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Il meglio da Dagospya, Il Fatto, Notix.it, Cronachedi, Prima ora del Corsera, la spremuta di giornali di Anteprima e il Briefing a cura di Ferdinando Terlizzi
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NOTA DI SERVIZIO CHI DESIDERA RICEVERE ANCORA LA RASSEGNA STAMPA DEVE MANDARE UN MESSAGGIO WHATSAPP AL NUMERO 388.4293828 LA RASSEGNA COSTA LAVORO E SOLDI E’ FATICOSA E BISOGNA INIZIARE ALLE 5 DEL MATTINO. HO L’IMPRESSIONE CHE MOLTI ABBIANO VERGOGNA DI DIRE CHE A LORO NON INTERESSA PERTANTO HO DECISO CHE ENTRO 10 GIORNI DA OGGI CHI NON AVRA’ RISCONTRATO IL PRESENTE MESSAGGIO NON RICEVERA’ PIU’ LA RASSEGNA CON MOLTI CORDIALI E SINCERI SALUTI IL DIRETTORE: FERDINANDO TERLIZZI Avviso del 16 novembre 24
AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: “NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI…” – SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE – DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA “MUMMIA SICULA”, POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA’ COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L’ALTRA…
DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…
Emanuela Orlandi, la verità di Pipino sul passaporto falso: “La ragazzina della fototessera era lei. Serviva per trasferirla a Londra”
Si chiama Vincenzo Pipino, lo chiamavano il ladro gentiluomo ed è il protagonista dell’ultima inchiesta del settimanale Giallo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Intervistato per Giallo, Vincenzo Pipino potrebbe essere stato protagonista, senza saperlo, di un passaggio cruciale del sequestro di Emanuela Orlandi. Il ladro veneziano che operava senza armi né violenza, e dedito perlopiù al furto di opere d’arte, ha scontato la sua pena e a 81 anni è un uomo libero. Originario della Giudecca, viene da una famiglia molto povera, primo di cinque figli. A sei anni, venne espulso di scuola per aver rubato una mela ad un suo compagno di classe e da lì iniziò, a quanto pare, la sua carriera criminale. Ha messo a segno circa tremila furti e rubato di tutto, persino un dipinto di Canaletto da Palazzo Giustiniani, poi restituito al proprietario. Negli anni ’70, Pipino conobbe Enrico Nicoletti, in un autosalone lungo la Casilina di proprietà di quest’ultimo, indicato come il cassiere della Banda della Magliana. Fu Nicoletti a far conoscere a Pipino Enrico de Pedis, considerato a capo della fazione testaccina della banda e più volte tirato in ballo nella storia della scomparsa di Emanuela Orlandi da testimoni e magistrati.
Il passaporto Il ladro gentiluomo era già amico di Sabrina Minardi che in quegli anni era l’amante di de Pedis. Entrato in confidenza con Pipino, “Renatino” gli chiese un passaporto di una ragazza veneta, di Mestre. Un passaporto rubato e scaduto da consegnare, insieme alla foto della ragazza da posizionare sul passaporto, a un tale “testone”, nome in codice di un sodale di de Pedis all’interno dei Carabinieri. Il testone era un maresciallo che operava per conto dei servizi segreti. Ecco cosa riporta oggi Giallo, da un’intervista a Pipino: “Fu il testone a spiegarmi che la ragazzina della fototessera che gli avevo lasciato per modificare il passaporto era Emanuela Orlandi. Seppi che serviva per trasferirla a Londra”. Pipino raccontò tutto anni fa, quando era detenuto a Santa Maria Maggiore, ad Arnaldo La Barbera, super poliziotto che negli anni ’70 era stato a capo della Squadra Mobile di Venezia. Dopo, Pipino ha raccontato tutto nei suoi due libri di memorie ma non è stato mai chiamato a testimoniare.
Le stragi di mafia e il caso Orlandi Questa storia del passaporto era già venuta fuori nel 2012, pochi giorni dopo la riesumazione del corpo del boss Enrico de Pedis, che era stato tumulato (come venne fuori tra lo sgomento generale) nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare che era anche sede della scuola di musica da cui scomparve Emanuela Orlandi. Da un vecchio articolo del 2012 del Mattino di Padova, viene fuori un segmento di questa storia davvero inquietante in cui il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi si intreccia alle stragi di Palermo del ’92. Si legge dal quotidiano: “Certo è che i pubblici ministeri di Caltanissetta che stanno indagando sulle stragi di Via d’Amelio e Capaci ed in particolare sul depistaggio che provocò la morte di Paolo Borsellino e la sua scorta, credono a ciò che Pipino ha riferito loro, tanto da incriminare tre dirigenti della Polizia per aver costruito insieme ad Arnaldo La Barbera, nel frattempo deceduto ma all’epoca a capo delle indagini, il falso pentito Vincenzo Scarantino”. In pratica, come si legge dal Mattino, Pipino disse ai magistrati siciliani che indagavano sulle stragi del ’92 che La Barbera lo aveva non a caso rinchiuso nella stessa cella di Scarantino per poi minacciarlo: se non gli avesse detto tutto ciò che Scarantino gli diceva, lo avrebbe incriminato pe quel passaporto rubato e dato alla Magliana. Ma la domanda allora è: come faceva, La Barbera, a sapere di quel passaporto già allora? Nota a margine: il maresciallo era legato anche agli 007 ed era sui libri paga del Sisde, il suo nome in codice era “Catullo” (fonte: Il Mattino di Padova).
Le ultime dichiarazioni di Pipino Oggi, a distanza di molti anni, è lo stesso Pipino a fare luce su questa storia, come ci racconta il direttore di Notte Criminale, il vicentino Alessandro Ambrosini, esperto sia di criminalità romana che di “mala del Brenta”. Ci spiega Ambrosini: “Pipino non ha mai visto la foto della ragazza che avrebbero poi messo sul passaporto da falsificare. In ambito criminale, se ti viene consegnata una busta chiusa è buona regola che il messaggero non la apra. Lui la foto non l’ha mai vista, come mi ha detto”. A riprova di ciò, Ambrosini ha condiviso con noi di Fq il suo scambio epistolare con Pipino, di pochi giorni fa, in cui Pipino scrive:
“Mi sono trovato nel mezzo di due agenti delle forze del disordine. Il primo Arnaldo La Barbera a capo della squadra mobile di Palermo, colui che ha depistaggio l’attentato di Borsellino, il secondo un maresciallo dei carabinieri detto il “Testone”, che ha fatto il famoso passaporto, ambedue appartenenti ai servizi segreti. Solo una cosa mi ha massacrato il cervello: Perché mi è stato chiesto un passaporto di una ragazza veneziana, e non di altre città d’Italia? Poi, sono stato “trasportato” in cella con il falso pentito Scarantino, a soli cinque giorni dal suo arresto. Che poi, son stato il primo in assoluto a smascherare questo falso pentito, quando circa una cinquantina di magistrati credevano a costui. Chiaro che poi sono passato come teste importante al processo “Borsellino quater”. L’assurdo: quando dissi che era un falso pentito manovrato dai servizi segreti e da magistrati compiacenti, sono stato denunciato per calunnia dal giudice antimafia Vigna di Firenze, poi assolto in Tribunale. Alla fine di tutta questa storia io non ho mai detto, come si può leggere anche nelle mie memorie, che il passaporto era di Emanuela Orlandi”.
