La Stampa titola: «La rabbia degli agenti italiani di Gjader. “Manca anche lo spazzolone del water». Scorri il pezzo sottostante, firmato da Eleonora Camilli, e leggi: «Gli agenti della penitenziaria si lamentano anche degli alloggi: prefabbricati a cui si accede con una scala metallica interna, senza elementi di arredo basilari, dalla tv allo spazzolino per il water». Probabilmente alla Stampa sono convinti che le guardie carcerarie si lavino i denti nella tazza del cesso.

Titolo dall’Ansa: «Si lima ancora la manovra economica, salta la conferenza di Meloni. Nodi da sciogliere anche su norma banche. Concordato al rallenti». Vabbè che l’Ansa ha sede a Roma, ma rallenti co’ du elle nun se po’ senti’. Venendo dal verbo francese ralentir («rallentare»), si scrive ralenti («rallentatore»).

Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Overturism a Firenze, la fuga degli universitari: “Questa città non è più per gli studenti ma solo per i turisti”». Anche su altri organi d’informazione compare questa maldestra grafia dall’inglese overtourism («sovraffollamento turistico»), peraltro registrato dalla Treccani fra i neologismi fin dall’anno scorso.

Da Milano Today: «Una lite dopo una partita a carte, futili motivi che hanno avuto la peggio su un uomo di 78 anni». Peggio di così si muore.

Anteprima riporta un articolo da Italia Oggi attribuendolo a Roberto Giardina: «Berlino Est nei paesi dell’Urss era considerata una sorta di Manhattan, un paradiso dello shopping, venivano dalla Russia, dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia in bus a comprare generi considerati di lusso, introvabili a casa loro». Diremmo che erano Paesi del Patto di Varsavia, non dell’Urss, della quale Polonia e Cecoslovacchia non hanno mai fatto parte. Comunque, la citazione della fonte è sbagliata: il servizio recava la firma di Andrea Giardina, non di Roberto.

SL