DAILY MAGAZINE
Regione, l’amaro risveglio del presidente Vincenzo De Luca
L’EDITORIALE DI ANTONIO ARRICALE
– Amaro risveglio per il presidente della Campania Vincenzo De Luca, stamattina, già rintronato per il doppio “uppercup” ricevuto nella tarda serata di ieri, con la notizia dei risultati elettorali di Emilia Romagna e Umbria, dove domenica e lunedì s’è votato per il rinnovo delle rispettive amministrazioni regionali.
Tutto si augurava, infatti, lo Sceriffo di Salerno, tranne di dover dare ragione alla sua segretaria, Elly Schlein, che da tempo gli ha dato il benservito, negandogli la possibilità del terzo mandato con la maglietta e l’appoggio del Partito democratico.
A procurargli, peraltro, maggiore fastidio – mentre con pollice e indice ancora consumava il “curniciello” che fino all’ultimo ha strofinato tra le mani – è stato vedere su tutti gli schermi televisivi il compagno e ormai ex amico, Stefano Bonaccini, additato, sempre da lei, dalla Schlein, come uno dei fautori della vittoria di Michele de Pascale e, soprattutto, del rinnovamento al vertice dell’ente di viale Silvani a Bologna. Né deve aver gioito più di tanto, alla notizia della sconfitta di Donatella Tesei, la candidata di quei dilettanti e presuntuosi del centro destra – peraltro presidente uscente – rimpiazzata alla guida dell’Umbria dall’ingegnera Stefania Proietti.
Doppio montante che il presidente De Luca ha dovuto incassare – come si diceva – anche stamattina, con altre due notizie che non l’hanno certamente aiutato a stare meglio.
La prima, è della Corte dei conti, che a proposito delle liste di attesa scandalosamente registrate nella gestione della Sanità pubblica, le regioni italiane hanno ricevuto ben due miliardi di euro dal ministero retto da Orazio Schillaci, senza che un solo passo sia stato fatto avanti.
Anzi, in un documento di 180 pagine, la magistratura contabile ha evidenziato le “difficoltà incontrate dal ministero della Salute nello svolgimento delle attività di coordinamento e monitoraggio, sia sul versante della verifica dell’avvenuta programmazione, sia per quanto attiene alla capacità delle autonomie territoriali nel comunicare tempestivamente il grado di raggiungimento degli obiettivi da esse programmati”.
Certo la ramanzina della Corte dei conti è andata a tutte le regioni, ma soprattutto a chi – come De Luca – è sempre in prima fila per chiedere ulteriori risorse al governo, senza però mai portare un risultato positivo.
Infine, l’altro cazzotto in pieno viso al nostro Sceriffo è stato dato dal solito Report sulla qualità della vita redatto da ItaliaOggi in collaborazione con Ital Communications, in cui, su un punteggio di mille punti attribuito alle migliori regioni, mediamente alla Campania ne vengono dati soltanto 290, con le cinque province che si attestano, tanto per cambiare, agli ultimi posti. In particolare, nella classifica a decrescere delle province campane: Avellino (82esimo posto), Benevento (83), Salerno (85), Caserta (88) e Napoli addirittura al 95esimo posto. Classifica, è facile immaginare, che non migliorerà nella valutazione del prossimo Report del Sole24Ore.
E, però, De Luca – lo sanno tutti – è testardo come un mulo. Non indietreggerà di un millimetro, statene certi. E’ un po’ come Pasquale nel famoso Sketch di Totò: e che so Pasquale, io?
Certo che no, infatti si chiama Vincenzo.
Sparanise, De Pasquale sindaco al fotofinish. Battuto Cerullo per 17 voti
Fabrizio De Pasquale è il nuovo sindaco della città di Sparanise. L’ha spuntata su Nico Cerullo per 17 voti. La sua lista CambiAmo Sparanise’ ha ottenuto il 50,21 per cento dei voti espressi. La formazione avversaria ‘Sparanise in Movimento’ ha ottenuto il 49,79 per cento dei voti. De Pasquale e la sua squadra dovranno governare una città spaccata, dopo un periodo di commissariamento straordinario durato due anni.
Se le operazioni di voto si sono svolte in maniera regolare e tranquilla, non può dirsi lo stesso per lo spoglio delle schede.
Alle 15 di ieri ha votato il 71,64 per cento degli aventi diritto; nella precedente tornata elettorale aveva votato il 79,77 per cento degli aventi diritto: dunque un calo dell’affluenza di 8 punti percentuale. Forze dell’ordine e la Polizia municipale, coordinata dal comandante Giovanni Fusco, hanno monitorato sull’andamento regolare della tornata elettorale. Sin dalle prime fasi dello spoglio è stato chiaro che tra i candidati sindaco ci fosse un testa a testa, seguito poi da un vantaggio seppur minimo di De Pasquale. Si sono poi registrati rallentamenti nelle operazioni di spoglio nella sezione 8, che si sono concluse a tarda sera. In questa sezione sono state 14 le schede annullate contestate.
La vittoria di De Pasquale è stata ufficializzata soltanto nella tarda serata ed è poi partito il carosello di auto per i festeggiamenti nelle strade della città fino a notte inoltrata. Per il neo sindaco adesso è tempo di valiutare la formazione della squadra alla luce dei risultati ottenuti dai candidati alla carica di consigliere. L’impegno di De Pasquale sarà volto ad unificare la città. Nelle prossime ore ci sarà il passaggio di consegne tra il neo sindaco e la commissione straordinaria formata dal viceprefetto Maura Nicolina Perrotta, dalla dottoressa Florinda Bevilacqua e dal dottor Salvatore Carli. La città ha dunque voltato pagina.
In merito alla composizione del consiglio comunale, la situazione sarà chiara nelle prossime ore. Il prolungarsi delle operazioni di voto nella sezione 8 ha provocato rallentamenti nella procedura. I dati relativi alle preferenze della lista ‘Sparanise in Movimento’ sono definitivi. Per quanto attiene la lista ‘CambiAmo Sparanise’ si tratta delle preferenze di sette sezioni sulle otto complessive.
mercoledì 20 novembre 2024
La minaccia atomica di Putin, le tensioni nel centrodestra, il richiamo di Mattarella
di Luca Angelini
Buongiorno.
Dopo il via libera del presidente Usa Joe Biden, le truppe ucraine hanno subito iniziato a colpire obiettivi in Russia con i missili a lungo raggio Atacms. E Vladimir Putin coglie l’occasione per ufficializzarela sua nuova dottrina atomica, già annunciata la scorsa primavera ma poi finita nel dimenticatoio: d’ora in poi Mosca potrà ricorrere all’arma nucleare contro qualsiasi attacco convenzionale – contro la Russia ma anche la Bielorussia – considerato «un pericolo per la sicurezza nazionale» e che venga lanciato da un Paese anche privo di atomica, ma alleato di potenze che ne sono muniti. «Il ricorso agli Atacms è il segnale chiaro che il fronte Nato vuole l’escalation», commenta il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. «Ci riserviamo il diritto di ricorrere alle armi nucleari», ha detto, minaccioso, anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
«In realtà – scrive da Kiev l’inviato Lorenzo Cremonesi – è dal primo giorno di guerra il 24 febbraio 2022 che il presidente russo sventola lo spauracchio atomico. Resta l’impressione che Mosca intenda attendere la presidenza Trump prima di compiere qualsiasi mossa drastica». Aggiunge Marco Imarisio: «Più che i contenuti, conta il momento. Putin conosce bene qual è la grande paura dell’Occidente e di tutto il mondo. Il presidente sa anche che si tratta di una partita che non può permettersi di giocare, per assenza di risorse. Ma la scelta di sbrinare un decreto pronto da mesi non è solo rivolta al mondo esterno. Dopo la notizia giunta venerdì dagli Usa, l’opinione pubblica russa, soprattutto quella televisiva, ha subito gonfiato i muscoli dell’orgoglio patriottico. (…) Non importa se i pochi media avveduti e le persone con reale conoscenza delle intenzioni di Putin e del suo circolo ristretto continuano a escludere il ricorso all’arma totale. Questa è l’aria che tira e che da anni viene fatta soffiare in Russia, veicolando messaggi di natura ultra-nazionalistica. Putin non poteva parlare, ma doveva dare una risposta».
Giuseppe Sarcina segnala, però, che «il “pericolo atomico” guadagna sempre più spazio e più rilievo nei documenti ufficiali delle tre potenze nucleari occidentali. Gli Stati Uniti, innanzitutto, con un totale di 3.708 testate a disposizione, di cui 1.770 pronte al lancio e altre 1.938 custodite negli arsenali, ma utilizzabili nel giro di pochi giorni. Poi la Francia: 290 atomiche, di cui 280 già dispiegate. Infine il Regno Unito: 225 in totale e 120 pronte all’uso. I dati provengono dall’ultimo rapporto del Sipri (Stockholm international peace research institute), pubblicato il 24 settembre 2024. Il centro studi svedese ha elaborato le poche informazioni ufficiali disponibili, tracciando il quadro dell’atomica globale. Oltre a Usa, Regno Unito e Francia, nella lista figurano altri sei Paesi: Russia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele. «L’ammontare degli ordigni in possesso di questi nove Stati – riassume Sarcina – è pari a 9.585 testate, di cui 3.904 “operative”. Attenzione: gli armamenti “pronti” sono 100 in più rispetto allo scorso anno. Questo significa che nel giro di dodici mesi, il “rischio nucleare” è aumentato».
Per tornare all’utilizzo dei missili Atacms, fonti sia ucraine che americane riportano che sei di essi hanno colpito un deposito di armi e munizioni a Bryansk, nel Sudest della Russia. «Gli ucraini – commenta Cremonesi – intendono dimostrare agli alleati che qualsiasi tipo di loro aiuto militare viene rapidamente impiegato con successo».
Dal G20 di Rio de Janeiro, la premier italiana Giorgia Meloni si fa capofila dell’appello a «restare uniti al fianco di Kiev sino a quando ci sarà la guerra», ribadendo che bisogna fare di tutto per non spaccare il fronte occidentale, anche perché «Putin non mostra alcuna disponibilità al dialogo». Quanto al pericolo che Trump scompigli le carte del campo alleato, aggiunge che «occorre stare a vedere cosa capiterà». Lei «comprende» la scelta di Biden sugli Atacms, anche se non è quella dell’Italia, e «non si scandalizza» per la telefonata del cancelliere tedesco Scholz a Putin. «Scholz è stato in linea col nostro sostegno a Kiev», ha specificato.
A dire il vero, troppo compatto non è, il fronte occidentale. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius puntualizza che la scelta americana «non cambia la nostra decisione», ossia quella di non inviare i missili a lunga gittata Taurus. Per contro, Emmanuel Macron si è detto «disponibile» a un passo come quello americano. E il governo di Londra pare al momento il più propenso a seguire in tempi brevi l’esempio Usa, concedendo a Kiev di colpire il territorio russo con i propri Storm Shadow.
Sempre da Rio de Janiero, dove Joe Biden ha partecipato al suo ultimo G20, Viviana Mazza scrive che «il presidente uscente punta a rafforzare gli ucraini sul campo nei 60 giorni rimasti. Lo farà anche versando entro il 20 gennaio tutti i fondi allocati a Kiev dal Congresso, per lasciarli nella posizione migliore possibile mentre dietro le quinte Zelensky e gli europei discutono come (e se sia possibile) portare Putin al tavolo negoziale, e nel timore che Trump gli lasci il 20% dell’Ucraina. È una fase pericolosa: il consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca sminuisce il peso del cambiamento della dottrina nucleare di Mosca, ma gli americani avvertono gli alleati di prepararsi a sabotaggi e forme di guerriglia ibrida».
Razzi sulle basi Unifil in Libano
Venerdì pomeriggio una granata israeliana aveva sfondato il tetto della palestra dei caschi blu italiani a Shama, nel Sud del Libano a pochi chilometri dal confine con Israele; ieri 8 razzi di Hezbollah sono caduti sopra e attorno a un magazzino dello stesso quartier generale italiano. Un’officina è stata distrutta, ma nessun militare era nell’area bombardata. Cinque soldati della Brigata Sassari, investiti dall’onda d’urto, sono ricoverati in infermeria in osservazione, ma per fortuna senza traumi, e le loro condizioni non sono preoccupanti. È andata molto peggio a quattro caschi blu del Ghana, feriti da un altro ordigno esploso nella loro base «Unp 5-42» lontana qualche decina di chilometri: sono ricoverati nell’ospedale di Tiro, con lesioni importanti.
Il comando delle Nazioni Unite parla di un attacco da parte di «attori non statali», un modo per indicare Hezbollah o una delle altre sigle della «resistenza» come la Jihad Islamica.
«Dall’inizio dell’invasione israeliana del Libano (il 30 settembre) – ricorda Andrea Nicastro – i soldati Unifil sono stati più volte colpiti da ordigni lanciati da parte delle forze israeliane e solo raramente da Hezbollah, tanto che in un primo momento il ministro Difesa, Guido Crosetto ha reagito addossando la responsabilità dell’incidente a Tel Aviv. L’esercito dello Stato ebraico ha smentito e in poche ore gli artificieri, esaminati i proiettili calibro 107 millimetri, hanno puntato il dito contro Hezbollah». «È intollerabile che le basi dell’Unifil vengano colpite», ha dichiarato Crosetto.
Ieri l’Argentina del presidente Javier Milei ha annunciato il ritiro dei suoi tre caschi blu dal contingente Unifil senza dare spiegazioni. È il primo del 48 Paesi che compongono il contingente di pace a ritirarsi.
L’inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Amos Hochstein, ha incontrato il governo libanese e Nabih Berri, il presidente del Parlamento e alleato di Hezbollah, che non partecipa direttamente alle trattative. «Abbiamo ottenuto progressi significativi. L’opportunità di fermare lo scontro è alla nostra portata», spiega Hochstein che oggi atterra a Tel Aviv. «Negozia in nome di Joe Biden, ma prima di partire avrebbe ricevuto le indicazioni pure dal prossimo presidente Donald Trump – scrive il corrispondente da Israele Davide Frattini -. È ormai a lui che pensa Netanyahu al punto — speculano i giornali israeliani — di voler formalizzare l’accordo a gennaio, quando l’alleato politico sarà insediato. Lo stop alle battaglie arriverebbe comunque prima».
Israele offrirà una ricompensa di cinque milioni di dollari a chiunque aiuti a recuperare uno degli ostaggi detenuti a Gaza dal 7 ottobre dell’anno scorso. Lo ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu in un video che lo ritrae mentre è in visita nel corridoio di Netzarim, nella Striscia di Gaza.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri nella Striscia di Gaza (foto Ansa)
Istituzioni e migranti, il richiamo di Mattarella
«Il ruolo dei corpi intermedi, la concertazione tra parti sociali e istituzioni consentono di raggiungere punti di equilibrio e di costruire il futuro. Il dialogo, l’ascolto, sono gli strumenti che hanno consentito all’Italia di progredire». Oggi, però, «si colgono, talvolta, spinte a considerare un valore la rottura, lo scontro. Quasi che il progresso non passi, al contrario, attraverso la coesione e la partecipazione». E, ancora, «il nostro ordinamento è qualcosa di più di un insieme di norme e di forme. La democrazia è sostanza. Si invera in uno sviluppo sociale dove libertà, uguaglianza, equità rappresentano l’obiettivo e lo spirito di iniziativa è incoraggiato da istituzioni non invasive e poteri non accentrati». L’eloquio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’assemblea della Confesercenti, è quello pacato e misurato di sempre. Ma il messaggio, per chi lo voglia cogliere – soprattutto tra le forze politiche – è chiarissimo.
Tanto più che, ad avviso del capo dello Stato, anche il diffondersi di un clima di sfiducia deriva dalla perdita di valore del dialogo e dell’ascolto: è come se «i fondamentali positivi dell’economia non riuscissero a bilanciare gli effetti del clima di conflittualità politica e istituzionale».
Mattarella ha toccato un altro tema caldo del dibattito politico: quello dell’immigrazione: «Il rilancio dell’economia passa dalla consapevolezza del ruolo di ciascun attore del tessuto produttivo… e sta crescendo anche la presenza di aziende guidate da cittadini immigrati. Dal commercio giunge pertanto anche un impulso all’integrazione, potente fattore di sicurezza».
Meloni su Musk, Delmastro e Valditara
Quasi in contemporanea, la premier Meloni, in Brasile, veniva incalzata sull’«amico» Elon Musk e i giudici che hanno fermato l’invio di migranti in Albania che, secondo lui, «se ne devono andare». Mattarella aveva sferzato Musk: «L’Italia sa badare a se stessa». «Lo pensa anche Meloni – scrive da Rio Monica Guerzoni – che però non vuole sconfessare il miliardario braccio destro di Trump e così cerca una formula che la tiri fuori dall’imbarazzo: “Le parole del presidente della Repubblica sono state importanti, sono sempre contenta quando sento difendere la sovranità nazionale dal rischio di ingerenza“. E poi, l’immancabile attacco agli avversari: «Tra le tante imprese che Musk ha portato a casa c’è anche quella di aver costretto la sinistra a rivendicare la sovranità nazionale. Più difficile che arrivare su Marte».
Meloni ha anche difeso Andrea Delmastro e Giuseppe Valditara. Il primo, sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, alla presentazione dei blindati per il regime del 41bis aveva detto di provare «intima gioia nel non veder respirare i detenuti». Parole che hanno indignato tanti cittadini, magistrati, le camere penali e le associazioni che tutelano i carcerati e che l’ex premier Matteo Renzi ieri ha definito «disumane e sadiche». Ma per la premier, Delmastro «ha detto che gode nel vedere non respirare la mafia, se questo vi scandalizza ne prendo atto». Quanto al ministro dell’Istruzione e del merito Valditara, che aveva scaricato sull’immigrazione illegale il dramma della violenza contro le donne – oltretutto nel videomessaggio alla fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, massacrata dall’ex fidanzato italiano – e ridimensionato le responsabilità della cultura patriarcale, la difesa di Meloni, rileva Guerzoni, cozza con le parole del capo dello Stato: «Nello stesso giorno in cui Sergio Mattarella a Roma definisce l’integrazione dei migranti “un importante fattore di sicurezza”, a Rio la premier non bacchetta Valditara. Anzi, in parte ne conferma la visione, a dir poco distante da quella del Quirinale. “Ci sono sicuramente dati che parlano anche di un’incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa”, è la risposta di Meloni». (Del «cattivismo» in politica ha scritto Alessandro Trocino nella nostra Rassegna; qui, invece, l’intervista-ritratto del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, firmata Fabrizio Roncone)
Tensioni post voto nel centrodestra
«Ogni tanto fa bene anche perdere, per mantenere i piedi per terra», dice Meloni. Ma la «doppietta» del centrosinistra nel voto regionale in Emilia-Romagna e Umbria ha causato innegabili (e prevedibili) tensioni nella maggioranza di governo. Cesare Zapperi sottolinea che «se a inizio anno fu il partito di Matteo Salvini a mal digerire la giubilazione del presidente uscente della Sardegna, Christian Solinas a vantaggio del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, fedelissimo di Giorgia Meloni (poi sconfitto), stavolta è Fratelli d’Italia, anche se la premier ha smentito, a far trapelare frustrazione per non essere riusciti a far comprendere che forse la leghista Donatella Tesei non aveva il consenso necessario alla conferma».
Anche Massimo Franco, nella sua nota, indaga le cause dei rapporti tesi fra Lega e Fratelli d’Italia:
«Il crollo del Carroccio nelle due ultime elezioni regionali spinge ancora di più il partito di Matteo Salvini a rinchiudersi nelle regioni del Nord. La strategia della “Lega nazionale” accarezzata a lungo dal leader, oggi appare archiviata: dall’elettorato, prima che dallo stesso Salvini. E l’ambizione del ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, di dare a Veneto, Lombardia e Piemonte un’Autonomia differenziata è stata parzialmente ma in modo radicale smontata dalla Consulta. C’è il tentativo esplicito di andare avanti come se la Corte non avesse piantato paletti costituzionali difficilmente eludibili; di continuare a trattare con le Regioni come se in fondo si trattasse di poche, piccole modifiche. E in parallelo c’è il tentativo strisciante di far capire a FdI che senza quella riforma salterebbe anche il premierato. Ma si tratta di una minaccia che non sembra preoccupare più di tanto una formazione che continua a mantenere il primato
nella coalizione. Anzi, adesso Giorgia Meloni intravede la prospettiva concreta di far valere i rapporti di forza a proprio favore per riscrivere le gerarchie del potere nelle istituzioni locali del Nord».
Il centrosinistra, invece, avrebbe di che festeggiare. E, in effetti, la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervistata da Maria Teresa Meli, dice che «si sta vedendo che un’alternativa alla destra c’è. Nelle Regioni in cui si è votato siamo partiti 6 a 1 per loro e ora siamo 4 a 3. Meloni, stiamo arrivando».
Però Tommaso Labate fa notare che «dall’osservatorio di Schlein, il giorno dopo la doppietta tutto assomiglia a una maionese impazzita. Giuseppe Conte che dice che “è stato fatto un percorso finora e se sarà messo in discussione alla costituente ne trarrò le conseguenze“, senza specificare se il punto a cui tiene di più sta nelle parole (“È ufficiale: il campo largo non esiste più“) o nei fatti (i renziani erano suoi alleati sia nella coalizione emiliano-romagnola che in quella umbra); Matteo Renzi che rivendica, riferendosi al leader Cinque Stelle, che “chi mette veti perde e fa perdere” e che “per vincere servono i riformisti“; Nicola Fratoianni che insiste sulla necessità del non prescindere dal Cinque Stelle e Angelo Bonelli che le mette giù netta, “il Pd da solo non vince e Schlein lo sa“».
Sul rischio che si sia tornati allo schema Quercia-cespugli, con il Pd che schiaccia gli alleati, la segretaria dem dice: «
Da quando sono segretaria il Partito democratico è cresciuto in tutte le competizioni elettorali sia dove abbiamo vinto sia dove abbiamo perso, ma non ha nessuna presunzione di autosufficienza ed è il motivo per il quale siamo quelli più testardamente unitari e continueremo su questa strada perché non abbiamo nessuna volontà di fare da soli. Quello che però è accaduto è che il Pd ha ritrovato un’anima, un profilo chiaro e una forte connessione con la sua gente». Per il resto, Schlein continua a predicare unità e umiltà e sottolinea: «Noi continuiamo a non appassionarci ai dibattiti sui perimetri, perché il segnale che ci hanno mandato gli elettori è quello di una richiesta di parlare dei loro problemi». (Sul Corriere di oggi e, a breve, sul sito, trovate l’analisi dei flussi elettorali, secondo l’Istituto Cattaneo, riassunta da Renato Benedetto. In estrema sintesi, solo il Pd sembra aver retto alla forte crescita dell’astensione, mentre parte del Terzo polo è andata a destra)
Le testimonianze-choc su Regeni
«L’ho incontrato al secondo giorno della mia permanenza lì, il 29 gennaio 2016, di pomeriggio. Indossava una maglietta bianca e un pantalone largo blu, non aveva tracce di sangue, ma quando l’ho rivisto all’uscita dall’interrogatorio era sfinito dalla tortura, riportato in cella a spalla da due carcerieri». È la testimonianza di uno dei due palestinesi detenuti nello stesso carcere e negli stessi giorni di Giulio Regeni.
Ieri le testimonianze dei due, raccolte dalla rete araba Al Jazeera per un documentario già trasmesso, di cui la Procura di Roma ha recuperato l’intero girato, sono state mostrate al processo, in contumacia, ai quattro militari egiziani presunti sequestratori di Regeni (uno dei quali accusato anche delle torture e dell’omicidio). I due palestinesi riferiscono di avere subito gli stessi trattamenti nella prigione con «celle molto strette, umide e maleodoranti, isolati dal mondo esterno, sembrava di essere in un sepolcro», piena di reclusi quasi tutti egiziani o arabi, tranne Giulio e un cittadino russo. «Uno era completamente nudo, portava i segni della tortura sulla schiena diventata di colore blu e viola, talvolta davano i vestiti già indossati dai detenuti precedenti», dice l’altro testimone che ha visto Giulio per due giorni consecutivi: il 28 e il 29 gennaio.
Entrambi i testimoni nel video dicono che una delle domande che sentirono fare a Giulio era dove avesse imparato a resistere alle torture, «a superare le tecniche per affrontare gli interrogatori», quasi che questo particolare fosse un ulteriore elemento di sospetto a suo carico. «Se Regeni avesse risposto o meno non lo sappiamo — aggiunge uno dei due — insistevano molto su questo punto, erano nervosi anche quando non rispondeva, usavano la scossa elettrica e lo torturavano con la corrente».
Le altre notizie
È il tempo della «responsabilità» istituzionale. L’appello congiunto arriva da due ex premier italiani: Romano Prodi (anche ex presidente della Commissione europea) e Mario Monti (anche ex Commissario Ue). «In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare a Est e a Ovest — scrivono — confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i Popolari e i Socialisti». Una spinta a trovare un’intesa è partita anche dai leader Ue (Sánchez, Scholz, Macron, Meloni, von der Leyen) a margine del G20 a Rio De Janeiro. Ma l partita resta in mano a Popolari e Socialisti dell’Europarlamento.
Al G20 Ursula von der Leyen ha provato a chiudere l’accordo sul Mercosur, ma la determinazione della Francia ha impedito l’intesa sul trattato di libero scambio tra l’Europa e il mercato comune del Sud America fondato nel 1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Germania e Spagna sono favorevoli. L’Italia, che si è messa nella scia di Parigi, si è rivelata un’alleata preziosa per Emmanuel Macron («La premier italiana ha fatto una bella mossa sul Mercosur, davvero. È una battaglia comune, siamo soddisfatti», il suo commento). Anche da noi gli agricoltori temono vantaggi per le imprese sudamericane del settore e sono sul piede di guerra. «Il governo Meloni – scrive Monica Guerzoni – ha oscillato tra il rigido no del ministro Lollobrigida, per cui l’accordo “non tutela le imprese Ue” e la posizione mediana di Tajani, che ha spinto per cambiare alcuni punti».
Sulla strage nella fabbrica di fuochi clandestini a Ercolano (Napoli), in cui sono morte due gemelle 26enni, Sara e Aurora Esposito, e un 18enne, Samuel Tafciu, resta da capire come sia stato possibile che ragazzi senza alcuna esperienza siano stati messi a confezionare fuochi pirotecnici. Pasquale Punzo, il 38enne al quale è riconducibile il locale crollato per l’esplosione (intestato però a sua figlia di 13 anni) ha preso atto della denuncia nei suoi confronti per omicidio plurimo colposo e disastro colposo, ma non ha accettato di rispondere alle domande degli investigatori. «La prima cosa da chiarire – scrive Flavio Bufi – è se quella fabbrica clandestina l’aveva messa in piedi per conto suo o su incarico di qualcuno. Perché in questo periodo in tutta la provincia di Napoli ce ne sono tanti di capannoni, scantinati o case dove si fa quello che si faceva a Ercolano. Il business del fuochi illegali fa girare molti soldi e difficilmente è gestito da persone che si muovono autonomamente, senza dover dare conto a qualche clan».
Ahoo Daryaei è libera. La studentessa di Letteratura francese dell’università di Teheran è stata «riconsegnata alla famiglia» dopo due settimane rinchiusa in un ospedale psichiatrico, comunicano le autorità iraniane. Una notizia che conforta le attiviste e gli attivisti che si chiedevano che fine avesse fatto. Un portavoce degli ayatollah ha dichiarato che non dovrà affrontare nessun processo per essersi spogliata davanti all’ingresso dell’ateneo. «Considerando che è stata portata in ospedale e che è stato scoperto che era malata, è stata affidata alla sua famiglia e non è stato avviato alcun procedimento giudiziario contro di lei», ha spiegato.
I medici e gli infermieriscioperano oggi per la dignità professionale. Una parola che non ha solamente un significato economico ma esprime il bisogno di sicurezza fisica nello svolgimento di un lavoro disseminato di denunce, nel 99% dei casi senza condanne, da parte dei pazienti. Per non contare il fenomeno crescente delle aggressioni cui il ministro della Salute Orazio Schillaci ha tentato di porre un argine con un decreto che prevede l’arresto in flagranzaanche a 48 ore dall’episodio di violenza, se esistono prove video. Le categorie hanno organizzato una manifestazione alle 12 in piazza Santi Apostoli, a Roma.
C’erano un bisturi, l’anestetico locale, altri farmaci. Le prove, insomma, che lì dentro si facessero operazioni chirurgiche e non solo filler. Fino a sera i carabinieri dei Nas sono rimasti ieri nello studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio, in via Cesare Pavese nel quartiere Eur di Roma, per ispezionare l’appartamento dove Agata Margaret Spada è finita in coma il 4 novembre all’inizio di un intervento di rinoplastica, per poi morire tre giorni dopo in ospedale.
Francesco Totti è indagato dai magistrati per abbandono di minore. Secondo la denuncia depositata dagli avvocati dell’ex moglie, Ilary Blasi, il campione della Roma avrebbe lasciato sola la figlia di otto anni durante pochi attimi (sufficienti in teoria per integrare il reato) nel corso di una serata. Sarebbe accaduto oltre un anno fa. L’ex calciatore si difende dicendo che la bimba era con la baby sitter.
Vincendo in doppio contro le polacche, Sara Errani e Jasmine Paolini hanno portato l’Italia alla seconda finale consecutiva della Billie Jean King Cup (la Davis femminile). L’avversaria, stasera, è la Slovacchia. Domani l’Italia maschile – a trazione Sinner – affronterà invece l’Argentina nei quarti di Coppa Davis.
Da leggere (e ascoltare)
«Corpo e anima, Platone ci spiega l’amore», l’intervento con cui Massimo Gramellini ha concluso il ciclo di incontri nella Basilica di San Pietro su «Eros e Agape», promosso dal Cortile dei Gentili e dalla Fondazione Fratelli tutti.
L’intervista di Davide Casati a Demis Hassabis, fresco premio Nobel per la Chimica, fondatore e ceo di Google DeepMind, divisione di Google dedicata all’intelligenza artificiale (AI). Quest’ultima, assicura, darà inizio a «una nuova età dell’oro delle scoperte scientifiche».
L’editoriale di Maurizio Ferrera «Migranti: la paura e la buona politica».
L’intervento di Walter Veltroni «Astensionismo, anche il linguaggio allontana».
La rubrica settimanale di Gian Antonio Stella, oggi su «Femminicidi: dati, numeri e parole».
Il corsivo di Sara Gandolfi: «Cop a Baku, per le donne non è un ambiente accogliente».
La risposta di Aldo Cazzullo ai lettori: «Elezioni, è Salvini il vero sconfitto».
Il commento di Aldo Grasso, «Dalle soap a Geo, il servizio pubblico oscura le elezioni».
L’articolo di Gaia Piccardi, nelle pagine sportive, sulla «fatica dell’addio» di Rafa Nadal.
Nel podcast Giorno per giorno, Monica Guerzoni parla di Giorgia Meloni al G20, Emanuele Buzzi dell’assemblea costituente del M5S che si apre venerdì e Federico Fubini dell’economia russa in rallentamento.
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Le forze ucraine hanno condotto il primo attacco su territorio russo utilizzando i missili balistici Atacms di produzione statunitense, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ne aveva autorizzato l’uso all’interno della Russia nei giorni scorsi. Mosca ha dichiarato di aver abbattuto cinque dei sei missili lanciati contro una struttura militare nella regione di Bryansk, al confine con la Bielorussia (Nyt).
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto, intervenendo al Parlamento europeo, di intensificare la pressione su Mosca per raggiungere una “pace giusta” (France24).
L’amministrazione Biden fornirà mine anti-uomo a Kiev (Washington Post+).
La risposta di Mosca Il presidente russo Vladimir Putin ha approvato una revisione della dottrina nucleare del Paese, ampliando i criteri per un possibile uso del suo arsenale. In particolare è ora previsto che un attacco da parte di uno Stato non nucleare, se sostenuto da una potenza nucleare, sia trattato come un’offensiva congiunta alla Russia (Bbc).
La Russia ha avviato la produzione in serie di rifugi antiaerei mobili (Reuters).
Intervistato da La Stampa+ il ministro degli Esteri Antonio Tajani accusa la Russia di escalation, non critica il via libera Usa all’utilizzo degli Atacms da parte dell’Ucraina ma conferma che l’Italia fornirà a Kiev solo armi difensive.
Voglio armarmi I ministri degli Esteri di Polonia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Italia, riuniti a Varsavia per un vertice sulla guerra in Ucraina, si sono anche espressi a favore degli eurobond per finanziare la difesa europea (Euractiv). Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha appoggiato l’ipotesi suggerita al vertice di Varsavia affermando che gli eurobond “garantirebbero a livello europeo l’indebitamento delle nazioni” per raggiungere l’obiettivo Nato del 2% del Pil da destinare alla Difesa (Eunews).
Indagini in corso I governi europei hanno accusato la Russia di aver intensificato gli attacchi ibridi contro gli alleati occidentali dell’Ucraina. Le accuse arrivano dopo il taglio di due cavi di telecomunicazione in fibra ottica nel Mar Baltico (Reuters), considerato un atto di sabotaggio dal governo tedesco (Politico).
Anche una nave cinese si trovava nel luogo dove sono stati tagliati i cavi del Mar Baltico, fa però notare il Ft+, suggerendo che potrebbe esserci Pechino dietro l’attacco.
Verso la Casa Bianca
Piovono nomine Il presidente statunitense eletto Donald Trump ha annunciato che il Ceo di Cantor Fitzgerald, Howard Lutnick, sarà segretario del Dipartimento del Commercio nella sua amministrazione, anticipando che introdurrà nuovi “drastici dazi” (Axios). Trump ha poi indicato Linda McMahon, co-fondatrice della lega di wrestling Wwe, come segretaria all’Istruzione (Guardian). Mehmet Oz, ex conduttore televisivo e chirurgo cardiaco, è stato scelto per dirigere l’agenzia che supervisiona i programmi di assicurazione sanitaria per milioni di americani (Ap).Ne riparliamo I procuratori di New York si sono opposti a qualsiasi tentativo di archiviare la condanna per risarcimento danni nel processo contro Trump per i pagamenti in nero all’attrice di film per adulti Stormy Daniels, ma si sono detti disponibili a posticipare la sentenza al termine del suo secondo mandato (Ap).
Il G20 del nostro scontento
Le dichiarazioni finali del G20 di Rio de Janeiro si sono limitate a impegni generici dei Paesi su contrasto alla povertà, inclusione sociale e lotta al cambiamento climatico (Il Sole 24 Ore+). Molto contestata la decisione del presidente brasiliano Lula di anticipare l’approvazione del comunicato finale per limitare al minimo le ulteriori discussioni sul conflitto in Ucraina e senza indicare la Russia come chiaro responsabile (Reuters).
Il G20 ha messo in luce un mondo sempre più indirizzato verso il caos e in cui stanno venendo le meno le basi dell’ordine internazionale, ancora prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca (Bloomberg).
Attacchi multipli
Una serie di attacchi hanno colpito nel pomeriggio di ieri le basi della missione Onu Unifil nel sud del Libano, inclusa quella in cui si trova il contingente italiano. Quattro peacekeeper ghanesi sono rimasti feriti. “A giudicare dal tipo di razzi, possiamo confermare che sia stato Hezbollah”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (Ansa).
Nel corso della visita in Libano, l’inviato speciale Usa Amos Hochstein ha detto che un’intesa sul cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah sarebbe a portata di mano (Times of Israel).
Back to Italy
Si tira dritto Alla Camera è stata respinta la mozione unitaria delle opposizioni sull’autonomia differenziata presentata a seguito della parziale bocciatura della legge da parte della Corte Costituzionale. Si chiedeva al governo di interrompere immediatamente le intese in fase di negoziazione con le Regioni sulle “materie non Lep” e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Repubblica).La difesa della premier La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal G20 di Rio de Janeiro, ha preso le difese del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, affermando che “l’immigrazione illegale incide sulla violenza sulle donne” e promettendo interventi (Ansa).Oltre il voto Intervistata dal Corriere, la segretaria dem Elly Schlein sottolinea che con le vittorie in Emilia Romagna e Umbria il Pd ha ritrovato la sua anima e un profilo più chiaro, sottolineando di puntare a un percorso unitario tra le opposizioni. Parlando a La Stampa+ l’ex premier Romano Prodi invita il Partito democratico ad ampliare le sue alleanze anche verso l’elettorato moderato.
Orizzonti
Occhio ai prezzi A ottobre, l’inflazione nell’Eurozona ha raggiunto il 2%, in linea con la stima preliminare, e segna un aumento rispetto all’1,7% del mese precedente. L’inflazione “core”, che esclude beni come cibi freschi ed energia, è cresciuta del 2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, confermando il dato di settembre. Nell’Unione europea, l’inflazione è salita al 2,3% rispetto al 2,1% del mese precedente (Repubblica).Allentare i cordoni Fabio Panetta, membro del Consiglio direttivo della Bce e governatore della Banca d’Italia, ha dichiarato che una politica monetaria restrittiva non è più necessaria e che i tassi di interesse devono essere ridotti per non ostacolare la crescita economica (Milano Finanza).Tutto fermo La People bank of China ha deciso di mantenere inalterati i tassi di interesse sui prestiti a uno e a cinque anni, rispettivamente al 3,1% e al 3,6%, in attesa di valutare gli effetti del nuovo pacchetto di stimoli fiscali del governo di Pechino (Cnbc).Al rialzo Walmart ha rivisto al rialzo le sue previsioni per l’anno fiscale, prevedendo una crescita delle vendite nette tra il 4,8% e il 5,1%, rispetto al precedente intervallo tra il 3,75% e il 4,75%. I risultati del terzo trimestre hanno superato le aspettative, con utili per azione in rialzo. Le vendite sono aumentate a 169,59 miliardi di dollari (Cnbc).
Media & Tech
Missione (semi)fallita SpaceX ha lanciato un altro razzo Starship dal Texas, ma ha rinunciato a catturare il booster con i giganteschi bracci meccanici della sua base di lancio e optato per l’ammaraggio. Fallisce così il tentativo di ripetere il lancio conclusosi con successo il mese scorso. Anche Trump ha assistito al test insieme a Elon Musk (Nyt).
Sport
Racchetta in mano Oggi la nazionale italiana di tennis femminile sfiderà la Slovacchia nella finale della Billie Jean King Cup (Corriere dello Sport).
Rafael Nadal ha giocato ieri in Coppa Davis l’ultimo match della sua carriera, con la Spagna sconfitta dall’Olanda nei quarti di finale (Gazzetta).
Oggi
Baku (Azerbaigian), proseguono i lavori della conferenza sul clima Cop29 (fino al 22);
Buenos Aires (Argentina), visita della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni;
Santiago del Cile (Cile), visita del presidente francese Emmanuel Macron (fino al 21);
Pubblicazione del rapporto semestrale della Bce sulla stabilità finanziaria;
Risultati Nvidia (3° trimestre);
San Francisco (Stati Uniti), summit mondiale sulla sicurezza dell’IA (fino al 21).
MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE 2024
Clamoroso
Navi cisterna che, nel mondo, trasportano petrolio clandestinamente: 889. Di queste, 586 commerciano con la Russia [Bellomo, Sole].In prima pagina
• Dopo l’ok di Biden, l’Ucraina ha lanciato sei missili Atacms in Russia (uno solo è andato a segno). Putin ha replicato aggiornando le linee guida russe sulla risposta nucleare: è autorizzata anche contro paesi che non hanno l’atomica, ma alleati con chi ce l’ha
• Al salire della tensione per la guerra in Ucraina, le borse europee sono crollate
• È stato tranciato un altro cavo sottomarino nel mar Baltico, forse da una nave cinese
• Passeggiando sul lungomare di Ipanema con Brigitte, Macron ha detto ai giornalisti italiani che Meloni ha fatto una «bella mossa» opponendosi all’accordo con il Mercosur
• Parlando dalla spiaggia di Gaza, Netanyahu ha offerto cinque milioni di dollari (e un salvacondotto) a chiunque aiuti a liberare un ostaggio israeliano in mano a Hamas
• Oggi scioperano i medici e il personale sanitario, perciò sono a rischio visite e operazioni, ma non quelle di urgenza
• Dopo il flop del M5s alle regionali, Grillo ha paragonato Conte a Oz Onoda, uno degli ultimi giapponesi ad arrendersi perché non si era accorto che la seconda guerra mondiale era finita
• La mozione che avrebbe rallentato i lavori per l’autonomia è stata bocciata alla Camera
• Due testimoni palestinesi hanno detto che nel 2016 erano nella stessa prigione egiziana di Regeni, e lo videro «bendato e sfinito dalla tortura»
• È stata liberata la ragazza che si era spogliata all’università di Teheran
• Girano voci che l’ayatollah Khamenei, malato da tempo di cancro, sia morto
• Il deposito abusivo di fuochi d’artificio di Ercolano, dove un’esplosione ha fatto tre morti, è intestato a una tredicenne
• A Parma un giovane magazziniere originario del Bangladesh è stato investito da un treno mentre attraversava i binari con la sua bici
• Una donna si è addormentata con la sigaretta accesa ed è morta intossicata dal fumo, a Rimini
• Il sesto volo di prova di un razzo Spaceship è ammarato nel golfo del Messico davanti agli occhi di Trump e Musk
• Nel suo datacenter nel pavese l’Eni ha acceso un super computer, il più potente in Europa
• È stato tagliato ed è partito in camion per Roma l’abete rosso della val di Ledro destinato a diventare l’albero di Natale di piazza san Pietro• Tra i premiati con l’Ambrogino d’oro ci sarà Shevchenko, ma non Lucarelli e Meghnagi
• L’Anas ha rilevato che più della metà degli italiani non pensa che superare i limiti di velocità sia pericoloso
• Tre quarti degli statunitensi adulti sono obesi, si legge in un paper pubblicato dal Lancet
• Nadal ha perso malamente una partita in coppa Davis, forse una delle ultime della sua carriera
• In Umbria è stato sequestrato uno scavo archeologico clandestino di reperti etruschi
• Oggi Mattarella sarà a Torino per i duecento anni del Museo Egizio
NOTA DI SERVIZIO CHI DESIDERA RICEVERE ANCORA LA RASSEGNA STAMPA DEVE MANDARE UN MESSAGGIO WHATSAPP AL NUMERO 388.4293828 LA RASSEGNA COSTA LAVORO E SOLDI E’ FATICOSA E BISOGNA INIZIARE ALLE 5 DEL MATTINO. HO L’IMPRESSIONE CHE MOLTI ABBIANO VERGOGNA DI DIRE CHE A LORO NON INTERESSA PERTANTO HO DECISO CHE ENTRO 10 GIORNI DA OGGI CHI NON AVRA’ RISCONTRATO IL PRESENTE MESSAGGIO NON RICEVERA’ PIU’ LA RASSEGNA CON MOLTI CORDIALI E SINCERI SALUTI IL DIRETTORE: FERDINANDO TERLIZZI Avviso del 16 novembre 24